È un pomeriggio del 1999 e voi siete seduti sul divano a fare zapping in attesa che inizi il nuovo episodio dei Pokémon quando, tutto a un tratto, appare davanti ai vostri occhi il titolo di un nuovo anime: Digimon. E tutto sta per cambiare, di nuovo.
Passano gli anni, passano i giochi e le serie animate ma ancora tutti ci ricordiamo della “faida” che si venne a creare tra chi sosteneva i Pokémon e chi, invece, riteneva superiori i Digimon. Oggi siamo qui per fare un po’ di chiarezza e per farvi capire che, seppur simili, i due brand hanno preso strade diverse l’uno dall’altro creando mondi e situazioni che vanno a soddisfare diverse tipologie di pubblico.
Due mondi diversi ma simili
Partiamo dalla genesi dei due prodotti, con i Pokémon che nascono come videogioco nel 1996 rispettivamente con Pokémon Rosso e Pokémon Verde sul Game Boy di casa Nintendo, mentre i Digimon si presenteranno un anno dopo come una sorta di Tamagotchi chiamato Digimon Virtual Pet a opera di Bandai.
Bandai, notando il forte interesse del pubblico verso i Pokémon, decise di sfidarli apertamente sia in ambito videoludico che televisivo. Ci concentreremo maggiormente su quest’ultimo aspetto, anche perché molti dei giochi dedicati ai mostri digitali sono rimasti relegati al suolo giapponese mentre buona parte delle serie animate è arrivata qui da noi.
Due mondi diversi abbiamo detto, e infatti tralasciando le meccaniche di “mostri che si evolvono” ci troviamo di fronte a due approcci completamente differenti. Con Pokémon noi siamo abituati a vedere un mondo in cui umani e mostriciattoli vivono insieme, aiutandosi a vicenda oppure lottando insieme. In questo modo si sviluppa un forte legame, proprio come succede ad Ash o a noi mentre giochiamo.
In Digimon la situazione invece è totalmente diversa. Il Digiworld infatti è un mondo virtuale totalmente scollegato dal nostro e, quando ne entra in contatto, di solito non è una cosa positiva. Inoltre i Digimon vivono la loro vita incuranti degli esseri umani in una società simile alla nostra che prevede anche delle vere e proprie caste interne.
Inoltre non tutti possono avere il loro mostriciattolo personale. Se in Pokémon chiunque può passare dal professore di turno per scegliere il proprio Pokémon iniziale in Digimon i partner vengono assegnati in modo quasi casuale ai Digiprescelti (DigiDestined). Nel Mondo Digitale non esistono strumenti per contenere i mostriciattoli ma questi camminano al fianco del loro “allenatore” al quale viene dato un Digivice, dispositivo che tornerà utile durante il processo di evoluzione e che reagisce al loro legame.
Restano comunque dei concetti di base simili ossia l’amicizia e la crescita interiore dei personaggi che devono migliorare per superare le avversità che si parano sul loro cammino.
Le molte forme dell’evoluzione
Punto fondamentale di tutta l’esperienza e vero momento di eccitazione per ogni fan è la possibilità dei mostriciattoli di evolvere in nuove forme più forti e adatte a situazioni o habitat più complessi. Ma già qui arrivano le prime profonde differenze, infatti l’evoluzione di un Digimon è qualcosa di reversibile mentre ciò non avviene nei Pokémon.
Inoltre un Pokémon evolverà sempre e comunque in un altro determinato Pokémon della stessa specie, mentre esistono Digimon che posseggono la capacità di trasformarsi in creature totalmente differenti rispetto allo stadio base.
Di base un Digimon evolve perché aumenta il suo legame con il Digiprescelto, utilizzando un digiuovo che attiva così la Armor Digievoluzione e in alcuni casi l’evoluzione puó risultare “sbagliata” portando il Digimon ad avere una forma alterata che potremmo considerare “malvagia“.
Oltre alle evoluzioni base abbiamo almeno altre due varianti ( che i fan temono possano arrivare anche nei Pokémon) ossia la DNA Digievoluzione che vede la fusione di due differenti Digimon oppure la diretta fusione col Digiprescelto (BioDigievoluzione). Quest’ultima è la dimostrazione di quanto profondo il legame tra i due compagni sia diventato e quante avventure hanno superato assieme.
