Quando ero piccolo, la visita al supermercato “Famila” di quartiere era sempre felice. Lì, fra spesa generica e dolcetti d’occasione, i miei genitori erano soliti ricompensarmi con delle bustine di carte Pokémon. Ricordo con nostalgia i giorni in cui, nel lontano 2001, l’espansione Neo Discovery era appena uscita. Alla vista, negli scaffali del citato supermercato, del Mazzo Tematico dove Espeon faceva la sua trionfante apparizione (BrainWave), pregai perché mi fosse regalato all’istante. Il prezzo non era una mia preoccupazione al tempo; del resto, immagino che poco più di una decina d’euro bastarono per farmi felice.
Il prezzo odierno di quello stesso Mazzo Tematico si aggira intorno ai 300€. Oggi, quindi, ci chiediamo: come e cosa ha portato il mondo del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon a variare così tanto nell’arco di più di 25 anni dalla sua nascita? Quali sono le ragioni del boom economico di questo gioco di carte? Perché i suoi creatori sono stati in grado di fare breccia sul cuore di tanti collezionisti, giocatori competitivi e bambini in tutto il mondo?
In questa rubrica, cercheremo di rispondere a queste e tante altre domande, analizzando tutti gli aspetti che compongono l’esperienza del GCC Pokémon, dalla sua storia alle voci dei suoi protagonisti contemporanei, capendo come questo gioco di carte possa essere diventato un fenomeno mondiale e, allo stesso tempo, tentando di avvicinare più persone al lato competitivo e a quello collezionistico del gioco, in costante crescita da anni.
Ripercorriamo brevemente i temi trattati nei primi quattro episodi della nostra rubrica. Nel primo, abbiamo intervistato il giocatore competitivo Fabio Battistella. Nel secondo, abbiamo cominciato una retrospettiva storica nello sviluppo estetico e commerciale delle carte, continuata poi nell’episodio 3 e nell’episodio 4. In questo quinto episodio, arriviamo finalmente all’amatissima quarta generazione Pokémon. Fra giochi di riferimento iconici come Pokémon Diamante, Perla e Platino, oppure Pokémon Oro HeartGold e Argento SoulSilver, il periodo fra 2007 e 2011 è stato fra i più importanti della storia del GCC Pokémon, introducendo illustrazioni indimenticabili e meccaniche di gioco completamente nuove. Mettetevi comodi, stiamo per fare un tuffo nelle regioni di Sinnoh e Johto!
Episodio 5 – Miti e Leggende
L’arco temporale compreso fra 2007 e 2011 ha visto la pubblicazione totale di 16 espansioni complessive, che dividiamo qui in tre raggruppamenti. Questi tre gruppi corrispondono essenzialmente al criterio che The Pokémon Company e associati utilizzarono per scandire la pubblicazione delle proprie espansioni del GCC Pokémon. Stiamo parlando di una corrispondenza fra ere del gioco di Carte Collezionabili e videogiochi, cominciata essenzialmente da Pokémon Rubino e Zaffiro e mai realmente conclusa. Come vedremo, altri fattori determinano la suddivisione delle espansioni – in particolare la corrispondenza di set con lungometraggi animati Pokémon – ma quello di maggiore importanza rimane l’accompagnamento di nuovi giochi a nuove espansioni dedicate.
Tenendo conto di questa scelta di marketing, in questo episodio abbiamo deciso di analizzare tre gruppi di espansioni occidentali, con le loro scelte artistiche, peculiarità e curiosità:
- Era Diamante & Perla: da Diamante & Perla (2007) a Diamante & Perla – Fronte di Tempesta (2008).
- Era Platino: da Platino (2009) a Platino – Arceus (2009).
