Nel gennaio del 2014 il giudice americano Jed Saul Rakoff decretò che Nintendo doveva pagare all’azienda Tomita Technologies l’1,82% del prezzo di vendita intero di ciascun Nintendo 3DS.
L’accusa fatta verso la casa di Kyoto sarebbe di aver violato il copyright di Tomita Technologies riguardo all’uso del 3D autostereoscopico (senza occhiali).
La richiesta di Tomita fu in un primo momento di un pagamento secco per ciascuna unità di vendita. Tuttavia, siccome il prezzo del Nintendo 3DS sarebbe andato a calare nel corso del tempo, il giudice Rakoff decise di procedere per percentuale.
Indubbiamente un duro colpo per Nintendo che già nel marzo del 2013 si trovò ad affrontare un’altra violazione sempre ai danni di Tomita Technologies e che le costò una multa di ben 151 milioni di dollari (pari a circa 134 milioni di euro).
Dopo due anni, però, arriva la rivincita della casa di Kyoto. Secondo quanto afferma un nuovo articolo del quotidiano giapponese Nikkei, infatti, la precedente sentenza penale sarebbe stata annullata portando Nintendo alla vittoria della causa. Stando al verdetto finale o il brevetto non sarebbe stato violato.
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