Manuel Urrai
Quando si ha tra le mani un brand come Pokémon, che ha segnato l’infanzia e l’adolescenza di milioni di persone in tutto il mondo, possiamo solo immaginare quanto sia difficile per una software house come Game Freak cercare di mantenere alta l’asticella qualitativa del prodotto per oltre 20 anni.
La formula perfetta
I giochi Pokémon hanno da sempre degli standard elevati, tanto che riescono a raccogliere, titolo dopo titolo, voti della critica quasi sempre altissimi. Ed è proprio per questa ragione, frutto di un impeccabile modus operandi, che le aspettative dei fan sono sempre alte e quando si trovano davanti a delle novità all’interno del prodotto, date magari dalla volontà della casa madre di sperimentare qualcosa di diverso reinventando alcuni canoni tradizionali, ne susseguono una marea di critiche della community.
Proprio nell’ottica di conservazione del brand, le caratteristiche dei giochi Pokémon sono rimaste quasi immutate fin dagli esordi, basti pensare la sfida alle otto Palestre, ai Team malvagi assetati di soldi, potere e controllo, la Lega Pokémon con i Superquattro e così via. Aggiungere delle nuove dinamiche senza mai intaccare le meccaniche di base è stata per due decenni la formula perfetta che da sempre ha contraddistinto Game Freak, che non ha mai amato fare dei cambi radicali.
Lo stesso Junichi Masuda, in una nostra intervista nel lontano 2014, durante il periodo di lancio di Pokémon Rubino Omega e Zaffiro Alpha, dichiarò di non essere intenzionato a cambiare nessuna di quelle che sono le caratteristiche di base del prodotto.
Cambio di rotta
Tuttavia, la promessa non è stata fedelmente mantenuta: un primo cambio di rotta l’abbiamo visto con Pokémon Sole e Luna, che soppianta le Palestre con il Giro delle Isole. Questo ci porta a pensare che la formula non fosse poi così magicamente perfetta o magari, cambiando il pubblico e l’età delle persone che seguono il prodotto, sia stata necessaria una rivisitazione per evitare un gameplay troppo ridondante negli anni. Che sia stato il preambolo di un cambiamento radicale della serie?
Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee!, i primi titoli Pokémon RPG in arrivo su Nintendo Switch il prossimo 16 novembre, segnano un vero e proprio “cataclisma” per gli appassionati, tanto che la stessa compagnia, in previsione della reazione di quello che è il nocciolo duro della serie, la community Pokémon del web, insieme ai due titoli del 2018 ha dichiarato che nel 2019 sarà rilasciato un titolo canonico tutto nuovo che “sfrutterà al massimo le caratteristiche della console”.
Questo modo di porsi preventivamente sulla difensiva ci fa capire come in Giappone ci sia un po’ di preoccupazione per le reazioni che potrebbero conseguire dai giudizi dei fan su un titolo un po’ diverso dal solito, ma allo stesso tempo, molto vicino alle origini del brand.
Innovazione e tradizione: Pokémon Let’s Go
Alle volte ci poniamo una domanda importante: se Pokémon anziché essere nato nel 1996 su Game Boy fosse arrivato direttamente nel 2018 su Nintendo Switch, quali sarebbero state le sue caratteristiche? Avrebbe avuto lo stesso successo?
Possiamo immaginare che il creatore dei Pokémon, Satoshi Tajiri, vedendo quelle che sono le possibilità di una console come Nintendo Switch, avrebbe sviluppato i primi giochi in modo parecchio differente.
Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! sembra che puntino proprio a questo, una visione differente del brand, che vuole raccogliere le esigenze di un pubblico giovanile che si muove in una società sempre più frenetica.
Pokémon è per adulti o per i bambini?
Bisogna fare una doverosa considerazione: buona parte del pubblico che acquista oggi i giochi Pokémon è composta perlopiù da ventenni, se non trentenni. I piccoli appassionati che giocavano a Pokémon sono cresciuti e hanno continuato a coltivare la passione. Parallelamente a questo invece, i bambini di oggi invece non sembrano apprezzare e capire pienamente il prodotto.
Perché allora perché continuare a puntare sulla fascia dei giovanissimi a figurare il brand come se fosse rivolto principalmente al target scolare e prescolare? Da un certo punto di vista, il fatto che ad acquistare siano i bambini può essere vantaggioso per la stessa Nintendo, poiché, una volta acquistata la console, tramite regali da parte di amici e parenti, potrebbero acquistare altri prodotti in futuro.