- Era Heart Gold & Soul Silver: da HeartGold & SoulSilver (2010) a HS – Richiamo delle Leggende (2011)
Era Diamante & Perla: l’inizio della mitologia
Con la pubblicazione di Pokémon Diamante e Perla abbiamo conosciuto moltissimi Pokémon leggendari che costituiscono essenzialmente il Monte Olimpo del mondo Pokémon. La regione di Sinnoh conteneva creature di importanza essenziale per la vita in generale, da Dialga e Palkia, in grado di controllare rispettivamente tempo e spazio, a Regigigas, la creatura che trainò i continenti per piazzarli nel luogo del mondo Pokémon in cui ora si trovano. Così come i due videogiochi non approfondirono le storie di Giratina e Arceus, relegate a giochi successive o a eventi dedicati, anche le espansioni da Diamante & Perla a Diamante & Perla – Fronte di Tempesta si concentrarono solamente su alcuni dei Pokémon leggendari di quarta generazione, impedendo di completare il Pokédex di Sinnoh ancora per alcuni anni.
Ma veniamo alle novità che la quarta generazione portò nel mondo delle carte Pokémon. Il layout delle carte venne modificato sensibilmente. La prima ed essenziale novità fu il ritorno del livello del Pokémon mostrato a fianco del nome della creatura, come potete notare dal confronto fra Treeko e Piplup che vedete qui di seguito. Oltre a questo, ritornò la descrizione del Pokédex in basso, sotto agli attacchi, e sparirono i cerchi bianchi nella parte sinistra della carta, così come il riquadro dal colore più chiaro che conteneva gli attacchi. L’indicatore della fase evolutiva del Pokémon, poi, venne spostato sotto il nome, la scritta PV venne rimpicciolita e altri dettagli riguardanti il Pokémon e l’illustrazione vennero spostati.
Oltre a queste piccole modifiche, una scelta determinò un cambiamento radicale non solo nell’estetica delle carte più forti di Sinnoh, ma anche nel gameplay: stiamo parlando dei Pokémon LIV.X. Dando maggiore attenzione al livello delle creature rappresentate, le carte ora potevano farci conoscere alcuni Pokémon che erano riusciti a oltrepassare il limite massimo dei livelli consentiti solitamente nei videogiochi Pokémon (100) – altro fattore per sottolineare la continuità fra videogiochi della serie e GCC Pokémon – arrivando così al LIV.X.
I Pokémon LIV.X erano da trattare secondo regole completamente nuove rispetto alle potenti creature “ex” del passato: la loro fase evolutiva era chiamata “Livellopiù“, ovvero una fase ottenibile piazzando queste carte sopra il proprio Pokémon Attivo (non quelli in panchina!). A differenza dei Pokémon di Fase 1 o Fase 2, i Pokémon Livellopiù potevano utilizzare tutte le mosse e le abilità della carta da cui evolvevano. Esempio: Torterra LIV.X doveva essere giocato solamente sopra un Torterra normale, richiedendo quindi più tempo rispetto a un normale Pokémon “ex” per essere giocato. Le linee evolutive, quindi, diventarono a quattro stadi: invece che il precedente Charmander (Base) – Charmeleon (Fase 1) – Charizard-ex (Fase 2); si arrivò a Turtuig (Base) – Grotle (Fase 1) – Torterra (Fase 2) – Torterra LIV.X (Livellopiù).
La difficoltà nel raggiungere questo stadio evolutivo all’interno di una battaglia era ricompensata dal fatto che, a differenza dei precedenti Pokémon “ex”, le creature LIV.X non cedevano due Carte Premio all’avversario una volta mandate K.O. Inoltre, la loro particolare capacità di utilizzare le mosse della carta da cui evolvevano permetteva scelte di gameplay molto particolari, come dotare un minaccioso Heatran LIV.X di sole abilità, ovvero un Poké-BODY e un Poké-POWER, presentando creature tecnicamente sprovviste di attacchi senza il supporto della loro fase precedente. Se osservate anche il Mesprit LIV.X dell’immagine, noterete un’altra caratteristica delle carte di quarta generazione (non solo LIV.X), ovvero che possiede attacchi utilizzabili senza dover pagare il costo di alcuna Energia. Questa novità venne introdotta in quarta generazione e la vediamo anche nelle carte di oggi.
