Il franchise dei Pokémon, partito con una “modesta” schiera di 151 creature, comprende ormai quasi 1.000 mostriciattoli. Con un assortimento così ricco, per gli addetti ai lavori è sempre più difficile includere ogni singolo pezzo del Pokédex nei progetti videoludici. Lo sanno bene gli sviluppatori che hanno lavorato a Pokémon Unite che, proprio come molti loro colleghi, hanno optato per una rosa di modeste dimensioni.
Il criterio di inclusione, spesso nebuloso nel caso di altri titoli, è stato recentemente esplorato in un’intervista rilasciata alla rivista giapponese Famitsu. Ecco quanto ha dichiarato il team a proposito delle motivazioni che hanno guidato la composizione del roster dei combattenti:
“Abbiamo scelto i Pokémon in base alla facilità con cui i giocatori potessero cogliere il loro stile di combattimento semplicemente guardandoli. Essendo io stesso un fan dei mostri tascabili, volevo che una varietà di Pokémon prendesse parte al gioco. Questo include anche scelte eccentriche come Crustle, perché volevamo esplorare tutte le possibilità su quali creature potessero essere presenti in Pokémon Unite”.
Masaaki Hoshino, produttore di Unite
Durante l’intervista, gli sviluppatori di Pokémon Unite hanno parlato inoltre del processo di selezione dei mostriciattoli selvatici.
“Abbiamo scelto i Pokémon selvatici in base a quanto bene si adattassero all’atmosfera dello stage. Un rapido inciso: se si sconfigge Rotom, questo andrà a distruggere la porta avversaria. Questo aspetto si basa sulle informazioni contenute nel Pokédex, che descrive come Rotom possa entrare all’interno degli apparecchi elettronici per distruggerli o prenderne il controllo”.
Masaaki Hoshino, produttore di Unite
Insomma, la squadra dietro al recente titolo MOBA non ha lasciato nulla al caso!
Cosa ne pensi? Facci sapere la tua sulla nostra chat Telegram, sul Forum o sui canali Social!