Bentornati in questo nuovo numero di PokéQuark! Sulla scia dello spettrale ottobre, questa volta la nostra rubrica visita Galar per puntare i riflettori su Hatenna, Hattrem e Hatterene. Questo è il periodo dell’anno ideale per conoscere i retroscena di questi Pokémon ispirati alle terribili streghe!
L’approfondimento è inoltre un’occasione per conoscere meglio una linea evolutiva che si è recentemente ritagliata uno spazio di rilievo nell’anime Orizzonti Pokémon. Liko, protagonista femminile della serie animata, ha accolto infatti nella sua squadra proprio un esemplare di Hatenna. Insomma, è il momento ideale per esplorare tutti i retroscena relativi a questi Pokémon!
Hatenna, Hattrem, Hatterene: alcuni dati preliminari
Eccoci al nuovo numero di PokéQuark, la rubrica in cui proviamo ad analizzare le ispirazioni che hanno portato alla creazione dei mostriciattoli tascabili. L’approfondimento di questo numero è incentrato su tre Pokémon esclusivamente di sesso femminile, ovvero Hatenna, Hattrem e Hatterene. Ecco alcuni dati preliminari per conoscere meglio le protagoniste di questa analisi.
Categoria: Pokémon Calma
Tipo: Psico
Altezza: 0,4 m
Peso: 3,4 kg
Abilità: Presagio (Anticipation) o Curacuore (Healer)
Hatenna è un mostro tascabile che ha debuttato nella terra di Galar. Nel Pokédex di questa regione è associato al numero 241, mentre in quello Nazionale è abbinato all’856. Il suo nome potrebbe fondere i sostantivi inglesi hat (cappello) e antenna (antenna). La versione nipponica, vale a dire Mibrim (ミブリム), potrebbe invece includere il vocabolo giapponese 身振り (miburi, gesto). Quest’ultimo è utilizzato per indicare i movimenti del corpo che esprimono emozioni e intenzioni. Questa variante contiene, verosimilmente, anche un riferimento alla parola inglese brim (“tesa” o “falda” in italiano), che designa l’elemento sporgente di un cappello.
Nei videogiochi Pokémon Spada e Scudo e Pokémon Scarlatto e Violetto, Hatenna si evolve in Hattrem a partire dal livello 32.
Categoria: Pokémon Quiete
Tipo: Psico
Altezza: 0,6 m
Peso: 4,8 kg
Abilità: Presagio (Anticipation) o Curacuore (Healer)
Hattrem è una creatura tascabile apparsa per la prima volta nella regione di Galar. Nel Pokédex di questo territorio è abbinato al numero 242, mentre in quello Nazionale occupa la posizione 857. Il suo nome potrebbe fondere il vocabolo hat (cappello) e il verbo tremble (trepidare), entrambi in lingua inglese. La variante giapponese, ovvero Tebrim (テブリム), potrebbe invece unire il sostantivo giapponese 手振り (teburi, gesto della mano) e la parola inglese brim (tesa).
Nei videogiochi Pokémon Spada e Scudo e Pokémon Scarlatto e Violetto, Hattrem si evolve in Hatterene a partire dal livello 42.
Categoria: Pokémon Silenzio
Tipo: Psico/Folletto
Altezza: 2,1 m
Peso: 5,1 kg
Abilità: Presagio (Anticipation) o Curacuore (Healer)
Hatterene è un Pokémon che ha fatto il suo debutto ufficiale a Galar. All’interno del Pokédex di questa regione è abbinato al numero 243, mentre in quello Nazionale è associato all’858. Il suo nome potrebbe combinare il sostantivo hatter (cappellaio) e l’aggettivo serene (sereno), entrambi in lingua inglese. La versione nipponica, vale a dire Brimuon (ブリムオン), potrebbe invece fondere il sostantivo giapponese 無音 (muon, silenzio) e la parola inglese brim (tesa).
I nomi inglesi di questo terzetto potrebbero inoltre imitare il suono della parola finlandese hattara, traducibile come “zucchero filato” o “piccola nuvola”. Questa connessione potrebbe essere nata dall’associazione tra i colori di questi elementi e le tinte tenui dei tre Pokémon. Il vocabolo hattara è inoltre utilizzato per indicare delle creature della mitologia finlandese. Il termine rimanda a una stirpe di giganti del cielo e a dei troll femmina della foresta. Tutte definizioni che calzano a pennello soprattutto ad Hatterene, alta più di due metri e amante delle aree forestali.