Altra novità dell’era di Diamante & Perla fu l’introduzione dei Pokémon dotati di oggetti, come per esempio le bacche, capaci generalmente di curare delle condizioni speciali, oppure oggetti peculiari in grado di potenziare creature specifiche, come l’Adamasfera di Dialga o la Splendisfera di Palkia.
Passando all’aspetto estetico delle illustrazioni o al lato narrativo delle espansioni, rimaniamo purtroppo abbastanza delusi dalle scelte artistiche del periodo fra 2007 e 2008. Come accaduto per ogni nuova generazione Pokémon, il primo set di quarta generazione – Diamante & Perla – si limitò a introdurre i nuovi Pokémon con moltissime illustrazioni statiche con creature in primo piano, di cui molte non più di Ken Sugimori, ma in ogni caso particolarmente carenti dal punto di vista creativo (gli sfondi poco ispirati sono un sintomo particolarmente evidente di questa tendenza). Per trovare delle illustrazioni degne di nota, dobbiamo cercarle con cura, spesso fra le creature di stadi evolutivi non completi nell’arco delle espansioni successive. Ve ne proponiamo alcune qui sotto.
Se teniamo fede al principio per cui un’illustrazione dovrebbe essere in grado di raccontare una storia e, possibilmente, spiegare l’ecologia delle creature tascabili, alcune di quelle presentate riescono nell’obiettivo. Vediamo per esempio la vera natura di Treecko (Naoyo Kimura), che altro non è se non un geco comune intento ad arrampicarsi in un grande albero sfruttando la caratteristica abilità di questi animali, ovvero le zampe aderenti (ben visibili nell’illustrazione). Fra le altre illustrazioni, intenerisce Cuore di Mamma (Ken Sugimori), che, anche se non stupisce dal lato realizzativo, è comunque in grado di farci immaginare il trepidante momento che ogni Allenatore o Allenatrice affronta prima di partire per la propria avventura e, al contempo, la premura di una madre preoccupata. A proposito di ecologia, Lotad mostra pienamente la sua natura nella carta di Saya Tsuruta: quella di ninfea piazzata nel bel mezzo di un lago, sotto la quale il corpo del tenero Pokémon si nasconde. Non possono essere dimenticate poi le illustrazioni dell’eccentrico Tomokazu Komiya, di cui Pachirisu e Cherubi sono qui esempi.
Dal punto di vista narrativo trasversale, allo stesso modo che da quello artistico, abbiamo poca creatività in questi anni. Alcuni set sono certamente dedicati a un tema specifico, come Diamante & Perla – Tesori Misteriosi, in cui il trio dei Guardiani dei laghi (Uxie, Mesprit e Azelf) fa il suo esordio accompagnato da carte Addestramento in cui le ambientazioni a loro dedicate sono il centro dell’illustrazione, ma queste scelte non riescono certo a raggiungere il livello narrativo di fondo di espansioni come EX Specie Delta e successive. Altri set, come Diamante & Perla – Prodigi Segreti tentavano di accennare ai lungometraggi Pokémon animati (in questo caso “L’ascesa di Darkrai“), ma ancora non andarono oltre la mera rappresentazione dei Pokémon citati, senza fare troppo riferimento ad ambientazioni o personaggi particolari.
Era Platino: divinità e Pokédex completo
Seguiamo il metodo adottato per il primo periodo di quarta generazione per approcciare anche la fase dedicata a Pokémon Platino, ovvero quella che comprende le quattro espansioni da Platino a Platino – Arceus (da febbraio a novembre 2009). Parliamo perciò di novità dal punto di vista del design delle carte e di tipologie di Pokémon rappresentati, per poi approcciare nel dettaglio temi estetici e narrativi.
