Maria Enrica
C’è un momento specifico in cui ci si sente deboli, febbricitanti, assonnati. Solo che la nostra dolce metà pretende di saltare il pranzo e allora non importano la febbre, i dolori; troveremo la forza di metterci ai fornelli per preparare degli ottimi idli. Ed è allora, o passando per un altro pasto, che ci troveremo in sintonia con Venba.
Come tanti odori diversi si abbracciano per creare una cornucopia di sapori speciali, così il gioco sviluppato e pubblicato da Visai Games riesce a toccare le corde di chiunque, siano essi figli o anche genitori di qualcuno. Non è esattamente una storia autobiografica – come specificato dal direttore artistico Abhi in più interviste – ma concentrandosi sulla vita di una coppia di immigrati, con la costante del cibo, quella di Venba ha trovato la ricetta giusta.
Generazioni e costanti
Piuttosto che reiterare la crescita di un piccolo, grande eroe infatti, il team di sviluppo si è voltato alle spalle per concentrarsi sul punto di vista di due neo genitori, sulle loro sfide, vittorie, tragedie quotidiane. A scandire il racconto sono sette frangenti temporali precisi che coprono oltre trenta anni, mostrando degli spaccati di una famiglia alla ricerca di un equilibrio tra l’aggrapparsi alle proprie origini e il desiderio di una nuova vita, lontano.
Il 14 luglio 1988 Venba si sveglia con un forte mal di testa e un senso di nausea crescente. Suo marito Paavalan è accanto a lei, per accertarsi del suo stato di salute poco prima di correre al lavoro. Dopotutto la loro vita in Canada, così distante a livello geografico e culturale dall’India e nello specifico dal gruppo etnico Tamil, è fatta di difficoltà e ricerca di compromessi continui; quello della mattina citata riguarda i dolori della giovane donna e la sua pur forte volontà di assicurare un pasto caldo a un marito poco portato ai fornelli.
Seppure alla comodità di casa sono seguite le fatiche nel continente occidentale, a essere costante nel tempo e nello spazio è il cibo; come un portafortuna, un mondo di possibilità ora per sprigionare un ricordo da un profumo, ora per crearne degli altri. Venba apre il diario di ricette che la madre le affidò per il viaggio, peccato che varie parti a penna si siano bagnate e in generale il regalo si sia danneggiato, costringendola (e il giocatore con lei) a usare il suo intuito per restituire ai cibi il loro risultato originario.
L’abbraccio affettuoso dato da degli idli buonissimi (una sorta di tortina di riso salata) viene rafforzato dal responso riguardante le nausee della protagonista: Venba è incinta, motivo che spinge la coppia a rimandare un eventuale ritorno in patria per assicurare una vita diversa e potenzialmente ben agiata al loro pargolo.
Forse la storia avrebbe meritato un minutaggio di poco maggiore delle due ore circa complessive al fine di esplicare in modo più disteso certi cambiamenti nel rapporto tra madre e figlio (i salti temporali ci portano quasi al nostro presente); nondimeno, la scrittura, la sceneggiatura e il ritmo concorrono a formare un quadro tanto sensibile quanto genuino e quando Kavin assaporerà una ricetta specifica, torneremo indietro nel tempo con lui.
La cucina come mezzo, la cucina come gameplay
La cucina in Venba è sapientemente connaturata alla sua struttura narrativa, è uno stratagemma elegante quanto conviviale di veicolare un messaggio di sentimenti profondi tra i membri di una famiglia. La presenza di un ricettario deteriorato e la necessità di porre gli ingredienti nel giusto ordine forniscono al gioco una sfumatura da puzzle.
Certo, pur incasellando la storia in un genere, si tratta di una versione tutta personale di Visai Games, la quale non prevede alcun aspetto arcade o competitivo, anzi, ora le parole dell’alter ego di turno, ora i suggerimenti e la possibilità di ripetere un eventuale errore sottolineano il carattere casalingo del gameplay, votato a un avvicinamento tra giocatore e gioco, piuttosto che a una sfida contro il tempo.
Chi non è pratico di cucina, o almeno di quella Tamil, scoprirà inoltre una serie di curiosità sfiziose che accenderanno la voglia di approfondirne gli argomenti, galvanizzate da un lavoro eccelso sul comparto sonoro quanto sui colori degli ingredienti e delle pietanze varie. Il cibo, è bene sottolinearlo, è la costante di Venba, intesa come gioco e come il personaggio, attorno al quale si formano legami, ricordi.
Una cucina, un’orchestra di sapori
Anche la colonna sonora contribuisce all’orchestra culinaria del gioco, fatta di musiche calde e vivaci, in pieno accordo con ogni situazione. Se il carattere generale è votato al realismo, lo stile artistico condivide la stessa energia di quello musicale, giocando su una maggiore saturazione sia degli ambienti che dei protagonisti; personaggi che mancano di una localizzazione in lingua italiana, per quanto il livello di inglese richiesto sia basilare, se non per un paio di termini specifici del lessico culinario.
Venba è un’esperienza di sincero amore per la propria famiglia e per le proprie origini in sincronia con il cibo, una costante che nel tempo s’insaporisce di ricordi, affetto, eventi personali. Dalla curiosità per la cultura Tamil a un senso di empatia con i personaggi il passaggio sarà molto breve, poiché la sua storia è universale.
Abbiamo analizzato Venba in versione PlayStation 5, ma è disponibile anche per Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop dal 31 luglio 2023 al prezzo di 14,99 euro.
Voto: 8.6
Un’atmosfera di affetti quotidiani contagiosa
Cucinare è semplice e coinvolgente
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