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La macchina del tempo un anno dopo: cosa ci ha lasciato il finale di Pokémon Scarlatto e Violetto?

Cosa unisce il finale di Pokémon Scarlatto e Violetto ai titoli delle precedenti generazioni? Scopritelo insieme a noi in questa rubrica!

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Lo scorso 18 novembre Pokémon Scarlatto e Violetto hanno festeggiato il primo anno dalla loro uscita lo scorso autunno. Questi titoli sono ormai passati alla storia come i più discussi di tutti i tempi del franchise, persino più dei giochi di debutto della precedente generazione. Rispetto a Pokémon Spada e Scudo, infatti, i titoli di nona generazione hanno mostrato evidenti limiti tanto nell’aspetto tecnico e grafico quanto in certi frangenti di gameplay, dove questi non si sono dimostrati all’altezza rispetto a quanto ci si può aspettare da un brand miliardario come quello dei mostriciattoli tascabili.

Nonostante le aspre critiche che hanno travolto i giochi, Pokémon Scarlatto e Violetto nascondo parecchie gemme narrative di grande risalto, le quali hanno trovato un riscontro decisamente positivo dalla community internazionale. La parte finale dell’arco narrativo “Il sentiero leggendario” infatti è sicuramente una delle migliori trovate degli ultimi anni di Game Freak, la cui godibilità è minata esclusivamente in parte dalla resa grafica scadente. Ma cosa rende questo frangente di gioco così pregevole agli occhi dei giocatori?

Innanzitutto, la conclusione di questi titoli raggiunge una maturità mai dimostrata dalla casa sviluppatrice in oltre 27 anni di videogiochi. È infatti la prima volta che in un gioco Pokémon viene dichiarata esplicitamente la morte di un personaggio chiave come il Professore Pokémon del gioco (Olim per Pokémon Scarlatto, Turum per Pokémon Violetto); soltanto nelle ultime ore di gameplay veniamo a conoscenza del fatto che lo/a studioso/a con cui abbiamo interagito sin dalle prime fasi di gioco non è altro che un’intelligenza artificiale realizzata dai professori stessi, scomparsi durante i loro studi nell’Area Zero.

Laboratorio Zero

Una volta venuti a conoscenza di questa spiazzante verità, all’interno del Laboratorio Zero l’IA ci rivelerà che nel suo sistema di memoria sono custoditi tutti i ricordi e gli studi del professore originale, le cui ricerche hanno portato alla realizzazione di una macchina del tempo in grado di trasportare nel nostro mondo dal passato (in Pokémon Scarlatto) o dal futuro (in Pokémon Violetto) dei Pokémon Paradosso. Proprio questa invenzione però si rivelerà fatale per Olim e Turum, dal momento che l’inaspettata violenza dei mostriciattoli evocati porterà alla morte il padre e la madre di Pepe.

L’IA inviterà dunque il giocatore a realizzare l’ultima volontà dei defunti professori, ovvero lo spegnimento della macchina del tempo che tanto avevano desiderato creare. Con un ultimo colpo di scena però, l’intelligenza artificiale ci avvisa di un ultimo dettaglio: a causa della propria programmazione, questa non potrà sottrarsi dal difendere la stessa macchina che ci ha chiesto di distruggere.

battaglia finale Pokémon Scarlatto e Violetto

Il climax finale di Pokémon Scarlatto e Violetto raggiunge il proprio apice con una lotta scenograficamente spettacolare, che terminerà con il successo del giocatore e con la disattivazione del programma di difesa dell’IA che, ormai conscia della situazione, saluta per sempre il giocatore utilizzando per un’ultima volta il congegno, viaggiando lei stessa nel tempo.

Come affermato precedentemente, un finale di tale profondità non si era mai visto nei giochi dedicati ai mostriciattoli tascabili, se non per una singola eccezione: Pokémon versione Bianca e versione Nera. La grandezza della conclusione di questi titoli è da considerare addirittura maggiore rispetto a quella che vi abbiamo appena raccontata per un motivo di enorme rilevanza, ovvero la completa rottura con i canoni del passato.

finale Pokémon Nero

La Lega Pokémon avvolta dalla morsa del castello del Team Plasma, l’invito di N a sfidarlo nel proprio palazzo, l’incontro con il Pokémon leggendario di copertina nel covo del nemico, la rivelazione del piano di Ghecis che, frustrato per la sconfitta del figlio, si scaglia furioso contro di noi in una lotta che deciderà le sorti di Unima, sono tutti ricordi indelebili per coloro che si sono divertiti giocando i prodotti di debutto della quinta generazione. Tutti i momenti che abbiamo appena elencato rappresentano inoltre un completo sovvertimento dei cliché a cui Game Freak non aveva mai osato rinunciare fino a quel momento.