La più grande novità introdotta fu sicuramente il ritorno dei Pokémon posseduti da Allenatori famosi. Si tratta di carte introdotte per la prima volta nei set di prima generazione Gym Heros e Gym Challenge, raffiguranti il volto dell’Allenatore o dell’Allenatrice in questione nell’angolo in baso a destra del riquadro con l’illustrazione del Pokémon. Per contrassegnare queste creature venne usata la sigla Pokémon SP (“Special Pokémon“). Ogni Pokémon SP aveva la particolare caratteristica di essere un Pokémon Base (a eccezione dei Pokémon Livellopiù) e poteva essere categorizzato in cinque sottogeneri a seconda dell’Allenatore di riferimento:
- Pokémon G: Pokémon del Team Galassia.
- Pokémon GL: Pokémon dei Capipalestra (“Gym Leader”).
- Pokémon 4: Pokémon dei Superquattro.
- Pokémon C: Pokémon di Camilla (“C” sta per Campionessa).
- Pokémon FB: Pokémon degli Assi Lotta (“Frontier Brain”).
Grazie alla possibilità di giocare queste potenti creature come Pokémon Base, le carte SP rappresentarono un’importante novità soprattutto nel mondo competitivo. Tuttavia, l’espansione comprendente i Pokémon C e FB, ovvero Platino – Supreme Victors, non venne mai tradotta in italiano, lasciando arrivare queste creature nella nostra lingua solamente attraverso delle carte promozionali. Ma passiamo ora alla scelta dei Pokémon rappresentati in questo periodo.
Naturalmente a Giratina, controparte demoniaca delle divinità dell’Olimpo Pokémon, venne dato spazio sin dalla prima espansione dedicata a Pokémon Platino. Per tener fede quanto più possibile alle vicende dei videogiochi, venne aggiunta una nuova meccanica che strizzava l’occhiolino al Mondo Distorto di Pokémon Platino, dimensione parallela dove si nasconde, appunto, Giratina. Stiamo parlando dell’Area Perduta, peculiarità che ancora oggi è al centro del mondo competitivo del GCC Pokémon. Si tratta essenzialmente di una seconda pila degli scarti da cui, tuttavia, le carte non possono essere recuperate in alcun modo, a differenza di come spesso accade con la normale pila degli scarti.
Per completare l’Olimpo Pokémon e il Pokédex di quarta generazione mancava solamente una creatura: Arceus. Al Dio del mondo Pokémon venne dedicata un’intera espansione, ispirata anche al dodicesimo lungometraggio animato Pokémon “Arceus e il Gioiello della Vita“. Oltre alle 99 carte di base che componevano questa espansione, fra cui erano già presenti ben tre diverse carte di Arceus LIV.X e tre creature cromatiche (Bagon, Ponyta e Shinx), Platino – Arceus comprendeva uno speciale sub-set composto da nove Arceus Base, uno per ogni tipo esistente. Con il nome AR1-9, queste carte costituivano un’unica illustrazione una volta affiancate fra loro, completando dei centri concentrici che decoravano la zona di descrizione degli attacchi e culminando nella figura centrale dell’Arceus Incolore.
Introducendo ben nove differenti versioni di Arceus, i creatori del gioco decisero di fare un piccolo strappo alla regola generale: invece che tener fede al limite massimo di quattro Pokémon con lo stesso nome in un mazzo, i giocatori potevano inserire un numero illimitato di carte dal nome “Arceus” nel loro mazzo, aprendo così la strada a nuove interessanti strategie.
Ci troviamo ora, tuttavia, a dover denotare scarsa ispirazione dal punto di vista delle illustrazioni e della narrativa anche per l’anno 2009 delle carte Pokémon. Partendo dall’ultimo punto, qualsiasi contestualizzazione delle creature era direttamente riferita a Pokémon Platino, con solo qualche illustrazione sporadica che mostrava sfondi come la Vetta Lancia, teatro dello scontro con i leggendari Dialga, Palkia e Giratina nei videogiochi, oppure le arene dove potevamo dare battaglia ai vari Capipalestra o Superquattro.