Le streghe: maestre di magia oscura tra passato e presente
Uno dei modelli principali di Hatterene e delle sue pre-evoluzioni è rappresentato dall’universo delle streghe. Questo termine designa tutte quelle donne che, nella mitologia popolare, praticano complessi rituali di magia nera per nuocere al prossimo. I loro poteri, giudicati malvagi, in passato erano considerati una manifestazione del loro stretto rapporto con il diavolo.
Le dicerie sul legame tra queste figure e il maligno ha avuto un risvolto storico drammatico, ovvero la caccia alle streghe. Tra il 1450 e il 1750, migliaia di presunte streghe furono processate e condannate al rogo. Questa isteria di massa alimentata dalla superstizione, diffusa sia nei paesi cattolici sia in quelli protestanti, travolse principalmente l’Europa, ma non solo. Le persecuzioni avvennero anche in Asia, in Africa e negli Stati Uniti, teatro del celebre processo di Salem, avviato nel 1692. Esso si concluse con numerose impiccagioni e incarcerazioni, che sconvolsero l’assetto di questo piccolo villaggio dell’odierno stato del Massachusetts. Il nome Hattrem potrebbe essere stato scelto anche per l’assonanza con il nome Salem, diventato ormai un simbolo delle pratiche di stregoneria.
Ovviamente, le imputate non avevano un reale rapporto con il demonio. Queste donne erano spesso guardate con sospetto dalle piccole comunità per il loro stile di vita eccentrico. A causa della loro diversità, il loro amore genuino per la natura e per gli animali veniva alterato nei racconti popolari e reinterpretato in chiave negativa. Per tale ragione, nell’immaginario comune, le streghe vivono prevalentemente nel cuore di boschi o foreste per praticare le loro arti magiche maligne totalmente indisturbate. Le descrizioni del Pokédex di Hatterene fanno riferimento proprio a questa tradizione, amplificata da fiabe come quella di Hänsel e Gretel.
“Stordisce con un raggio chiunque osi addentrarsi nel bosco in cui vive e lo squarcia con gli artigli, fortificati tramite i suoi poteri psichici.”
Descrizione di Hatterene nel Pokédex di Pokémon Scarlatto
La caccia alle streghe non risparmiava nessuna donna: le calunnie potevano colpire le anziane, le giovani, quelle sposate e quelle senza marito. In certi casi, le accuse venivano rivolte a chi aveva iniziato a manifestare difficoltà nel linguaggio in seguito a un forte trauma cranico. L’impossibilità di comprendere le parole spingeva a credere che la persona stesse lanciando strane maledizioni in una lingua sconosciuta. Talvolta, a finire nel mirino erano semplicemente le donne sgradite agli esponenti più in vista della comunità o alla maggioranza degli abitanti. In alcune occasioni, anche gli uomini potevano essere additati come stregoni o come complici delle streghe del villaggio. Insomma, in passato bastava davvero poco per essere accusati di stregoneria!
Il cappello da strega: un accessorio con una lunga tradizione
Il rimando al mondo delle streghe risulta evidente dal design della linea evolutiva di Hatenna. I tre Pokémon, oltre ad avere sembianze femminili, rielaborano infatti in modi differenti uno degli elementi identificativi della strega, ovvero il cappello. Nelle rappresentazioni della cultura popolare, queste figure tendono infatti a indossare dei copricapi neri con una corona conica e una tesa larga.
L’origine di questa raffigurazione è dibattuta. Alcuni studiosi ritengono che il cappello delle streghe risalga alle donne quacchere del XVII secolo. Molte di loro indossavano infatti dei copricapi conici di colore nero con una falda piuttosto larga. Questa setta protestante, nata in Inghilterra nel 1652, era promotrice di idee alquanto rivoluzionarie per l’epoca. La comunità professava l’uguaglianza spirituale tra uomini e donne e la coesistenza di predicatori e predicatrici. Considerati una minaccia sia dalla monarchia britannica sia dalla Chiesa anglicana, i quaccheri furono presto oggetto di violente persecuzioni. Numerosi furono non solo gli arresti, ma anche le accuse di stregoneria.