A voler essere pignoli, già nella prima serie animata dei Digimon potevamo assistere a concetti evolutivi che in Pokémon sarebbero arrivati dopo come l’evoluzione tramite amicizia o le megaevoluzioni, culmine della linea evolutiva e inizialmente riservata a pochi prescelti.
La cosa che più viene discussa tra i due brand è il cosiddetto “fattore pucciosità“. Infatti raramente in Pokémon vedremo mostriciattoli assumere delle forme molto minacciose o addirittura con parti meccaniche fuse a quelle organiche. Di contro molto spesso i Digimon evoluti abbandonano l’idea di animale carino e adorabile per assumere forme più da battaglia e in alcuni casi decisamente umanoidi, come a far risaltare che il loro mondo sia una sorta di riflesso del nostro.
Famiglia Greymon e famiglia Charizard
In molti tendono a fare un paragone tra Pikachu, compagno fidato di Ash da inizio serie, e Agumon ma in realtà questo paragone potrebbe essere un po’ forzato. Infatti se da un lato abbiamo la coppia fissa Pikachu/Ash, dall’altro Agumon ha fatto coppia almeno con tre Digiprescelti diversi.
In realtà potrebbe essere un altro il mostriciattolo che accomuna i due brand, ossia Greymon. Avete presente quando vi lamentate con Game Freak perché si accanisce su Charizard dandogli sempre nuove forme? Ecco a Greymon succede lo stesso, ma le varianti sono molte di più!
Infatti non è raro trovare evoluzioni alternative di Greymon e bisogna considerare che una di queste, AncientGreymon, viene collocata nel gruppo di Digimon Leggendari che nel lontano passato difesero Digiworld dalle forze del male per poi diventare vera e propria figura mitologica.
Due grossi lucertoloni arancioni che si possono considerare veri marchi di fabbrica delle due serie e col tempo sono diventati famosi e importanti tanto quanto Agumon e Pikachu.
Mitologia e scale sociali
Sia Digimon che Pokémon si sono impegnati nel corso del tempo a dare una base all’evoluzione e alla creazione dei loro mondi, andando a creare delle creature che possono essere assimilate a divinità o messaggeri celesti.
Arceus Dialga Palkia e Giratina Ophanimon Cherubimon Seraphimon
Nel mondo Pokémon abbiamo la nascita di Arceus, sostanzialmente Dio, da un uovo posizionato nel nulla, stesso avvenimento troviamo nei Digimon con un uovo che si venne a creare in tempi remoti nella rete e dalla quale è uscito Yggdrasil/ENIAC, il progenitore dei mostriciattoli.
Arceus ha Dialga, Palkia e Giratina che fungono da guardiani e suoi stessi emissari sul mondo mentre il super computer Yggdrasil si avvale di Digimon angelici come tramite per governare Digiworld. Questa classificazione in schiere celesti dimostra uno studio approfondito e metodico della religione, cattolica e non, nonché un rischio calcolato ideato probabilmente per raggiungere anche un pubblico più maturo e cosciente.
Inoltre nel Digiworld il concetto stesso di bene/male è molto più approfondito e in alcuni casi è alla base degli scontri più importanti nella serie. Se da una parte abbiamo Giratina che si ribella al “padre” e per questo viene esiliato nel Mondo Distorto, dall’altra abbiamo schiere di Digimon malvagi che ricordano dei veri e propri demoni biblici.
Il male è quindi qualcosa di tangibile, non ricondotto a qualche Team Malvagio o Pokémon dalle dubbie intenzioni, ma come nella realtà influisce sulle vite dei Digimon, dei Digiprescelti e del mondo umano. Più che affrontare dei pazzi qui vi ritroverete spesso e volentieri a evitare la collisione dei due mondi o l’Apocalisse stessa!
La morte e la maturità delle tematiche
Mettiamola sul pesante e parliamo di un concetto che di solito si evita nelle serie animate per ragazzi: la morte. I due brand hanno da sempre affrontato la cosa in modi opposti con Pokémon che inizialmente ci dava l’idea del concetto di morte (vedi ad esempio Lavandonia) in maniera velata mentre in Digimon non si sono mai fatti problemi a far morire personaggi importanti sin dalla prima stagione.
