Redazione
… Tangela …
I dati del Pokédex descrivono Tangela come un Pokémon che si nasconde dietro un groviglio di liane, utilizzate per innervosire i nemici.
Ma vi siete mai chiesti cosa si celi realmente fra quelle liane? Quale sia il vero volto di Tangela? Da cosa derivi il suo bisogno di nascondersi al mondo?
Si dice che da piccolo Ash Ketchum fosse solito pescare sulle coste di Biancavilla; un passatempo piacevole quanto pericoloso, come era solita ricordargli la sua apprensiva madre. Sarebbe infatti bastato poco, una disattenzione, un passo troppo lungo, per scivolare all’interno del fiume e morire affogati.
“Conosci un Pokémon di nome Tangela, Ash?” Chiese Delia, sulla strada del ritorno dal fiume a casa, dopo aver colto Ash a pescare nuovamente senza permesso.
“Sì..” Rispose il bambino.
“E sai perché indossa gli stivali?”
La madre spiegò al piccolo che i bambini affogati rimarrebbero intrappolati nel fondale del fiume, dove verrebbero avvolti dalle alghe – generando un Tangela; gli stivali dunque non sarebbero altri che quelli dei piccoli stessi, e assieme agli occhi costituiscono le uniche parti visibili del Pokémon.
Coloro trasformati in Tangela cercano successivamente di trascinare altri bambini in fondo al torrente, per sentirsi meno soli.
Ash risultò alquanto scosso dalla storia della madre; forse sarebbe stata davvero l’ultima visita solitaria al fiume. Troppa paura di correre il rischio di diventare un Pokémon per il resto dei suoi giorni.
Poco prima di rientrare a casa, Ash e sua madre si imbatterono in uno strano Pokémon: accovacciato contro il muro v’era un Mr. Mime, dall’aria triste e dallo sguardo vacuo. Resasi conto che la creatura era probabilmente stata abbandonata, Delia decise di ospitarlo all’interno della loro casa.
Ash, non avendo mai visto prima di allora quel Pokémon, fu inizialmente felice della scelta della madre, ma ben presto svanì ogni traccia di entusiasmo.
Il Pokémon si comportava in maniera bizzarra: estremamente dispettoso verso il bambino, affettuoso con Delia, cercando in ogni maniera possibile di risultare servizievole e gentile nei suoi confronti.
Ash notò da subito che nonostante Mr. Mime fosse di tipo Psico, egli non utilizzava alcuna mossa peculiare: nessuna Barriera o Riflesso, Psicoraggio, Psichico. Il Pokémon conosceva solamente l’attacco Doppiasberla, con cui svegliava fastidiosamente Ash tutte le mattine.
Mr. Mime era ormai più un uomo di casa che un Pokémon, poiché svolgeva diverse mansioni per conto di Delia, come curare il giardino, pulire la casa e fare la spesa. Sentendosi rimpiazzato da questa nuova presenza, Ash decise di dimostrare alla madre che avrebbero potuto fare a meno di quel Pokémon, e così si offrì per svolgere parte dei compiti affidati a Mr. Mime.
Di ritorno dal supermercato, uno strano volantino catturò l’attenzione di Ash: “Il Circo dei Pokémon cerca urgentemente costume da Mr. Mime smarrito il mese scorso.”. Allarmato dalla coincidenza, il bambino corse all’indirizzo riportato da tale manifesto, presumibilmente sede di questo fantomatico circo.
“Avemmo dovuto riaprire il mese scorso, ma senza questo costume per noi è impossibile.” Cominciò a spiegare la direttrice del circo. “Come puoi vedere, sono praticamente perfetti, tanto da essere scambiati per dei veri Pokémon.”
“E quali costumi vi mancano?” Chiese Ash, ormai sicuro della risposta.
“.. Un costume da Mr. Mime, come da volantino.” Rispose la direttrice.
Ash corse immediatamente a casa, pervaso da un misto di terrore e preoccupazione. Spalancando la porta vide sua madre assopita sul divano, tra le mani una tazzina di caffé che si stava lentamente versando sul tappeto. Alle sue spalle, proprio Mr. Mime. In un impeto di rabbia Ash gli sferrò un pugno con tutte le sue forze.
Colto di sorpresa, il Pokémon vacillò e la testa si staccò dal resto del corpo, mostrando la vera identità celata dal costume. Liane bluastre iniziaro ad uscire dal collo di Mr. Mime, poi due occhi castani rabbia e infine proprio due stivali rossi.
“TU HAI VISTO” urlò il Pokémon inferocito, poco prima di lanciarsi all’attacco. Ash fuggì in giardino urlando con tutto il fiato che aveva in corpo, ma non fu abbastanza veloce. Le liane di Tangela lo afferrarono, iniziando a strozzarlo; Ash si guardò intorno disperatamente cercando qualsiasi cosa potesse liberarlo dalla brutale morsa del Pokémon. Allungando il braccio riuscì ad afferare la vanga con cui lo stesso Pokèmon fino a pochi giorni prima curava il giardino di casa. Ash lo colpì di sorpresa, tagliandogli diverse liane e sfregiandolo in volto; Tangela fu costretto alla fuga.
Ripresosi dallo spavento, il piccolo bambino seppellì per sempre il costume da Mr. Mime sotto metri e metri di terra, nella speranza che l’incubo fosse finito.
All’indomani, Delia dette Mr. Mime per smarrito, ed Ash non fece parola dell’accaduto; cercando di comportarsi come al solito, uscì a giocare con Gary per una piccola sessione di pesca, ma qualcosa era cambiato: non era più possibile recarsi al torrente.
Il nipote del Prof. Oak gli raccontò difatti che l’accesso al fiume era stato recintato in seguito alla recente scomparsa di una piccola bambina, probabilmente scivolata fra le acque.
Un brivido percorse la schiena di Ash; che quella bambina fosse… ?
Nessuno lo sa con certezza, ma di fatto una cosa è sicura: a Kanto, i Tangela si trovano solo a Sud di Biancavilla. Ogni volta che ne incontro uno, mi chiedo ancora se sia qualche bambino scomparso.
Ken: “Tangrowth viene da ‘Tan’ (Tangela) più ‘Growth’ (crescita). I Tangrowth sono bambini cresciuti fra le liane. E sono ufficialmente diventati i Pokémon da me più odiati.”
Chaos: “Andiamo Ken, finiscila di essere così credulone. È solo una storia.”
Cydonia: “.. Una storia alquanto credibile, direi, se contiamo che il vero volto di Tangela non è mai stato mostrato ufficialmente.”
Vanillite: “Corro a liberare i Tangela che ho nel box immediatamente. All’orfanotrofio.“
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