Gli adulti invece, avendo più disponibilità economica e guadagnando spesso autonomamente i propri soldi, sono più propensi all’acquisto, ma allo stesso tempo fanno scelte più attente e precise. Questo atteggiamento non è tuttavia da condannare a priori. Si tratta piuttosto di una pura questione di marketing orientata a eliminare il più possibile il rischio mantenendo alta la qualità di un prodotto apportando solo piccole modifiche necessarie in modo da poter soddisfare chiunque. Da una politica del genere ne derivano maggiori introiti utili per lo sviluppo di progetti più variegati e maggiore attenzione ai prodotti futuri per i vari target.
The Pokémon Company e Nintendo sanno quanto è importante l’approvazione “silenziosa” della community adulta e l’impiego di Kanto per questa svolta della serie potrebbe avere una doppia finalità: far capire che si tratta al contempo di qualcosa di totalmente nuovo e giocabile per le nuove leve, ma allo stesso tempo, un ritorno agli albori della serie Pokémon, in attesa di qualcosa di più sostanzioso l’anno successivo.
Remake di un remake della serie animata…
A luglio abbiamo avuto modo di provare i nuovi titoli in anteprima al post-E3 Nintendo di Milano e, fin dai primi momenti, ci siamo accorti di quanti siano simili, ma allo stesso tempo diversi, dagli altri titoli.
Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! sono idealmente i remake di Pokémon Giallo, ma è tuttavia da sottolineare che lo stesso Pokémon Giallo, a sua volta, è stato una sorta di “remake” ispirato alla serie animata Pokémon, tremendamente in voga nei primi 2000 in tutto il mondo.
Di conseguenza, anche il gioco è influenzato da questo aspetto, con un mondo di gioco decisamente più colorato, che prende quasi vita davanti ai nostri occhi. Questo si può notare esclusivamente giocando in prima persona al gioco, anche perché dai trailer e dai vari contenuti rilasciati fino ad ora, questo aspetto non pare così lampante.
All’interno del gioco i riferimenti e le similitudini sono davvero tantissime, utili a far emergere la volontà di Game Freak di immergere il giocatore nel mondo dei Pokémon e farlo sentire proprio come Ash Ketchum, il protagonista della serie animata alla continua ricerca di nuove sfide tra le palestre di Kanto con tanto di grandi platee ai lati e un pubblico pronto a tifare per noi. I dialoghi sono simpatici e riflettono l’humor presente proprio nell’anime. Sicuramente con questa mossa Game Freak vuole portarsi a casa quella fascia di pubblico composta dai più piccoli, ma allo stesso tempo strizza l’occhio, grazie alla presenza di piccoli ma graditi easter egg, anche a coloro che seguono il brand dagli albori.
Il gioco non sarà sicuramente identico all’originale. Ad oggi possiamo affermare con certezza che Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! avranno delle caratteristiche totalmente inedite, come l’introduzione di nuove missioni da parte di nuovi personaggi che si incontreranno nel corso dell’avventura, e siamo certi che queste novità saranno apprezzate sia dalle nuove leve che dai fan di vecchia data, che troveranno quindi nuovi stimoli per giocare questi titoli.
… con poligoni di sesta generazione
Il ritorno della grafica stile Pokémon X e Y non pesa sulla giocabilità ed è una scelta che ha fatto sicuramente discutere dividendo l’opinione dei giocatori. Personalmente, giudico perfetta la scelta che pare ben adattarsi in un simile contesto dal gusto retrò. Non sempre l’evoluzione grafica è sinonimo di novità, ma anche un passo indietro in una nuova forma può dare tanto al gioco.
Molto più di un compagno di viaggio
Anche gli stessi Pikachu e Eevee, i Pokémon presenti nelle copertine di gioco che ci accompagneranno durante tutto il viaggio, risultano evidentemente ispirati alla serie animata:sono infatti diversi dagli altri Pikachu e Eevee che troveremo selvatici nell’erba alta.
Il loro aspetto sarà graficamente diverso, unico, che lo distinguerà da tutti gli altri della loro specie, proprio per indicare quanto per Pokémon sia “nostro e solo nostro”, introvabile e da tenere molto stretto. Oltretutto, il Pokémon si rifiuterà categoricamente di stare all’interno della propria Poké Ball.