Quando un Pokémon va KO diventa “esausto” e puó ritornare in forze semplicemente passando da un Centro Pokémon, al contrario un Digimon che riporta delle ferite profonde è destinato a scomporsi in dati digitali e sparire.
Ma anche i mostriciattoli Nintendo ci hanno fatto versare fiumi di lacrime come ad esempio in Pokémon Heroes dove Latios sacrifica la sua vita per fermare un maremoto oppure, in tempi più recenti, mostrandoci un Luxray che muore per mantenere al caldo il suo Allenatore.
Anche il concetto di aldilà è diverso tra le due serie. In Pokémon spesso viene dato per scontato che esista un mondo dopo la morte, popolato da spiriti che in alcuni casi possono interagire con noi o prendere possesso di oggetti di uso comune legandoci la propria anima. Discorso diverso per Digimon in cui la morte non è per forza la fine in quanto lo stesso mostriciattolo potrebbe rinascere sotto forma di uovo che si schiuderà col passare del tempo ma una volta nato non avrà ricordo della vita precedente.
L’utilizzo di tematiche più mature è diventato recentemente un marchio del brand Digimon soprattutto nelle ultime opere mentre, dall’altro canto, Pokémon sembra voler trattare temi più “pesanti” in maniera molto velata probabilmente per non traumatizzare i fan più piccoli.
Prendiamo ad esempio Digimon Adventure Tri e Digimon Adventure: Last Evolution Kizuna. Tutti e due possono essere considerati rispettivamente seguito e finale della primissima serie, con i personaggi che ormai sono cresciuti e non sono più dei bambini. Già questo è qualcosa che probabilmente non vedremo mai in Pokémon con Ash che ha 10 anni da ormai troppo tempo, in più la trama prende dei risvolti molto più cupi.
Nel primo scopriamo che una misteriosa infezione sta contaminando i Digimon portandoli a diventare aggressivi e minacciando chiunque, anche gli stessi protagonisti. Questa minaccia avrebbe ripercussioni anche sul mondo reale portando alla distruzione di tutti i network esistenti.
I Digiprescelti verranno informati che l’unica soluzione è eseguire un reboot di Digiworld, con conseguente reset del mondo a prima dell’infezione e perdita dei loro storici compagni ormai corrotti da questo virus.
Vi lasciamo scoprire l’evoluzione della storia da soli mentre diamo un’occhiata al film che più di tutti avrà fatto versare lacrime ai fan: Digimon Last Evolution Kizuna.
I Pokémon restano col loro allenatore per tutta la durata della loro vita, salvo cause particolari, ma per i Digimon il finale non è così felice. Vi siete mai chiesti perché i Digiprescelti sono per lo più bambini? Beh perché sono puri e pieni di sogni e ambizioni, qualità che vanno scemando man mano che si cresce.
A un certo punto dell’eta adulta sul Digivice apparirà una sorta di timer che andrà accelerando ogni volta che si esegue una Digievoluzione e, scaduto il tempo, il Digimon è destinato a sparire lasciando per sempre il mondo reale e il suo partner. Questo timer non è bloccabile, la situazione è abbastanza traumatica e non aspettatevi un lieto fine!
Tutto ciò per metterci di fronte alla realtà del cambiamento e della necessita di crescere che è in ognuno di noi, nonché la tristezza del dover dire addio agli amici più cari.
Due futuri differenti
Giunti a questo punto vi sareste già dovuti rendere conto che, pur partendo da basi simili, Pokémon e Digimon non possono essere più considerati uno la copia dell’altro. Qual è il migliore dei due? Impossibile rispondere a questa domanda anche perché, oltre a trattarsi di gusti personali, le due serie hanno preso percorsi diversi che possono accontentare sia i fan più piccoli sia quelli che cercano una trama più profonda e articolata.
Il nostro consiglio è di provare a dare una chance a tutte e due le serie cercando di scoprire da soli qual è quella più adatta a voi e, se volete parlarne con noi, siamo aperti a qualsiasi discussione purché costruttiva. Basta avere pregiudizi, informiamoci su quello che non conosciamo in modo da poter evolvere anche noi e diventare migliori.
Cosa ne pensi? Facci sapere la tua sulla nostra chat Telegram, sul Forum o sui canali Social!