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[RECENSIONE] Pokkén Tournament DX per Nintendo Switch

A un anno e mezzo dall’uscita per Wii U, torniamo a recensire Pokkén Tournament nella sua versione Deluxe, in arrivo nei prossimi giorni su Nintendo Switch!

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   · 12 min lettura Giochi Recensioni
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Dopo un anno e mezzo dall’uscita di Pokkén Tournament per Nintendo Wii U, un momento epocale nel quale dopo vent’anni di brand abbiamo potuto lottare con i Pokémon in un vero e proprio picchiaduro e non con un sistema a turni, torniamo a visitare l’isola di Ferrum: questa volta, però, lo facciamo in Pokkén Tournament Deluxe, per Nintendo Switch, una nuova versione del picchiaduro di Bandai Namco ricca di aggiunte. E le domande che tutti quanti gli interessati al titolo si stanno facendo sono scontate: questa versione Deluxe ha migliorato i difetti del suo predecessore? Ha portato novità succulente a questa neonata serie spin-off?
L’obiettivo di questa recensione è di rispondere ai suddetti quesiti, cercando di analizzare Pokkén Tournament DX nel modo più esaustivo possibile.

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Facciamo un passo indietro necessario, rivolgendoci al pubblico che non si è avvicinato a Pokkén nella sua prima iterazione: come funziona questo picchiaduro?

Rispondendo sinteticamente, Pokkén Tournament è un gioco che cerca e riesce ad unire due visioni ormai canoniche dei picchiaduro di tutto il mondo: lo spostamento interamente 3D, tipico di alcuni titoli come i Naruto Ultimate Ninja Storm, e il classico sistema di lotte in 2D apprezzabile nei picchiaduro più storici, come Street Fighter o i primi Mortal Kombat. All’interno delle lotte di Pokkén lo scopo del gioco è dominare entrambe le fasi del match, denominate rispettivamente Fase Panoramica e Fase Duello, in un costante cambio di prospettiva causato sia volontariamente da mosse specifiche che automaticamente nel momento in cui alcune combo vengono portate a termine dopo aver inferto un grande quantitativo di danni all’avversario. Tutto questo è affiancato da un sistema Carta/Forbice/Sasso la cui semplicità ben si sposa con il numero di variabili presenti in Pokkén, tra supporti utilizzabili durante il combattimento e mosse finali dall’ingente danno, che donano complessivamente al titolo una buona profondità: gli attacchi normali battono le prese, le prese battono le parate, le parate riducono il danno degli attacchi normali e neutralizzano i contrattacchi, i contrattacchi battano gli attacchi normali.

Il sistema di combattimento era già sembrato funzionale in Pokkén Tournament per Wii U, e rimanendo identico nella versione Deluxe non possiamo che promuoverlo nuovamente. Ciò su cui è necessario concentrarsi, dunque, sono le novità rispetto alla precedente versione.

I nuovi Pokémon

In primis abbiamo un roster dei personaggi ampliato: dallo scarno roster di sedici personaggi siamo passati ad un decisamente più accettabile parco di ben ventuno personaggi, con cinque aggiunte di spessore delle quali quattro sono state prese dalla versione Arcade di Pokkén già disponibile da tempo in Giappone, ed una è una vera e propria esclusiva del titolo Switch.
Benché questa recensione non voglia essere una guida ai nuovi personaggi, voglio descrivervi brevemente il loro funzionamento in game.

Darkrai è un Pokémon tecnico, ed è in grado in fase panoramica di piazzare una grande quantità di trappole, che possono essere attivate volontariamente o al passaggio dell’avversario su di esse. In fase duello invece possiamo apprezzare il suo peculiare sistema del Mutaincubo: in sostanza Darkrai, colpendo con Vuototetro l’avversario, getta il nemico nel suo incubo, e guadagna una nuova stance nella quale ha la possibilità di accedere a mosse più potenti, alcune addirittura con priorità rispetto a quelle avversarie, e a combo di maggiore durata.

