Maria Enrica
Nel condividere un messaggio, una storia, non è obbligatorio utilizzare la voce. Dopotutto la lingua è un linguaggio, al pari di un gesto d’affetto, del verso di un animale. E ciò accade in Blanc, che ci rende partecipi attivi della sua favola.
Casus Ludi avrebbe potuto affidarsi al medium del fumetto e tratteggiare una serie di strisce da leggere tutte d’un fiato; invece, lo studio francese ha voluto sfruttare l’interazione propria dei videogiochi per consentire al pubblico d’immergersi in prima persona in questa avventura cooperativa per Nintendo Switch. Creato a braccetto con Gearbox Publishing, Blanc fa dell’amicizia la sua ragion d’essere tanto in termini di un gameplay condito da puzzle vari, quanto in virtù di una storia che si sviluppa su una curiosa amicizia che scivola con il candore della neve e la pesantezza di una matita.
C’era una volta, in una terra senza parole…
…Una tempesta di neve improvvisa che ha iniziato a coprire la foresta e le zone limitrofe con il suo tagliente vento bianco. Due branchi, uno di lupi e l’altro di cervi, si affrettano nel loro percorso migratorio per sfuggire al tempo nefasto, non accorgendosi però di lasciare indietro due cuccioli, uno per gruppo. Inizialmente separati dalla lingua ghiacciata di un fiume, il lupetto bruno e il cerbiatto latteo si uniranno presto tra di loro, alla volta delle tracce che, come un faro in un oceano candido, dovrebbero farli ricongiungere alle loro rispettive famiglie.
Riprendendo quanto accennato in apertura, Blanc ha il merito di non umanizzare a ogni costo i suoi protagonisti, ora eliminando ogni possibile linea di dialogo, ora lasciandoli andare, alle volte, a brevissimi momenti di rabbia o smarrimento animaleschi. Il loro galoppare e le loro peregrinazioni accompagneranno il giocatore e un suo amico o familiare giusto il tempo di un pomeriggio da trascorrere insieme, fornendo magari il fil rouge ideale con le improbabili controparti virtuali, destinate a rafforzare il loro legame in un crescendo ben riuscito.
L’amicizia vien cooperando
La curiosa amicizia tra il cerbiatto e il piccolo lupo si articola lungo un percorso guidato, ora dalle impronte a terra, ora da degli oggetti che, rispetto allo sfondo, indicano al duo quanto al giocatore un ostacolo in arrivo con conseguente enigma da risolvere. Il primo è alto, slanciato, in grado di saltare su più piattaforme e di spingere oggetti altrimenti immobili; il secondo è minuto, capace pertanto d’intrufolarsi lungo pertugi irraggiungibili dal suo bianco amico quanto di aiutarlo tirando a sé porte e altro.
Da questa sommaria disamina delle loro peculiarità s’intuisce il centro dell’impianto ludico di Blanc, ovvero la cooperazione. Per aprirsi un passaggio ad esempio, il lupetto dovrà tagliare una corda a morsi, non prima però di essersi fatto aiutare per balzare su un piano specifico. A suggerire l’insistenza sul lavoro condiviso è anche la telecamera, la quale si fa indietro fino quasi a impazzire nel momento in cui i due si allontanano, anche di poco, o li segue dolcemente nel loro viaggio. I puzzle disseminati per il gioco non sono mai realmente sfidanti, lasciando sospesi a riflettere solo sul punto da raggiungere per innescare uno o un altro meccanismo.
Potremmo vedere in Blanc qualcosa di Brothers: a Tale of two Sons (2013, dall’autore di It Takes Two) per le sue dinamiche dipendenti da due utenti distinti, oppure (anche se in maniera velata e lontana) qualcosa di quel capolavoro che è Journey (2012, Thatgamecompany), considerata pure la possibilità di cercare un compagno cerbiatto o lupo che sia online. Oltre a giocare in locale con un secondo giocatore, non è da escludere il gioco in singolo: certo, il sistema è tarato per due persone, ma dopo qualche attimo di allenamento, guidare l’uno con il Joy-Con sinistro e l’altro con il destro non risulta frustrante. Un compromesso funzionale per accontentare un’utenza più ampia.
Vivere una graphic novel
Un appassionato di fumetti potrebbe riconoscere la nazionalità di Casus Ludi guardando Blanc; quel tratto leggero e quelle forme riempite da tonalità di neri e bianchi nebbiosi rivelano la cultura artistica d’oltralpe. È interessante la scelta di rappresentare i protagonisti con due colori agli antipodi, come a simboleggiare l’apparente lontananza di razza, di vita tra di loro, differenze che avvicinandosi non appaiono tali e anzi diventano un vantaggio per il percorso da compiere.
Giocare l’ultima fatica del team francese è pertanto come sfogliare una graphic novel con l’ausilio di un controller. I disegni in 2D trasposti alle tre dimensioni non sempre si amalgamano tra loro, rivelando degli spigoli indigesti, della sporcizia visiva non indifferente, eppure rappresenta il fiore all’occhiello di una storia che si lascia anche trascinare dalla sua essenza fumettosa. Peccato perché tali spigolosità e le animazioni compassate dei cuccioli ingabbiano spesso gli stessi dietro un oggetto, tra un ramo e un altro, pregiudicando la buona riuscita di un enigma o la scorrevolezza dell’esperienza tutta.
Blanc è una favola invernale da vivere in un nevoso pomeriggio in casa, che sia con un amico, un familiare oppure in solitaria. Può essere uno stratagemma per convincere qualcuno ad approcciarsi ai videogiochi, seppure le animazioni ingessate del cerbiatto e del lupetto potrebbero mandarlo in confusione. A patto di convivere con una telecamera non sempre dolce nei movimenti, il gioco saprà trasformarsi davvero in una graphic novel da leggere e completare nel tempo che la tormenta finisca e ci lasci un lieto fine.
Blanc è disponibile per Nintendo Switch dal 14 febbraio 2023 tramite il Nintendo eShop al prezzo di 14,99 euro.
Voto: 7
Buona mappatura dei comandi se si gioca da soli
Una graphic novel videoludica
Animazioni ingessate tali da ostacolare il proseguimento del gioco
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