Secondo altri, il cappello delle streghe deriverebbe invece da un copricapo a punta indossato dagli uomini ebrei in alcune aree dell’Europa medievale. Questa scelta, inizialmente autonoma, si trasformò in un’imposizione con un decreto papale del 1215, che imponeva un capo di abbigliamento riconoscibile per questa categoria. Diverse tracce di questo provvedimento emergono dall’arte medievale europea prodotta fino al XVI secolo in diversi territori del vecchio continente.
Certi studiosi ipotizzano invece che il cappello da strega sia collegato a quello indossato abitualmente dalle donne europee che producevano birra in casa nel Medioevo. Operando in questo settore altamente competitivo, molte di loro finirono infatti per essere accusate di vendere prodotti diluiti con acqua o contaminati. Per motivi puramente economici, le loro conoscenze delle erbe, indirizzate al benessere fisico, sarebbero state snaturate e associate a pratiche magiche di natura oscura.
Nell’epoca contemporanea, il cappello a punta si è imposto come fattore distintivo delle streghe grazie alla popolarità del film Il mago di Oz (1939). Nella celebre pellicola, la Perfida Strega dell’Ovest indossa infatti un copricapo nero di forma conica, modellato a partire dalle illustrazioni del romanzo originale. Questa caratterizzazione si è poi progressivamente estesa a molti altri media. Basti pensare alla saga cinematografica di Shrek o a quella di Harry Potter, in cui la professoressa Minerva McGranitt sfoggia spesso un cappello nero a punta.
I colori delicati e l’aspetto grazioso di Hatenna e Hattrem permettono invece di stabilire una connessione con anime e manga giapponesi. Questo trio ricorda infatti molte eroine dei majokko (魔女っ子, ovvero “streghetta”), opere per un pubblico prevalentemente femminile che fondono temi sentimentali a elementi magici e fantastici. È il caso della serie Ojamajo Doremi, in cui le protagoniste alternano la normale vita scolastica a quella di apprendiste streghe. I loro poteri, utilizzati per risolvere i problemi quotidiani di amici e conoscenti, si attivano con la trasformazione, che dona loro cappelli a punta e costumi colorati.
Un altro esempio è rappresentato da Sugar Sugar Rune, in cui le streghe indossano spesso copricapi conici vistosi e variopinti. La trama della serie ruota attorno a Chocola e Vanilla, due streghette scelte per contendersi la corona del Mondo della Magia in una gara. Iscritte come studentesse in una scuola terrestre, devono sottrarre agli esseri umani i Cristalli del Cuore, che racchiudono le emozioni e i sentimenti delle persone. La forte empatia di Hatenna e delle sue evoluzioni potrebbe derivare proprio dai media in cui le streghe entrano in stretto contatto con la sfera emotiva.
“Percepisce lo stato d’animo degli esseri viventi. Bisogna fare attenzione a non esporlo troppo a lungo alle emozioni forti, perché lo debilitano.”
Descrizione di Hatenna nel Pokédex di Pokémon Violetto
Oltre il cappello a punta: la terrificante strega del mare e il controllo degli elementi
L’analisi delle diramazioni della stregoneria non può poi tralasciare la categoria delle streghe del mare, le cui leggende sono largamente diffuse soprattutto nella tradizione britannica. Secondo le dicerie popolari, avevano la capacità di controllare gli elementi naturali come l’aria e l’acqua. Nascoste lungo la costa, avrebbero lanciato terribili maledizioni ai naviganti, causando il naufragio delle loro navi o facendo schiantare le imbarcazioni sugli scogli.
Nell’antichità, le streghe del mare erano raffigurate principalmente come sirene, ovvero con la parte superiore del corpo di donna e quella inferiore di pesce. Recentemente, la crescente popolarità del lungometraggio animato La sirenetta (1989) ha però modificato questa rappresentazione secolare. Il prototipo della strega del mare è ora un essere con sembianze femminili e tentacoli di polpo al posto delle gambe. Hatterene Gigamax potrebbe essere un richiamo alla parte finale del film, in cui Ursula affronta Ariel e il principe Eric assumendo una stazza colossale.