Sul piano strettamente artistico-estetico, le illustrazioni continuarono a non sorprendere, seppure si può notare un generale aumento della qualità e dell’attenzione per gli sfondi delle creature. Come per il periodo precedente, vi proponiamo una galleria di alcune delle più interessanti.
A proposito di sfondi migliorati, senza dubbio il Cherrim di Midori Harada è un’eccezione rispetto alla scelta classica nelle illustrazioni del Pokémon. Disegnato in un paesaggio notturno, il Pokémon chiude le sue foglie ottenendo la Forma Nuvola, mentre solitamente ne vediamo la Forma Splendore, rivelata dalla luce del Sole. Anche lo Snorlax di Kagemaru Himeno va citato, immortalato nel momento in cui la fame lo spinge a rubare chiassosamente delle mele dalla cucina di casa. Banette e Poochyena, invece, sono alcune delle altre realizzazioni del già citato Komiya, sempre dotate del particolare stile surreale.
Ritorno a Johto
Chiudiamo l’analisi dei tre diversi periodi di quarta generazione nel mondo delle carte Pokémon con le espansioni dedicate ai videogiochi remake di seconda generazione, ovvero Pokémon HeartGold e SoulSilver. A reiterare il nome del nostro episodio, quest’era è anche chiamata “LEGEND“, riferendosi a nuovi tipi di Pokémon introdotti fra febbraio 2010 e aprile 2011 in Italia. In particolare, le cinque espansioni di questo periodo (anche se Richiamo delle Leggende rappresenta un’eccezione) introdussero due meccaniche relative a nuovi tipi di Pokémon, andando a eliminare per sempre i Pokémon LIV.X per sostituirli con le creature Super e i Pokémon LEGGENDA, vero e proprio fiore all’occhiello artistico del periodo.
Dando uno sguardo accurato ai Pokémon Super, possiamo già notare alcune delle differenze nel design delle carte rispetto all’era Platino. Le principali sono il bordo della carta, ora composto da una sfumatura di oro e argento, la barra dell’illustratore con sfumature dorate, il ritorno del cerchio dell’evoluzione prima del nome della carta e la scomparsa del livello del Pokémon. Le creature Super, inoltre, presentavano delle decorazioni a circondare il riquadro dell’illustrazione per farlo risaltare maggiormente, oltre a raffigurare il nome del Pokémon in oro.
Dal punto di vista strategico, i Pokémon Super non introdussero novità particolari. Nonostante fossero particolarmente più forti e rari delle loro controparti normali, mandarli K.O. non garantiva l’accesso a due Carte Premio, proprio come per i Pokémon LIV.X. A riportare nel GCC Pokémon la regola delle due Carte Premio furono piuttosto le carte LEGGENDA.
I Pokémon LEGGENDA erano composti da due differenti carte, una parte superiore e una inferiore. Per poterli giocare era necessario possedere in mano entrambe le parti del Pokémon e piazzarle in campo contemporaneamente. Inoltre, essendo queste due parti del Pokémon dotate dello stesso nome, era possibile avere solamente due copie per ogni parte dell’intera carta LEGGENDA nel mazzo, limitando l’utilizzo di queste potentissime e rare creature.
Nel corso delle espansioni dedicate ai remake di Pokémon Oro e Argento vennero pubblicate anche delle carte LEGGENDA che raggruppavano più Pokémon nella stessa illustrazione, risultando in veri e propri quadri memorabili, con Pokémon leggendari importanti per la mitologia del mondo delle creature tascabili all’apice del loro potenziale estetico. A tal proposito, vanno citati gli illustratori coinvolti nella realizzazione delle carte LEGGENDA, tre autori mai sostituiti per garantire continuità stilistica fra espansioni diverse: Shinji Higuchi, Sachiko Eba e Noriko Takaya.
