La mania da collezionismo provocata dal franchise Pokémon è un fenomeno che negli ultimi anni ha raggiunto livelli inimmaginabili, tanto da fare aumentare i prezzi di moltissime carte oggi in circolazione. Sono diversi i collezionisti che, pur di ottenere un pezzo mancante alla propria collezione, sono disposti a sborsare anche cifre spropositate. Tra i mezzi più utilizzati per scoprire nuove carte da aggiungere ai propri scaffali troviamo i siti di aste online, che potrebbero però portare a delle spiacevoli sorprese: non è infatti raro che dietro allo schermo si possa nascondere un truffatore, pronto a gonfiare le proprie tasche offrendo delle carte Pokémon false.
Proprio questo è lo scenario che si è recentemente verificato a Annaka, città della prefettura di Gunma, in Giappone. Qui infatti un ventunenne di nome Reo Otake è stato arrestato dalla polizia giapponese con l’accusa di avere venduto online a due clienti delle carte Pokémon false. In totale, dalle 4 carte vendute il truffatore avrebbe guadagnato 186.000 yen, corrispondenti a circa 1.176,46€ al cambio attuale.
Ad aver fatto scattare le indagini è stato uno dei clienti che, dopo aver compreso la non autenticità della merce acquistata, ha immediatamente contattato le forze dell’ordine. Queste hanno inviato le carte a Nintendo per avere un riscontro sulla falsità del prodotto, che è risultato positivo. Le indagini si sono dunque spostate verso il sospettato, che ha confessato di avere venduto delle carte contraffatte.
Negli ultimi giorni infine la polizia ha infine raggiunto l’abitazione di Otake, in cui sono state rinvenute oltre 1.000 carte false, di cui 400 del Gioco di Carte Collezionabili tra unità in lingua inglese e giapponese. L’origine della merce non è del tutto chiara, ed è ciò su cui in questo momento si stanno concentrando le indagini.
Queste azioni legali potrebbero essere le prime di una lunga serie volte all’eliminazione di ogni vendita di carte contraffatte. The Pokémon Company lo scorso mese ha infatti annunciato la propria volontà di collaborare con i siti di aste online per evitare ogni tipo di possibile truffa in futuro, ma non vi è alcuna certezza che questo intervento possa considerarsi riconducibile a questa possibile collaborazione.
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