Nelle ultime settimane il mondo del collezionismo di carte Pokémon è stato scosso da una serie di scandali che mettono in discussione l’autenticità di alcune delle carte più rare e costose mai vendute. Dopo le recenti rivelazioni sulle contraffazioni delle cosiddette carte Pokémon Beta, di cui abbiamo parlato abbondantemente in un articolo dedicato, un nuovo caso di presunta falsificazione è emerso nei giorni precedenti. Le carte in questione sono “Pikachu Trophy” e “Pikachu Illustrator” che vengono vendute anche all’enorme cifra di milioni di dollari.
Quali sono le carte coinvolte?
Nei tornei nazionali giapponesi, svoltisi tra il 1997 e il 1998, le carte “Pikachu Trophy” sono arrivate tra i primi tre classificati. Solo l’anno scorso qualcuno ha venduto un set completo di tutte e tre le carte per quasi 800.000 dollari.
“Pikachu Illustrator”, la carta che raffigura il simpatico Pokémon Topo con un pennello nella zampa destra, detiene il record come una delle più costose di sempre, venduta per circa 5 milioni di dollari. E, inoltre, nel ’98, ha vinto diversi premi per le illustrazioni da parte della famosa rivista CoroCoro.
Storia di uno scandalo
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L’immagine che vedete sopra sarebbe una foto che ritrarrebbe parte della collezione privata di Takumi Akabane, il dipendente di Creatures in pensione che avrebbe venduto le sue carte Pokemon beta l’anno scorso. Inoltre, ha partecipato a più eventi per firmare queste carte. Nel dicembre scorso è scoppiato uno scandalo sulle carte Pikachu rare che abbiamo citato, quando collezionisti di grande rilievo hanno venduto fogli non tagliati contenenti questi esemplari. Uno di questi fogli, acquistato dal collezionista cinese Xiao, ha rivelato un dettaglio preoccupante: la filigrana indicava il 2024, mentre la stampa originale delle suddette carte di Pikachu Illustrator e Trophy risalirebbe agli anni ’90. Questo elemento suggerisce la possibilità di una contraffazione molto sofisticata che avrebbe tratto in inganno anche gli esperti del settore.
Di recente si è scoperto che almeno una delle carte di Pikachu riporta una filigrana con l’anno 2024. Il numero di serie della stampante è anche lo stesso della stampante utilizzata per le controverse carte beta. Quindi, possiamo desumere che poiché negli anni ’90 hanno rilasciato tutte le carte di Pikachu di questi set, è probabile che abbiano contraffatto almeno uno di essi. E questo ci farebbe anche domandare se altre carte provenienti dal set originario siano effettivamente autentiche.
Le carte Pokémon beta presentavano dei minuscoli puntini gialli, creati con la stenografia di stampa, che contiene il numero di serie della stampante e la data e ora esatte della stampa. Anche in questo caso, così come abbiamo visto nell’articolo sulle carte Pokémon beta, tramite questo meccanismo si può notare una specie di contrassegno apposto dalle stampanti laser sulle immagini realizzate. Ed è proprio su questo che lavoreranno gli esperti del settore per capire se le carte siano state contraffatte o meno.
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Al momento non ci sono conferme ufficiali, si tratta esclusivamente di supposizioni. Rimane incerto se Akabane abbia preso parte a questa truffa in modo consapevole o involontario. Nelle prossime settimane avremo più dettagli, dato che l’azienda GCC Cards ha già avviato un’indagine. Vi terremo informati, quindi non perdete nessun articolo!
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