Proprio come le loro “colleghe” che abitavano nell’entroterra, anche le presunte streghe del mare furono spesso processate con l’accusa di praticare la magia oscura. Alcune delle udienze più terribili si svolsero tra il 1590 e il 1592 a North Berwick, una piccola città costiera della Scozia. In questo caso, a puntare il dito fu il re in persona.
Gli antefatti risalgono al 1589, anno in cui Giacomo VI di Scozia intraprese un viaggio via mare verso la Danimarca. Il suo obiettivo era quello di andare a prendere la principessa Anna, la sua futura moglie. A causa di una violenta tempesta, la promessa sposa aveva infatti rischiato di perdere la vita mentre si recava nella sua nuova casa. Per Giacomo VI, questo atto di cavalleria era il minimo per rassicurare la donna per il pericolo scampato. Le disavventure non erano però ancora finite: durante la traversata verso la Scozia, la flotta reale fu travolta da una nuova serie di funeste burrasche, durante le quali una delle navi fu inghiottita per sempre.
Adirato per questa sequenza di sciagure, Giacomo VI si convinse che le cattive condizioni meteo fossero state causate dalle streghe del mare di North Berwick e dintorni nella notte di Halloween. Determinato a vendicarsi, il sovrano avviò quella che sarebbe passata alla storia come la prima grande persecuzione della Scozia per stregoneria. Tra il 1590 e il 1592, oltre settanta persone furono processate e torturate; molte di loro persero addirittura la vita. La furia cieca degli esseri umani è ben più letale di quella dei mostri immaginari…
Una lunga chioma dai molteplici usi
I design di Hatterene, Hattrem e Hatenna, pur nelle loro diversità estetica, condividono una caratteristica: la centralità dei capelli. Hatterene possiede infatti una chioma lunga e selvaggia che scende lungo tutto il suo corpo, mentre i capelli di Hattrem si dividono in due graziosi codini laterali. La piccola Hatenna ha invece una buffa frangia che le copre gli occhi. Insomma, i tre Pokémon hanno stile da vendere!
L’enfasi sulla chioma dei tre Pokémon potrebbe derivare da molteplici spunti. Tra questi modelli potrebbero esserci, ancora una volta, alcune dicerie legate alle streghe. Secondo la tradizione popolare, queste esperte di magia avevano capelli estremamente lunghi, che potevano amplificare la potenza dei loro incantesimi. Si tramanda inoltre che preparassero degli amuleti magici intrecciando corde e ciocche di capelli.
Alquanto plausibile è anche il riferimento all’harionago (針女, ovvero “donna spinata”), uno yōkai (妖怪, parola traducibile come “demone”) della tradizione giapponese. Questa creatura è descritta come una bellissima donna dotata di una chioma fluente con punte simili a spine. Essa vaga tra le strade in cerca di giovani uomini da attirare in trappola. Quando uno di loro ricambia il suo sorriso, l’harionago lo attacca utilizzando i propri capelli spinati.
Con la sua chioma lunghissima e la sua altezza di oltre due metri, Hatterene ricorda anche il tema fiabesco della ragazza rinchiusa in una torre. Nello specifico, l’ultimo stadio evolutivo di Hatenna fa pensare a Raperonzolo (Rapunzel), una fiaba tradizionale europea pubblicata per la prima volta dai fratelli Grimm. La prima versione è contenuta nel libro Fiabe del focolare (Kinder- und Hausmärchen), un’antologia in due volumi rilasciati, rispettivamente, nel 1812 e nel 1815. La variante più nota del racconto risale invece all’edizione del 1857.
La storia si apre con una coppia di contadini a cui la sorte non ha voluto donare dei figli. Convinti di non essere destinati a diventare genitori, i due accettano di barattare il loro futuro primogenito per l’accesso all’orto di rape della strega Gothel. Qualche tempo dopo, contro ogni previsione, la moglie dà alla luce una bambina che viene chiamata Raperonzolo, in onore del cibo prodigioso. La coppia, felicissima per il lieto evento, è però costretta a mantenere la promessa. La fattucchiera porta così la bimba con sé e inizia a crescerla come se fosse sua.
Gli anni passano e Gothel, gelosa della figliastra, la imprigiona nella torre di un bosco. L’altissimo edificio, privo di porte e scale, possiede solo una finestra e una stanza collocata nella parte più alta. La strega, che le fa visita regolarmente, la raggiunge pronunciando una frase segreta. Sentendo questo segnale, la ragazza fa infatti cadere i suoi lunghissimi capelli dorati, utilizzati dalla fattucchiera per arrampicarsi fino in cima.
