Redazione
Il fenomeno Pokémon GO, sin dal lancio dell’app sviluppata da Niantic, ha suscitato nel pubblico grande entusiasmo e qualche controversia. Ci ricordiamo, per esempio, le polemiche legate alla comparsa di Pokémon da catturare o di PokéStop in luoghi non sempre opportuni.
Tuttavia, l’arrivo dei mostriciattoli tascabili in un luogo con una singolare e macabra reputazione sembrerebbe aver cambiato le carte in tavola.
Tempo fa vi avevamo parlato di come le scogliere di Tojinbo, situate lungo la costa della prefettura di Fukui, fossero una meta turistica giapponese nota anche per i numerosi suicidi e le leggende intorno al luogo.
Questo tipo di reputazione ha generato nel tempo un circolo vizioso: più persone si recano sul posto per compiere l’atto estremo e più chi si trova nella stessa situazione è incline a fare altrettanto. Come riporta l’ex poliziotto Yukio Shige, residente della zona e capo di un’organizzazione non profit per la prevenzione dei suicidi, la maggior parte delle persone che si reca sul posto per mettere fine alla propria vita non proviene dalla prefettura di Fukui, ma è attirata dalla triste nomea della meta turistica.
Negli anni, l’ex poliziotto ha iniziato a pattugliare l’area per prevenire più morti possibili, riuscendo a diminuirne il numero fino al minimo storico di 7 registrato nel 2014. Negli ultimi 2 anni, purtroppo, il dato è salito nuovamente a 14. Dall’inizio del 2017, però, il numero dei tentativi di morte registrati è stato zero. Va messo in evidenza soprattutto il dato di marzo, mese in cui, secondo le statistiche nazionali, il tasso di suicidi è fra i più alti. È proprio qui che entra in gioco Pokémon GO.
Che meriti ha l’app di Niantic? A seguito della mania scoppiata lo scorso anno si è sparsa la voce che nell’area di Tojinbo era possibile scovare Pokémon rari come Aerodactyl, Lapras e Girafarig. La zona è stata quindi presa di mira dagli Allenatori con lo smartphone in mano. Così la presenza degli amanti dei mostriciattoli tascabili, anche nei punti meno visitati, ha riempito gli spazi solitari ricercati dalle persone che vogliono tentare il suicidio.
La sensazione è che sia cambiata proprio l’atmosfera che si respira a Tojinbo, non più macabra come prima ma spensierata e allegra. Come accade di norma, difficilmente chi pensa al suicidio si reca in posti visitati dai turisti per svago e divertimento, e il cambiamento avvenuto grazie all’app a tema Pokémon sembra aver portato proprio a questo risultato.
Ovviamente il fenomeno di Pokémon GO, per quanto benefico in questa zona, non risolve completamente il problema dei suicidi in Giappone, che ha radici ben più profonde e complesse. Proprio per questo, Yukio Shige rimane all’erta e ha intenzione di intensificare il controllo dell’area, pensando di munirsi di un drone che lo aiuti a svolgere l’attività. Noi speriamo solo che l’effetto positivo generato dalla “comparsa” dei Pokémon possa continuare a mantenere nel tempo la nuova atmosfera dell’area di Tojinbo.
E voi conoscete altri luoghi rivitalizzati dall’arrivo di Pokémon GO? Vi siete divertiti a cercare i mostriciattoli in luoghi impensabili con i vostri amici?
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