Il nostro Pokémon compagno, sempre sulla nostra spalla, non sarà semplicemente un mero abbellimento, ma ci permetterà ad esempio di capire se ci sono strumenti nascosti, agitando la propria coda. Non è da escludere che possa avere altre funzioni inedite, visto che non ci è stato possibile provare tutte le funzioni alla dimostrazione di Milano. Con tanta fantasia, ci immaginiamo un Eevee saltare su un albero per raccogliere alcune bacche speciali da lanciare poi durante le lotte. Non sarebbe fantastico?
Sarà in ogni caso possibile anche interagire con il Pokémon, tanto che la felicità potrebbe dipendere proprio da quanto ci rapportiamo con lui.
Oltre all’immancabile mascotte di copertina che poggerà sulla nostra spalla, avremo la possibilità di tenere un altro Pokémon della nostra squadra al di fuori della Poké Ball. Anche in questo caso, oltre a poter interagire con esso, si assisterà alla riproduzione di una meccanica simile al Poképassaggio di Alola che, a sua volta, andava a sostituire le MN (Macchine Nascoste), non pervenute nel gioco.
I Pokémon nel mondo di gioco
Nella preview di Milano ci è stato concesso esplorare esclusivamente il Bosco Smeraldo. Come si è potuto evincere anche dai trailer, i Pokémon sono visibili direttamente nel mondo di gioco. Questa nuova introduzione tuttavia non permette di evitarli tanto più facilmente che in passato, anzi la frequenza con la quale ci si scontra con uno di essi, ingaggiando una lotta, ci è sembrato addirittura molto più alta rispetto a tutti gli altri titoli. Chiaramente è molto probabile che la versione di gioco che abbiamo avuto modo di provare avesse un tasso di apparizioni decisamente più alto rispetto la versione finale del titolo e un’assegnazione dell’esperienza raddoppiata per permettere ai giocatori di divertirsi fin da subito senza incorrere in imprevisti (come l’inconveniente di una squadra KO). Nonostante tutto, ci sembra che il prodotto sia più che pronto per essere lanciato sul mercato.
Tra i Pokémon che è possibile trovare nel mondo di gioco non mancheranno all’appello quelli cromatici, che saranno chiaramente contraddistinti da un anello stellato. Quest’aspetto renderà probabilmente la caccia di Pokémon cromatici più accessibile e divertente: sarà impossibile non accorgersi della loro presenza!
In questo primo scorcio di avventura è possibile ammirare fin da subito i nuovi modelli 3D dei Pokémon, ricreati appositamente per Nintendo Switch. Nelle lotte i mostriciattoli tascabili danno il meglio di sé, mentre, una volta fuori dalla Poké Ball, nel mondo di gioco si notano delle carenze nelle varie movenze. In alcuni momenti, a causa delle animazioni limitate, il modello ad esempio ruota su se stesso in maniera innaturale, oppure, anziché scansarsi dall’Allenatore quando gli viene addosso, entra ed esce dalla Poké Ball.
L’essenza della Poké Ball Plus
Molto interessante si è rivelato l’accessorio Poké Ball Plus, che non è semplicemente aggiornamento del Pokémon GO Plus, bensì un vero e proprio strumento multiuso da portare sempre con sé.
Collegandolo con Pokémon Let’s Go possiamo sfruttarlo come un vero e proprio controller. Nella parte superiore è presente un gommosissimo pulsante che funge sia da tasto Start che da tasto B. Attraverso la pressione della levetta analogica direzionale è invece possibile utilizzare il tasto A.
La dotazione finisce qui. Con questi pochi pulsanti è possibile spostarsi nella mappa di gioco, lottare e sfruttare tutte le principali funzionalità, con le dovute limitazioni: ad esempio, non è possibile visualizzare il dettaglio mosse durante una lotta, accessibile esclusivamente con il tasto Y. Durante l’avventura, per rispondere bene ai comandi, la parte superiore rossa deve essere posizionata quasi parallelamente allo schermo, altrimenti si rischia di perdere il controllo. Rimaniamo fiduciosi riguardo la presenza di uno specifico menù attraverso cui si potrà sincronizzare il tutto.