Un giorno, un principe capita nei pressi del bosco e, sentendo il meraviglioso canto di Raperonzolo, si innamora della fanciulla. Determinato a incontrarla, si reca quotidianamente ai piedi della torre, per escogitare un modo per raggiungerla. Sentendo casualmente la frase in codice pronunciata dalla strega, decide di provare lo stesso metodo. Ordina quindi alla ragazza di calare la sua treccia e la utilizza come una fune, riuscendo finalmente a incontrarla.
Il principe si dichiara subito a Raperonzolo, che accetta di sposarlo; intenzionati a trascorrere tutta la vita insieme, i due iniziano anche a progettare un piano di fuga per la ragazza. Sfortunatamente, durante una visita della strega, Raperonzolo si lascia scappare il nome dell’amato, mandando Gothel su tutte le furie. Dopo aver tagliato i capelli della fanciulla, la strega la abbandona nella natura selvaggia, invitandola a cavarsela da sola.
Dopo essersi separata da Raperonzolo, la fattucchiera si nasconde nella torre, dove attende l’arrivo dell’ignaro principe. Quest’ultimo, convinto di incontrare la sua sposa, utilizza la lunga treccia per scalare l’edificio. Arrivato in cima, trova però Gothel, che lo avvisa che non potrà più rivedere la moglie. In preda alla disperazione, il principe si getta dalla finestra, finendo per atterrare su un rovo pieno di spine. Rimasto cieco in seguito all’incidente, il giovane inizia a vagare senza meta, mentre Raperonzolo partorisce due gemelli in mezzo alla natura selvaggia.
Dopo diversi anni, Raperonzolo, il principe e i loro figli incrociano casualmente le loro strade. La riunione avviene proprio grazie al canto soave della sposa, che il marito riconosce all’istante. Mentre i due innamorati si abbracciano, le lacrime di Raperonzolo si posano sugli occhi dell’uomo, che riacquista miracolosamente la vista. La famiglia si avvia così nel regno del principe per dare inizio a una nuova vita.
In una delle tante versioni alternative, la storia si conclude senza il lieto fine. Il lettore apprende infatti che, dopo la caduta del principe dalla torre, Gothel è intenzionata ad abbandonare l’edificio. Sfortunatamente, la treccia di Raperonzolo scivola dalle mani della strega, che rimane intrappolata nella torre. Hatterene potrebbe non aver scelto liberamente di vivere nel cuore della foresta…
Grimmsnarl e Hatterene: tra opposti e punti di contatto
A questo punto dell’analisi è impossibile non menzionare i parallelismi tra Hatterene e Grimmsnarl, un’altra creatura tascabile nativa di Galar. Questi due Pokémon, apparentemente diversissimi, hanno infatti diverse affinità tematiche. Non è difficile credere che siano stati creati con l’idea di essere controparti ben bilanciate.
Nei giochi Pokémon Spada e Scudo, in cui questi Pokémon hanno debuttato, sono associati a due dei rivali del protagonista. Hatterene è il Pokémon principale di Beet, mentre Grimmsnarl è il fidato compagno di Mary. Gli stadi evolutivi finali, oltre a condividere l’appartenenza al tipo Folletto, possiedono una forma Gigamax e due pre-evoluzioni. Proprio come Hatenna e dei suoi stadi evolutivi successivi sono specie esclusivamente femminili, Grimmsnarl, Morgrem e Impidimp sono solamente di sesso maschile.
La linea evolutiva di Hatterene e quella di Grimmsnarl presentano inoltre una forte connessione con il folklore europeo. A livello di design, Morgrem, Impidimp e Grimmsnarl sono ispirati a creature quali orchi, troll e goblin. Tutti mostri che nei racconti popolari godevano di una pessima reputazione, proprio come le streghe che hanno ispirato Hatenna e le sue evoluzioni. Evidente è poi il legame con il mondo delle fiabe. Grimmsnarl integra infatti il nome dei fratelli Grimm, celebri per aver rielaborato diverse fiabe della cultura popolare tedesca. Tra queste figura anche Raperonzolo, che ha verosimilmente ispirato il design di Hatterene.
