Marco Vitale
Flynn: Son of Crimson è il nuovo platform action prodotto da Studio Thunderhorse e pubblicato da Humble Games, finanziato da una campagna Kickstarter dal buon successo; approcciandosi al gioco, si rimane ammirati dalla splendida pixel art, dai combattimenti frenetici e dal senso di libertà e avventura trasmesso dal titolo. Promesse tutte rispettate: al netto di qualche imperfezione, il gioco indie offre un’avventura stimolante per i neofiti e per i veterani del genere. La versione provata da noi è quella PC di Steam, ma il gioco è anche disponibile dal 15 settembre sul negozio digitale di Nintendo Switch.
Torna a casa, Dex!
Come avviene spesso, l’eroe di Flynn: Son of Crimson è un ragazzo qualunque, che posto di fronte ad una minaccia si arma di coraggio e spada, parte per un lungo viaggio, scoprendo nel frattempo il proprio potere nascosto e il suo stesso destino di protettore del mondo. In questo caso, il fido compagno del nostro personaggio principale, il grande canide Dex, viene rapito dalla nemesi malvagia del protagonista, il quale dovrà dunque affrontare numerose insidie per liberare l’amico. Recuperato Dex, Flynn dovrà vedersela con The Scrouge, una pericolosa orda di nemici proveniente da un mondo parallelo.
La storia risulta piuttosto lineare, ma mantiene dei momenti di pathos interessanti; di grande aiuto all’immersività le cutscene ben curate, impreziosite ulteriormente dall’ottima resa della grafica 2D del gioco. Nota di demerito per la gran parte dei boss: questi potenti avversari ci attaccheranno spesso senza nessun motivo apparente, essendo il gioco privo della lore necessaria a ricostruirne le intenzioni.
Dunque, a parte dunque qualche dettaglio, la trama svolge adeguatamente il suo compito di interessare il giocatore a proseguire nel titolo, ma senza guizzi, mentre egli viene premiato anche sul versante gameplay attraverso il costante senso di progressione presente lungo tutta la durata della partita.
Potere, potere e ancora più potere!
Se si esclude lo stile della pixel art, il miglior punto di forza del titolo è sicuramente il gameplay: fin dai primi minuti, Flynn segue con precisione e prontezza i comandi del salto, dell’attacco e della schivata. Nelle fasi più concitate, tale precisione è il vero valore aggiunto di Flynn: Son of Crimson, permettendo al giocatore di districarsi tra gli enigmi e i nemici con soddisfacente fluidità.
Il titolo non si presenta proibitivo se giocato a difficoltà normale, anche se richiede al giocatore una certa dose di attenzione costante; ricordando titoli eccellenti come Metroid e Shovel Knight, l’indie si divide in mappe da superare in ordine per procedere, a loro volta organizzate in stanze indipendenti che contengono un enigma o una serie di nemici e che precludono l’accesso alla successiva.
Anche i puzzle non sono troppo complessi e richiedono soprattutto un uso ragionato e creativo dei poteri ottenuti lungo il corso dell’avventura. Un piccolo neo è riscontrabile a tal senso nella quantità delle stanze per livello, talvolta eccessiva: si sarebbe facilmente potuto tagliare qualche ostacolo di troppo.
A tal proposito, eccezionale la distribuzione delle tecniche apprese dall’avatar durante il corso della partita: insieme agli enigmi sempre differenti nei numerosi livelli, esse rendono ogni istante dell’avventura particolare e unico. Flynn parte con una semplice spada di legno per poi padroneggiare diversi tipi di armi, la magia e una tecnica di trasformazione che incanala i danni subiti in una sorta di mossa finale devastante. Dopo la prima ora abbondante si aggiunge anche il gradito albero delle abilità, che attraverso la valuta di gioco permette la personalizzazione dell’avatar con nuove tecniche e poteri aggiungendo al titolo ulteriore profondità.
Pochi pixel, ma tanta art
Il primo approccio con Flynn: Son of Crimson è di stupore per la cura in ogni dettaglio grafico, che lo inseriscono nella tradizione del platform 2D pur mantenendo un’identità definita. Il livello della pixel art è elevato, con un’attenzione all’uso del colore magistrale, e le animazioni spiccano per la loro piacevolezza e contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco appagante sia dal punto di vista videoludico che artistico.
Il design visivo dei poteri dell’eroe è anche degno di lode: ogni mossa è ben distinguibile ed è resa in modo decisamente appagante per il giocatore, il quale sarà spesso invogliato a sbloccare nuove abilità anche solo per osservarne la resa grafica. In questo ambito brilla la trasformazione speciale di Flynn, che esprime con maestria l’enorme potere scatenato.
La colonna sonora non appare allo stesso livello, con pochi brani memorabili che spiccano sugli altri. Sempre gradevole, essa accompagna le avventure di Flynn senza rubare troppa attenzione al gameplay o all’aspetto grafico. Lo stesso discorso si può fare con gli effetti sonori. Un vero peccato, perché un eccellenza anche da questo punto di vista avrebbe potuto rendere questo titolo veramente eccezionale.
Conclusione: un capolavoro sfiorato
Il platform di Studio Thunderhorse è un prodotto di pregio. Non essendo esente dai difetti, esso traccia guida per le altre software house indie: produrre prodotti che non abbiano paura di essere loro stessi, sia inseriti nel loro genere sia portatori di novità.
Intelligente la scelta di porre il gameplay e la grafica sopra ogni altro aspetto: poste delle premesse chiare e coerenti, si ricompensa l’utente appassionato di un certo genere videoludico, riempiendolo di meraviglia per ogni tecnica sbloccata e enigma risolto. Il pregio intrinseco a Flynn: Son of Crimson è quello di dare valore al tempo del giocatore, non perdendosi in chiacchere o meccaniche astruse; esso appare, finito di giocare, come un’avventura in un mondo lontano e fiabesco che difficilmente sarà dimenticata.
Voto: 9
Animazioni ben curate
Gameplay fluido e comandi precisi
Abilità diverse e ben rese graficamente
Crescita graduale dell’avatar
Puzzle un po’ ridondanti
Soundtrack poco incisiva
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