Una delle caratteristiche più discusse del gioco è la cattura dei Pokémon che anziché avvenire con la classica lotta dei Pokémon, viene effettuata in maniera decisamente simile a Pokémon GO, ovvero senza lottare e attraverso un “quick time event”. Sarà l’abilità di lancio della Poké Ball, semplificato dall’utilizzo delle bacche che vengono tirate al Pokémon selvatico, a determinare o no il successo di una cattura, un po’ come avveniva nella Zona Safari. Curioso il fatto che nella Zona Safari di Pokémon Let’s Go sia stato proprio inserito il GO Park che conterrà i Pokémon trasferibili da Pokémon GO.
Durante la fase di cattura, la Poké Ball Plus può essere lanciata in diversi modi e, se avete anche voi sempre sognato di lanciarne una, allora questo è l’accessorio che fa per voi.
Come in Pokémon GO, si può optare per il lancio curvo e non frontale. Tuttavia, anche mantenendo la posizione iniziale suggerita, ovvero parallela allo schermo, la Poké Ball Plus è risultata ancora un po’ imprecisa; tanto che una volta, provando a catturare un Pokémon con un lancio curvo, la Poké Ball sullo schermo è andata invece dritta. Bisogna però dire che si tratta di una versione ancora non definitiva del prodotto e nei prossimi mesi, anche grazie ai vari feedback, sarà possibile migliorare queste imprecisioni.
Per tutto il tempo la Poké Ball emetterà dei classici suoni 8 bit provenienti dai primi giochi Pokémon, delle vibrazioni e cambierà il colore del led. Una piccola chicca che i giocatori più affezionati apprezzeranno senza alcun dubbio.
I Pokémon catturati nel gioco possono anche essere portati sempre con sé, rendendo l’accessorio un simil Tamagotchi, di cui ancora, oltre a sapere di poter fare qualche coccola alla creatura, non abbiamo altri dettagli. Le possibilità di questo strumento sono infinite e noi speriamo fino all’ultimo che possa in qualche modo contenere anche un contapassi come è accaduto con il Pokéwalker in Pokémon Oro HeartGold e Argento SoulSilver.
Dai due schermi allo schermo unico
Forse una delle nostre più grandi paure, dopo oltre 10 anni di titoli Pokémon su console a due schermi, era l’idea di avere tutto in un solo display. Durante la prova, eravamo preoccupati che in qualche modo l’esperienza del giocatore, soprattutto durante le lotte, sarebbe stata differente.
Tuttavia, complice il grande schermo, sia in modalità portatile di Switch che in modalità TV, non si sente assolutamente la mancanza, anzi, avere tutto su un solo display permette di prestare molta più attenzione a ogni dettaglio.
In conclusione: per chi è indirizzato veramente Pokémon Let’s Go?
Difficile trovare una risposta. Pokémon Let’s Go pare essere l’unione di due idee e progetti inizialmente distinti: il primo è quello di creare un “titolo di apertura” per l’arrivo della serie Pokémon RPG su console casalinga per gli appassionati che hanno sempre giocato su console portatile, mentre il secondo quello di produrre un gioco pensato per le nuove generazioni, che aveva già trovato riscontro in Pokémon GO, ormai entrato nella storia come fenomeno di massa.
Fin dall’annuncio di Pokémon GO nel 2015, Game Freak aveva dichiarato di voler trovare il modo giusto per collegare l’apprezzatissimo titolo mobile alla serie principale. Dopo il successo planetario, si è sicuramente deciso di scartare l’idea di inserire una mera integrazione con un qualsivoglia titolo, preferendo quindi imparare da esso per rendere più funzionale quello che sarà il gioco in uscita il prossimo novembre.
Game Freak sa bene che unire in un solo gioco più progetti è rischioso e, nonostante i chiarissimi riferimenti a Pokémon GO, si è cercato il più possibile di non intaccare le caratteristiche provenienti dalla serie madre. Basti pensare ad esempio alla presenza sia dei PL (Punti Lotta) come “misuratore di forza” mutuato da Pokémon GO, che la presenza di tutte le statistiche del Pokémon che già conosciamo.
Ci sono ancora dubbi e solo con i prossimi annunci e trailer potremo ottenere delle risposte. Per certo sappiamo che Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! sono molto più divertenti di quanto ci aspettassimo. L’impronta inconfondibile di Game Freak si sente forte e chiara, non vediamo l’ora di scoprire quante altre novità ci siano in serbo per noi.
L’articolo è stato scritto ed editato da Manuel Urrai insieme a una parte del team redazionale di Pokémon Millennium, composta da Denis Naccari, Francesco Giallatini, Ivan Romano, Ivana Murianni e Francesco di Sarno.
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