Con il ritorno della rappresentazione dei Pokémon di seconda e prima generazione che potevamo trovare fra Johto e Kanto, la qualità generale delle illustrazioni aumenta notevolmente, accompagnata da una scelta di design che voleva sottolineare le ambientazioni orientaleggianti della regione di Pokémon HeartGold e SoulSilver (in questo senso, TOKIYA è uno degli autori da sottolineare). Vi offriamo di seguito l’ultima galleria con alcune delle illustrazioni più ispirate del periodo.
Impossibile non ricordare le diverse carte “Litografia d’Alfa“, realizzate da Milky Isobe e raffiguranti l’alfabeto composto interamente dagli Unown nell’illustrazione, utile poi per tradurre l’effetto della carta, scritto appunto interamente con l’utilizzo dei simpatici Pokémon simbolici.
Menzione d’onore va anche fatta a Richiamo delle Leggende, ultima espansione che, prima dell’uscita dei giochi Pokémon Bianco e Nero, voleva staccarsi dai quattro set dedicati a Johto per riassumere i miti e le leggende del mondo Pokémon fino alla quarta generazione. Si tratta di un’espansione in cui vennero pubblicate undici emblematiche carte raffiguranti alcuni Pokémon leggendari di seconda, terza e quarta generazione nelle loro versioni cromatiche. Ovviamente oggi queste carte sono fra le più rare e preziose esistenti.
Ragionamenti conclusivi
Chiudiamo l’era della quarta generazione Pokémon nel mondo delle carte collezionabili con ragionamenti di fatto molto simili a quelli che hanno caratterizzato la terza generazione. La scansione temporale delle espansioni, come detto in apertura, continua a essere dominata dalla pubblicazione dei videogiochi, con le ambientazioni di sfondo alle illustrazioni che, quando non presentano banali sfondi astratti realizzati in computer grafica, si limitano a ricordare luoghi esplorabili nei videogiochi. Anche la volontà di sponsorizzare i lungometraggi animati, fra cui ricordiamo “L’ascesa di Darkrai” e “Arceus e il Gioiello della Vita“, non si traduce in un’originale contestualizzazione narrativa nelle illustrazioni.
I Pokémon LIV.X, così come i Pokémon Super, deludono particolarmente sotto il punto di vista artistico, rappresentando banali primi piani di Pokémon che fuoriescono parzialmente dai bordi del riquadro dell’illustrazione. Come detto, l’unica vera scelta artistica degna di nota del periodo è quella relativa ai Pokémon LEGGENDA, capaci di dare risalto a uno stile rappresentativo diverso dalla norma. È lecito pensare che queste illustrazioni, per la prima volta concepite per occupare l’intero spazio della carta, dando così pochissimo rilievo agli attacchi dei Pokémon, siano precursori delle successive full art e illustrazioni rare segrete, come vedremo nei prossimi episodi.
Prima di concludere, notiamo anche il continuo aumento della quantità di PV media delle carte pubblicate, così come delle loro capacità offensive, in piena linea con la tendenza che abbiamo analizzato nel precedente episodio. Con sedici espansioni complessive pubblicate da Diamante & Perla a Richiamo delle Leggende, la quarta generazione Pokémon raggiunse la stessa quantità di espansioni della terza, a segnalare una sorta di continuità nelle strategie di marketing del prodotto da parte dei grandi capi: quantità preferita molto spesso alla qualità delle illustrazioni, videogioco come prodotto principale di cui il GCC rappresenta solo un ramo (anche se incredibilmente fruttuoso) e pochissimo spazio a narrative originali e indipendenti dai videogiochi (con la regione di Holon unica eccezione, come detto nello scorso episodio).
Non ci resta che prendere un grande respiro e prepararci per il prossimo balzo, ovvero quello verso la regione di Unima, teatro delle avventure della quinta generazione Pokémon. Rispecchiando alcune scelte relative alla pubblicazione di Pokémon Bianco e Nero, l’era di quinta generazione del GCC Pokémon vide novità artistiche e pesanti dietrofront dettati da necessità economiche. Non perdetevi questo grande periodo di cambiamenti nel prossimo episodio di “Il mondo delle carte Pokémon”!
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