Redazione
Gli sviluppatori di The Legend of Zelda: Breath of the Wild hanno recentemente discusso le origini e gli sviluppi del titolo con i responsabili del sito GameSpot, rendendo noti alcuni interessanti aneddoti e motivazioni dietro alle scelte fatte durante la creazione dell’ultima tra le avventure di Link.
The Legend of Zelda è senza dubbio una delle serie più iconiche e universalmente riconosciute appartenenti a Nintendo. Con ben 18 titoli, rilasciati tra il 1986 e il 2017, ha attraversato diversi periodi storici e ha dovuto adattarsi ad essi, al fine di mantenersi fresca e divertente. Durante l’intervista, gli sviluppatori Satoru Takizawa, Takuhiro Dohta e Hidemaro Fujibayashi hanno dichiarato che il più recente Breath of The Wild ha rappresentato la più grande e ambiziosa sfida mai affrontata dalla Grande N. Dover adattare la serie, tipicamente associata ad una tipologia di gioco “a tunnel” con dungeon ricchi di mostri da sconfiggere ed enigmi da risolvere, a un massiccio open world ha messo a dura prova il team di sviluppo che vi ha lavorato.
Gli sviluppatori hanno voluto infatti dare ai giocatori qualcosa di completamente nuovo: la capacità di sperimentare, e di procedere nella storia nel modo che essi prediligono. In The Legend of Zelda: Breath of the Wild raramente esiste un unico modo per ottenere un risultato, e i video che dimostrano i tentativi e i successi dei giocatori ne sono testimoni. Takizawa ricorda di essere stato colto di sorpresa da un membro dello staff dell pannello Nintendo dell’E3 2016, il quale è riuscito a costruire una catapulta usando il robusto motore fisico del gioco e tanta fantasia, eventualità alla quale egli stesso non aveva pensato.
Al fine di rendere Hyrule divertente da esplorare gli sviluppatori hanno inoltre pensato di riempirla di puzzle e zone interessanti da esplorare:
Ogni giorno prendi la stessa strada per andare e tornare da scuola, ma mentre la percorri inizi a pensare: “Oh, lì c’è un tizio che ha un cane, adesso vado ad accarezzarlo!”. Poi laggiù trovi un campo da esplorare, piante da raccogliere e altro ancora che rendono il percorso di per sé interessante. Abbiamo voluto creare un ambiente che riesca a fare proprio questo.
Eiji Aonuma, storico producer della serie, ha affermato che l’obiettivo principale perseguito dal team di componenti Nintendo e Monolith che vi ha lavorato è stato quello di avere una idea condivisa di come il gioco sarebbe dovuto essere. Senza di essa, si sarebbe corso il rischio di avere un titolo discordante e poco coerente con se stesso.
Per essere sicuri di star procedendo nel migliore dei modi il team ha addirittura organizzato una serie di incontri settimanali con Shigeru Miyamoto il quale, sebbene non direttamente coinvolto nello sviluppo del titolo, gli ha riservato particolare attenzione fin dall’inizio, fornendo le sue opinioni in modo da assicurarsi che il titolo diventasse il gioco di successo che è effettivamente diventato a pochi giorni dal suo rilascio globale.
Fino a metà sviluppo avevamo una meccanica che permetteva di conficcare la propria arma nelle mura. Quando si rischiava di terminare la stamina, si poteva rimanere appesi lì e riposare. Data l’enfasi che il gioco da alle arrampicate, è stato difficile rimuovere tale meccanica. La ragione? Non piacque a Miyamoto.
L’elemento finale, che ha reso lo sviluppatore Fujibayashi orgoglioso del lavoro svolto, è stata la capacità di includere all’interno del titolo le passioni di ognuno dei singoli membri che vi ha lavorato:
Alcuni membri dello staff amano il campeggio, altri gli sport all’aperto, così abbiamo cercato di portare le loro passioni ed esperienze all’interno del gioco, in modo che ognuno avesse una goccia della propria vita al suo interno.
Numerosi sono quindi i fattori che sono incorsi per rendere The Legend of Zelda: Breath of the Wild il capolavoro che possiamo giocare oggi. L’intero team di sviluppo ha dimostrato, nel processo creativo, una dedizione al lavoro e una attenzione ai dettagli disarmante, elementi che speriamo vengano adottati in futuro da un numero sempre crescente di produttori.
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