Scizor invece ha un buon mix di mosse a disposizione fra proiettili a distanza e attacchi ravvicinati, e la sua possibilità di planare tenendo premuto il tasto della parata è davvero congeniale per guadagnare un vantaggio in altezza rispetto al suo avversario, e compiere mosse che sono studiate proprio per essere performate a mezz’aria. Inoltre, il Pokémon ha a disposizione due contrattacchi: il primo è utilizzabile con la combinazione di tasti a + indietro, e copre un range di 360°, mentre il secondo è il classico contrattacco effettuabile con X+A, e pur essendo solamente frontale ha una gittata a distanza elevata che può risultare noioso per i personaggi che necessitano del corpo a corpo per fare buoni danni.

Empoleon è decisamente lento, ma risolve questo problema grazie all’accesso ad un numero elevato di mosse ghiaccio, che permettono non solo di congelare per breve tempo l’avversario, ma addirittura di poter slittare sopra i propri Geloraggio per raggiungere più rapidamente l’avversario e poterlo colpire con combo dall’elevato output di danno. Degno di nota è anche il suo attacco finale, che non è possibile parare: il Pokémon crea una sorta di mulinello ai suoi piedi, e l’unico modo per evitarlo è saltare oppure tenersi ad opportuna distanza.

Croagunk poi è Pokémon che unisce la velocità alla possibilità di gettare in campo un numero elevato di proiettili dall’ingente grandezza e hitbox, e se in fase panoramica dunque ha effettivamente un certo vantaggio su molti avversari che necessitano di avvicinarsi a lui, alcuni altri nemici come Suicune con proiettili veloci e a lunga gittata lo possono mettere in difficoltà. In fase duello, invece, il Pokémon non mi è sembrato molto prestante: i suoi movimenti non sono paragonabili a quelli dei colleghi Pikachu e Pikachu Libre, e benché sia presto per dare sentenze, l’impressione è quella che il Pokémon sia il meno brillante delle cinque nuove aggiunte.

E parlando di aggiunte, concludiamo con il Pokémon esclusivo di questo titolo, Decidueye: oltre al fatto che il Pokémon dispone di una serie di animazioni veramente incredibili dal punto di vista grafico ed estetico, che rendono egregiamente nella nuova risoluzione 1280×720, il personaggio sembra veramente in grado di dominare le tier list future. Non solo il Pokémon ha accesso a una moltitudine di debuff da lanciare sui nemici, tra frecce che bloccano l’utilizzo del Pokémon di supporto e raffiche di vento che possono calare l’attacco degli avversari, ma ha anche un parco mosse generale davvero eterogeneo. Abbiamo un contrattacco ulteriore rispetto a quello di base grazie al quale Decidueye evoca delle radici, una folata di vento che può annullare i proiettili di piccole dimensioni, una serie di trappole da poter piazzare a terra per diminuire le statistiche degli avversari, ed una combo particolare che permette al Pokémon di tenersi in aria per qualche secondo e che può terminare sia con una presa che con un attacco standard, mettendo pressione sull’avversario che non può sapere quale delle due soluzioni sta per arrivargli addosso.

Insomma: Croagunk a parte, sul quale ho un po’ di riserve, tutti gli altri nuovi Pokémon di Pokkén Tournament DX non solo aggiungono varietà estetica al roster, ma sono introduzioni degne di nota dal punto di vista tecnico che andranno sicuramente ad avere parte integrante nel nuovo metagame futuro che si andrà a formare, un metagame che ora, con ventuno personaggi, ha finalmente una possibilità d’esistere sostanziosa.