Un’altra affinità è data dalla centralità dei capelli nel design di Hatterene (come evidenziato nei paragrafi precedenti), e in quello di Grimmsnarl. Quest’ultimo incrementa la propria forza servendosi proprio della sua folta chioma, che gli dona una potenza grandiosa. Simile ad Hatterene è inoltre l’utilizzo di parti del corpo come dei tentacoli.
“I suoi capelli svolgono una funzione simile a quella delle fibre muscolari. Li può sciogliere e usare come dei tentacoli per avvinghiare il nemico.”
Descrizione di Grimmsnarl nel Pokédex di Pokémon Scudo
La coppia formata da Hatterene e Grimmsnarl ricorda inoltre due personaggi antitetici de Il mago di Oz (1939), film che ha segnato la storia del cinema. La pelle verde, i capelli neri e il naso lungo di Grimmsnarl fanno pensare alla rappresentazione della Malvagia Strega dell’Ovest. L’elegante Hatterene, dotata di colori delicati, è invece ricollegabile alla Buona Strega del Nord.
Le due rivali hanno lasciato il segno non solo a livello cinematografico, ma anche a Broadway. Sono infatti le eroine del musical Wicked (2003), che detiene il record di quinto musical più rappresentato nella storia del celebre teatro newyorkese. In questo caso, la fonte è il romanzo Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta (1995), una riscrittura de Il meraviglioso mago di Oz (1900).
Wicked, uno dei più longevi musical di Broadway, avrà presto un adattamento cinematografico. Il film Wicked, con Cynthia Erivo (Elphaba) e Ariana Grande (Glinda), uscirà nelle sale il 21 novembre 2024.
Il musical Wicked ruota attorno all’amicizia tra Elphaba (la futura Malvagia Strega dell’Ovest) e Galinda, la Strega Buona del Nord (nota in seguito come Glinda). Il loro rapporto, già messo alla prova da divergenze caratteriali, deve affrontare la rivalità in amore e un differente approccio alla dilagante corruzione nel regno. Se lo spettacolo dovesse essere messo in scena a Galar, di sicuro le stelle del cast sarebbero proprio Grimmsnarl e Hatterene!
Turisti dallo spazio: il fascino degli alieni
Il design di Hatterene consente di fare ulteriori considerazioni sulle sue origini. Osservando questo Pokémon è infatti possibile notare una certa somiglianza con gli alieni grigi, creature immaginarie extraterrestri dotate di una spiccata intelligenza. Questa raffigurazione è stata popolarizzata dal regista Steven Spielberg nella pellicola Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo), rilasciata nel 1977. A partire da questo film, l’immagine stereotipata degli alieni ha iniziato a includere bassa statura, cranio grande, pelle grigia ed enormi occhi neri a mandorla.
Hatterene, con la sua pelle grigiastra e lo sguardo vacuo, ricorda proprio il classico extraterrestre. In misura minore, anche le pre-evoluzioni consentono di stabilire una connessione con questo ambito. Il nome Hatenna, dal suono simile alla parola antenna, fa pensare alla ricezione di un segnale dallo spazio. La scelta potrebbe ricollegarsi alla ricerca di un canale in grado di far comunicare l’umanità con gli alieni.
I capelli di Hattrem, oltre a ricordare un cappello, possono essere associati agli avvistamenti degli UFO, oggetti che, nella cultura popolare, fungono da navicelle spaziali aliene. Nello specifico, Hattrem potrebbe rimandare alla fase di atterraggio. I due codini sono invece assimilabili al saluto vulcaniano dell’universo fantascientifico di Star Trek.
La sovrapposizione tra il mondo degli alieni e quello delle streghe potrebbe sembrare insolita. In realtà, essa si regge su solide basi di natura storica, che rivelano la stretta correlazione tra questi ambiti. Tutto risale agli studi dell’antropologa Margaret Murray (1863-1963), autrice di un libro intitolato The Witch-Cult in Western Europe (1921). Nel volume, la studiosa sosteneva che la stregoneria fosse una religione pre-cristiana matriarcale che affondava le sue origini nel Paleolitico. Sopravvissuta in clandestinità all’ascesa del Cristianesimo, essa si sarebbe diffusa in tutti gli strati della società. Dal suo punto di vista, i processi per stregoneria dovevano quindi essere interpretati come azioni mirate all’eliminazione di una religione rivale.