Ad avvalorare ulteriormente il finale di Pokémon versione Bianca e versione Nera è l’elevato livello narrativo che i giochi mantengono durante l’intero gameplay della campagna principale. A differenza dei titoli ambientati a Paldea infatti lo svolgimento della storia viene affrontato progressivamente nelle fasi gioco, permettendo al giocatore di interfacciarsi passo dopo passo ai tormenti interiori di N, alle azioni contraddittorie del Team Plasma e alla scoperta della verità sulla fondazione della regione che stiamo esplorando.

Unima

Fino a questo momento ci siamo limitati a discutere esclusivamente del finale di Pokémon Scarlatto e Violetto, ma questa non è certamente l’unica perla rintracciabile nel mare di discussioni che ha sommerso le ultime iterazioni sviluppate da Game Freak. Tra gli appassionati dei mostriciattoli tascabili sono infatti moltissimi coloro che hanno apprezzato le vicende che hanno coinvolto il Team Star e la loro fondatrice, ovvero Penny.

Il suo personaggio si rivelerà presto una chiave per l’arco narrativo “Il viale della polvere di stelle“, che vedrà l’Allenatore protagonista viaggiare per la regione nel tentativo di interrompere le attività del Team Star. A farci questa richiesta sarà una misteriosa figura, Cassiopea, che ci contatterà in via anonima tramite uno Smart Rotom. Attraverso dei flashback, mano a mano che procederemo a sconfiggere le basi dei vari capibanda, saremo in grado di scoprire quali siano i retroscena che si celano dietro la fondazione del gruppo; attraverso questi verremo a sapere che la banda è nata come mezzo di difesa dal bullismo, ma che ora rischia di vedere espulso ogni suo membro dall’Accademia.

Team Star

I motivi dietro all’imminente espulsione dell’intero Team Star è da ricondurre alla condotta della banda, che da quando è stata abbandonata dal proprio arcicapo ha assunto atteggiamenti ribelli. Dopo aver sciolto tutte le cinque divisioni del gruppo, tutti i nodi vengono finalmente al pettine: scopriremo che il capo del Team Star non è altri che Cassiopea, che pur di salvare i propri amici dall’espulsione è stata disposta a sacrificare la banda da lei stessa creata.

Attraverso una confessione scopriamo infine che dietro la “maschera” di Cassiopea si nasconde in realtà Penny, che dopo aver lottato contro di noi procede successivamente a scusarsi con i propri compagni per aver celato loro la sua vera identità e per la propria assenza. Nonostante agli occhi dei videogiocatori più attenti questi dialoghi possono apparire come semplici conferme delle proprie ipotesi iniziali, le parole pronunciate da Penny, che per la prima volta si è dimostrata capace di uscire dal guscio del proprio carattere estremamente introverso, sono di una carica emotiva a cui difficilmente abbiamo assistito nei precedenti titoli di Game Freak.

Penny lotta finale Pokémon Scarlatto Violetto

Nonostante la storia si limiti a una ridotta dimensione scolastica, questa è in grado di coinvolgere i sentimenti del giocatore in maniera decisamente più profonda rispetto a molte organizzazioni malvagie delle generazioni passate, come Team Rocket, Team Magma e Team Idro. Inoltre, la costante scoperta di informazioni durante la narrazione aiuta il giocatore a godersi pienamente il finale di questa storia a tema Pokémon.

In ultimo, la caratterizzazione psicologica di un personaggio rivale ben approfondito come quello di Penny è tra le migliori mai proposte da un gioco dei mostriciattoli tascabili, paragonabile esclusivamente a uno dei rivali più apprezzati dalla fanbase, ovvero Silver, e a uno dei più sottvalutati, cioè Hop. La difficoltà che Penny dimostra di avere nell’affrontare le proprie insicurezze, superata solo grazie all’intervento dei propri compagni e del giocatore durante le fasi di gioco, la rende decisamente più apprezzabile rispetto a un rivale come Barry che, nonostante non faccia altro che sbattere goffamente contro il giocatore per tutto il gioco, resta uno dei personaggi più apprezzati dal pubblico.

Barry

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Fonte #
finale Pokémon Scarlatto e Violetto

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