Sfide giornaliere

Un’altra novità di Pokkén Deluxe sono le Sfide Giornaliere: come da nome, si tratta di sfide disponibili ogni ventiquattro ore che richiedono al giocatore di utilizzare uno o tre Pokémon predeterminati, e vincere con essi un numero minimo di lotte che varia di sfida in sfida. Se la modalità può essere utile per accumulare punti abilità extra sui nostri Pokémon, e può essere anche una scusa per provare la neo introdotta Modalità 3 Pokémon contro 3 nella quale vince il primo giocatore che sconfigge l’intera squadra avversaria, ho trovato la scelta delle condizioni di sfida un po’ povera di fantasia: l’unica “challenge” di questa modalità è vincere con Pokémon pre selezionati dalla CPU, e non ci sono mai altri tipi di clausole o handicap. Si sarebbe potuto, non so, fare sfide nelle quali la velocità di movimento è raddoppiata, sfide nelle quali l’avversario fa il doppio del danno, o ancora sfide nelle quali i supporti non sono utilizzabili o le parate sono più deboli: ci auguriamo dunque che in futuro anche Pokkén si apra a soluzioni del genere, come molti altri colleghi picchiaduro hanno già fatto in passato.

Per gli amanti delle personalizzazioni, abbiamo ancora più elementi per il nostro avatar. A disposizione poi una quantità esorbitante di targhette per il nostro avatar, da quelle che si sbloccano semplicemente con il “Bonus Fortuna”, una sorta di roll random effettuato ad ogni termine di una lotta, a quelli che possono essere ottenuti soddisfacente alcuni requisiti, come ottenere cinque o dieci votazioni a cinque stelle.

Pannello Missioni

E a proposito di cose da sbloccare, questa volta nella Lega Ferrum abbiamo un neo introdotto sistema di Achievement: si tratta dei Pannelli Missioni, un insieme di obiettivi da completare di lega in lega e che danno al giocatore, oltre che la possibilità di scoprire l’immagine che si cela dietro il pannello, una serie di titoli, elementi estetici per il personaggio e targhette extra sbloccabili solo con questo processo.

Riguardo a questa introduzione, il mio parere è contrastante: alcune delle missioni hanno un certo quantitativo di sfida, come per esempio quella nella quale è necessario recuperare in un singolo round un numero determinato di punti salute. Per raggiungere l’obiettivo è quindi necessario sia unire le abilità di alcuni Pokémon di curarsi da soli, sia alcuni supporti determinati, come Cresselia, che permettono un ingente recupero di salute, ed è effettivamente appagante riuscire nell’impresa, soprattutto quando la sfida viene riproposta in leghe dalla maggiore difficoltà.

Altre missioni, però, sono un po’ inconsistenti: effettuare un numero di cambi di fase totali, oppure raccogliere un trilione di monete, è qualcosa che avviene passivamente nel mentre che si progredisce all’interno di una determinata lega, e non è quindi necessario prestare a questi obiettivi molta attenzione. Altri sono semplicemente frustranti: se è vero che essere costretto ad utilizzare ripetutamente un certo tipo di Pokémon di Supporto mi ha portato a scoprire strategie alle quali francamente non avevo pensato, in altri casi dover utilizzare supporti non congeniali al mio personaggio in leghe dall’alta difficoltà mi ha fatto spesso pensare “cavolo, avrei fatto molta meno fatica se avessi potuto utilizzare il mio setup migliore”. Il consiglio quindi è non solo di variegare in futuro le sfide, ma anche e soprattutto di separarle dalla Lega Ferrum: portare contemporaneamente a termine missioni e leghe è qualcosa che distrae, soprattutto quando progredendo di Lega bisogna fare più attenzione a come si gioca per non rischiare di subire sconfitte. Ma se non altro, affrontare le Missioni dopo aver completato tutte le Leghe aumenta il numero di attività possibili in Single Player.