Le teorie diffuse da Margaret Murray furono smentite solo negli anni Sessanta. Sotto la lente dell’antropologia moderna, il suo uso delle fonti storiche non poteva essere considerato legittimo. La studiosa tendeva infatti a generalizzare gli atti dei processi di stregoneria e a manipolarli per sostenere le sue opinioni. Per esempio, basandosi su un’unica dichiarazione, ha inventato l’idea che una congrega (coven) di streghe sia composta, necessariamente, da tredici membri. Questa e tante altre convinzioni sono ormai radicate nell’immaginario popolare e figurano tra i miti fondatori della Wicca e del neopaganesimo contemporaneo.
Le idee di Margaret Murray, inizialmente limitate a una platea di studiosi universitari, si diffusero a macchia d’olio dal 1929. Quell’anno le fu infatti commissionata la voce “stregoneria” per l’Enciclopedia Britannica e approfittò dell’incarico per far conoscere la sua personale interpretazione. La voce, ristampata in questa sede autorevole fino al 1969, fu accolta positivamente dalla società dell’epoca. La gente era affascinata sia dal paganesimo sia dal tema del rapporto tra uomo e natura.
Notevole fu inoltre l’influenza di Margaret Murray su giornalisti, registi e scrittori, estasiati dai suoi contenuti coinvolgenti. Rientra in questa categoria anche lo scrittore H. P. Lovecraft (1890-1937), celebre per le sue storie dai toni fantastici e horror. L’antropologa viene menzionata in diversi passaggi presenti nei libri del famoso autore. Nello specifico, il suo nome viene legato al culto immaginario di Cthulhu, entità mostruosa a cui Lovecraft ha dedicato un intero ciclo letterario. La popolarità di questo personaggio, oltre ad aver ispirato tanti altri autori, ha dato origine a diverse leggende. Molti individui sono infatti convinti che questa entità fittizia sia esistita davvero.
Nei romanzi di H. P. Lovecraft, Cthulhu è un’antica divinità cosmica giunta sulla Terra in compagnia di alcuni seguaci alieni nel Paleozoico. Dorme da eoni nella città sommersa di R’lyeh, attendendo di essere risvegliato dai suoi fedeli per dominare la galassia. Provvisto di straordinari poteri psichici, Cthulhu è in grado di mettersi in contatto con persone specifiche nel sonno. Sono proprio queste comunicazioni periodiche a rafforzare il suo culto. Il suo aspetto ricorda una creatura vagamente antropomorfa con una testa viscida circondata da tentacoli. Il design di Hatterene Gigamax potrebbe essere stato influenzato anche da questa divinità di fantasia.
Sia Margaret Murray sia H. P. Lovecraft hanno dato un contributo indiretto allo sviluppo della pseudoarcheologia (nota anche come archeologia misteriosa). Questo termine è spesso collegato all’elaborazione di teorie ardite, non accettate dalla comunità scientifica a causa dell’assenza di prove.
Il vasto campo dell’archeologia misteriosa include numerose speculazioni sul rapporto tra le antiche civiltà umane e gli extraterrestri. Molte persone sono infatti convinte che le piramidi egiziane, Stonehenge e altre opere grandiose non siano state costruite solo da esseri nativi della Terra. Secondo la teoria degli antichi astronauti, l’umanità si sarebbe infatti servita del supporto di civiltà aliene tecnologicamente avanzate. Hatterene, a metà tra una strega e un extraterrestre, ha raccolto un’eredità piena di misteri!
Conclusioni
In questo numero della rubrica PokéQuark abbiamo esaminato le origini e le ispirazioni di Hatenna e delle sue evoluzioni. Il nostro viaggio, iniziato con un’analisi etimologica, ha avuto come punto focale l’affascinante mondo delle streghe, analizzato tenendo conto di leggende popolari, realtà storica e prodotti di intrattenimento. Non sono mancati rimandi a fiabe e leggende europee e orientali e confronti con altri Pokémon del Pokédex di Galar. Interessanti spunti di riflessione sono arrivati anche dalle rappresentazioni degli alieni nel cinema, nella letteratura e nella cultura popolare. Speriamo che questo approfondimento abbia accresciuto il vostro interesse nei confronti di questa famiglia evolutiva proveniente da Galar!
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