A Highland Song, Recensione: una voce dalle montagne

Annunciato nel corso dell’ultimo Indie World di Nintendo il 14 novembre scorso, A Highland Song ci mette nei panini di Moira, una ragazzina di quindici anni. Il gioco è un’avventura narrativa a scorrimento laterale e tutto, al suo interno, dalla narrazione allo stile artistico, richiama a gran voce e con grande amore la cultura dei popoli di matrice celtica.

“Corri più veloce che puoi”

Moira conosce le montagne presso cui ha vissuto come il palmo della sua mano ma, quando improvvisamente riceve la richiesta dello zio Hamish di raggiungerlo al faro, la ragazza, che non ha mai visto il mare, corre per raggiungere la sua destinazione. Il modo in cui pian piano riceviamo le informazioni sulla storia è decisamente caratteristico e suggestivo, in quanto è nel corso delle scalate verso il faro che Moira racconterà del suo rapporto problematico con la madre.

Nessuna cutscene, nessun momento perno della narrazione, tutto avverrà tra i pensieri della ragazzina ed è come se fossimo in intimità con lei mentre si confida. In qualche modo sentiremo spesso anche la voce dello zio Hamish, chiamato “Zio H“, che ci racconterà, oltre a dei dettagli sulla vita di Moira e della madre, tante leggende e segreti che, come abbiamo anticipato, provengono dalla cultura celtica.

In merito a ciò è fondamentale segnalare che il gioco è disponibile solo in un inglese e in forma dialettica. Troveremo infatti esempi come “cannae” al posto di “can not” e “mabbe” al posto di “maybe” e questo potrebbe simboleggiare un ostacolo per alcuni.

La chiamata di Zio H è da rispettare entro un certo limite di tempo, il “Giorno di Beltane“, entro il quale ci aspetterà una bella sorpresa. In caso contrario sbloccheremo dei finali diversi, segno del fatto che sarà necessario giocare più volte prima di scoprire tutti i segreti delle Highlands scozzesi.

Un passo dopo l’altro verso la cima… E di nuovo

Quanto abbiamo detto finora si esplica attraverso dei comandi molto elementari e facilmente assimilabili: basta un tasto per il salto, uno per la corsa, uno per fermarsi a riposare, uno per interagire, uniti allo stick sinistro per arrampicarsi. Durante le nostre scalate troveremo degli oggetti apparentemente di poca importanza, dei sentieri che collegano due punti diversi della stessa montagna o due monti diversi o dei ripari dalla pioggia, punti contrassegnati da un puntino o da un’iconcina luminosa.

Qui si palesa un difetto, in quanto finché a schermo è visualizzata una linea di testo, tale puntino non verrà visualizzato, passando inosservato e facendoci perdere l’occasione di scovare qualcosa di interessante o utile (o persino perdere tempo al fine di trovarlo e proseguire oltre). La scalata delle montagne è il mezzo tramite cui riusciamo ad andare avanti, mentre sotto un albero, dietro una roccia, in una grotta, potremo trovare delle mappe contenenti un indizio sui prossimi luoghi che esploreremo.

Nostro nemico sarà il meteo, perché un temporale o una nevicata possono rendere la vita di Moira molto ostica (come anche passare la notte all’aperto); in questo caso sarà meglio trovare un riparo e aspettare che le condizioni migliorino.

Avremo anche l’occasione di sperimentare alcune sessioni ritmiche, in cui, al fianco di un cervo, correremo e salteremo tutti gli ostacoli a ritmo delle canzoni folkloristiche dei TALISK e dei Fourth Moon, le quali costituiranno un momento di gradevolissimo cambiamento rispetto al normale andamento del gioco. C’è molta calma durante l’esplorazione e tutto sembra rimandare a una dimensione spirituale di rispetto per la terra che ci ospita, seppure proprio alcuni aspetti di quanto abbiamo detto costituiscono il tallone d’Achille di A Highland Song.

Stando a quanto abbiamo descritto finora, il gioco consiste nello scalare una montagna dopo l’altra, mentre con i dialoghi scopriamo parti di storia (o di storie). Le parti di queste ultime vengono segnate nel taccuino di Moira senza organizzazione di alcun tipo, semplicemente in ordine di scoperta. Quando invece imbocchiamo un sentiero non sappiamo dove andremo a finire esattamente. Possiamo concludere quindi che l’unico motivo dello scalare una montagna è passare a quella successiva.

C’è molto spaesamento durante il gioco, che non è dovuto alla natura intrinseca delle montagne, ma a una struttura che avrebbe dovuto essere più solida e a causa di questo il giocatore potrebbe non sentirsi abbastanza motivato. Un’idea avrebbe potuto consistere nel nascondere dei pezzettini di leggende (lasciando a Moira solo le storie relative alla sua vita) in dei punti di interesse tra le montagne che, una volta trovati, avrebbero occupato il loro posto nella pagina dedicata (dando al giocatore un piccolo ventaglio di storie), mentre le mappe avrebbero potuto essere dei segreti nascosti tali da permettere l’esplorazione dei punti indicati, conferendo magari ulteriori parti di leggende.

Con questo senso di completismo il giocatore avrebbe avuto uno stimolo a esplorare e a trovare tutti i punti più nascosti. Senza allontanarsi dalla natura esplorativa del gioco, Moira avrebbe potuto appuntarsi su un foglio i luoghi già visitati, in modo da costituire una piccola mappa che, se non dice dove andare, almeno dice dove siamo già stati non facendo sentire il giocatore disperso.

Un colpo d’occhio (e di orecchio) senza eguali

Il campo in cui A Highland Song eccelle è quello artistico. Il primo impatto con il gioco è di meraviglia per uno stile caratteristico e casereccio. Ogni singolo punto è come un quadro dipinto con dei pennelli reali e tutte le animazioni di Moira sono disegnate a mano. Le musiche invece, insieme alle già citate canzoni che sentiamo quando sgambettiamo nelle nostre sessioni ritmiche, rimandano a tutto l’immaginario culturale che abbiamo nominato.

In queste tracce di accompagnamento sentiremo spesso il violino e il pianoforte, con un ruolo importante ricoperto anche dai suoni ambientali come il vento, la pioggia, i tuoni. Il risultato è un gioiello di atmosfere evocative e se siete particolarmente appassionati a queste terre non potrete fare a meno di “sentire il treno fischiare” e immaginare di trovarvi proprio su quelle montagne.

Scorrazzare tra i monti in totale libertà

Il gioco è disponibile su Steam e Nintendo Switch. Il vantaggio della versione Switch è sicuramente la possibilità di giocare ovunque vogliate in modalità portatile senza alcuna penalità a livello di grafica o di prestazioni. Purché non dimentichiate le vostre cuffie per godere al meglio delle musiche, A Highland Song è perfetto per una partita veloce, che vi troviate in ufficio, in fila o all’aperto.

Alla fine del nostro discorso, che pensiamo di A Highland Song? Lo consigliamo? Assolutamente sì. La sua è un’operazione molto chiara ed estremamente nobile nelle intenzioni, ricordiamolo, di mantenere viva una cultura che ha tanto di interessante, una cultura molto legata a un’accesa spiritualità e al rispetto per la terra in cui viviamo.

Per quanto la parte artistica sia eccellente, purtroppo quella tecnica non va di pari passo, lasciando scoperta una struttura che avrebbe potuto incentivare maggiormente il giocatore. Tenendo questo a mente, siate pronti a lanciarvi all’avventura!

A Highland Song è disponibile per Nintendo Switch dal 5 dicembre 2023 attraverso il Nintendo eShop al prezzo di 15,99 euro.