La Lega Ferrum

Se tutto quel che abbiamo menzionato adesso funziona, e magari in futuro funzionerà meglio grazie ad alcune migliorie, la parte più debole del titolo è proprio la Lega Ferrum: la modalità, in tutto e per tutto identica a Pokkén Tournament per Wii U, presenta la stessa trama, gli stessi dialoghi e il medesimo meccanismo di grinding per scalare la vetta delle cinque leghe disponibili, affrontando negli ultimi momenti di gameplay decine e decine di lotte uguali fra loro che si salvano solo grazie alla possibilità di Switch di sospendere le partite in modalità riposo, per continuarle in un secondo momento. Per altro, se nella versione Wii U il giocatore poteva essere spinto a terminare la Lega per sbloccare Mewtwo Nero, qui non c’è neanche questo tipo di gratificazione: tutto il roster dei personaggi è già sbloccato dall’inizio, e quindi per un giocatore che ha già goduto della storia di Pokkén nella sua prima versione per Wii U la Lega Ferrum non ha nulla di nuovo da offrire. Ad ogni modo, ciò che ho detto vale solo per chi è di ritorno a Ferrum: coloro che si avvicinano per la prima volta a Pokkén potranno comunque apprezzare la piccola storia del Mewtwo Nero e delle Pietre di Risonanza, e probabilmente per loro il grinding necessario ad arrivare in vetta sarà meno pesante dato che approcciano il gioco per la prima volta.
È vero anche che stiamo cercando il pelo nell’uovo: da che mondo è mondo in un picchiaduro la modalità d’eccellenza rimane il multiplayer, ed è proprio su questo aspetto che voglio soffermarmi.

Multiplayer

Pokkén Tournament DX sembra essere interamente dedicato al multiplayer, e lo si vede addirittura da piccole modifiche non esplicite agli occhi dei meno addetti ai lavori: tanto per farvi un esempio pratico, il set di mosse di Darkrai è stato rivisitato, e una mossa che precedentemente poteva essere spammata dando seri problemi agli avversari è stata modificata completamente, e resa utilizzabile solo in determinate condizioni. L’obiettivo di Bandai Namco, Nintendo e The Pokémon Company sembra chiaro fin da subito: si aggiungono nuovi personaggi, una coppia di Pokémon di Supporto – Litten e Popplio – , si bilanciano iset di mosse precedentemente esistenti e si gettano le basi per un vero e proprio movimento competitivo dedicato al brand.
In locale, il multiplayer deve scendere a compromessi: ritrattando le mie impressioni dell’E3, Pokkén permette solo nominalmente di accedere ad un multiplayer senza split screen. Questo perché la fase panoramica, se giocata a schermo intero, condanna il giocatore 2 ad utilizzare le mosse in maniera speculare: muoversi avanti con la levetta significa muoversi indietro, realizzare la combinazione di tasti a + su è in realtà a + giù, e così via dicendo. Lo Split Screen, però, risolve il problema egregiamente: al prezzo di 30 fps anziché 60, e di uno schermo decisamente più piccolo, è possibile scazzottarsi in casa fra amici senza troppi problemi e non sacrificando in alcun modo il gameplay.
Per il competitivo nudo e crudo però, la scelta è e rimane l’interconnessione fra due console Nintendo Switch: un collegamento sicuramente più pratico di quello effettuato con due Wii U, visto che è possibile sia farlo in Wireless, sia probabilmente con una cavo LAN, benché la combinazione per l’eventuale LAN mode di Pokkén Tournament DX rimanga ancora un mistero.

Inoltre, ciliegina sulla torta, è possibile addirittura creare gruppi online: attraverso questo menù si possono fare vere e proprie lobby con impostazioni personalizzabili, che vanno dal numero di partecipanti al livello dei giocatori. E questo non può che stimolare ulteriormente la voglia di gettarsi online ed imparare le vere basi di questo gioco.

Quindi, in definitiva, rispondiamo alla domanda con la quale abbiamo iniziato questo video: sì, Pokkén Tournament Deluxe è effettivamente un titolo con aggiunte degne di nota nei confronti del predecessore, e le più importanti sono che la scena competitiva adesso ha finalmente un futuro, e che finalmente è possibile godersi Pokkén nella formula Switch dove vuoi, quando vuoi. Forse, però, ci sarebbe potuto essere più impegno da parte di Namco Bandai nell’aggiunta di features per il Single Player, soprattutto dati i lavori che la casa ha svolto in occasione della creazione dei nuovi Super Smash Bros per 3DS e Wii U.

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