Nel recente Pokémon Direct del 5 giugno sono state mostrate le due creature leggendarie di copertina di Pokémon Spada e Scudo: Zacian e Zamazenta, due splendidi lupi che personificano rispettivamente una spada e uno scudo. Al momento non conosciamo nient’altro che le brevi descrizioni del Pokédex, l’aspetto e i nomi. Tuttavia, crediamo di avere abbastanza materiale per speculare un po’.
Avevamo già immaginato guardando i loghi appena rivelati il 27 febbraio scorso che i lupi leggendari potessero essere basati sui miti norreni. Sono molti i canidi presenti in questa mitologia e risulta difficile inquadrare a quale coppia di lupi possano rifarsi Zacian e Zamazenta.
La prima coppia da prendere in analisi è costituita da Skǫll e Hati, noti perché inseguono rispettivamente il Sole e la Luna con l’intenzione di divorarli: in questo modo i nordici giustificavano le eclissi dei due astri. Si dice che uno degli eventi che precederà il Ragnarǫk, la battaglia finale tra le potenze della luce e quelle delle ombre, sia proprio l’arrivo dell’oscurità eterna a causa della fame di Skǫll e Hati. Se da un lato possiamo trovare interessanti elementi di unione con i Pokémon Leggendari Solgaleo e Lunala della generazione precedente di Pokémon, dall’altro, se Zacian e Zamazenta fossero davvero ispirati a questi lupi, dovremmo supporre una loro natura nefasta e malvagia. Siamo sicuri che i due leggendari di Pokémon Spada e Scudo ci siano stati presentati in questa maniera?
La seconda coppia di lupi da esaminare è quella formata da Geri e Freki, fedeli compagni di Odino, Dio principale della mitologia germanica e norrena. Geri e Freki sono due emissari del Dio proprio come i corvi Hugin e Munin a cui potrebbe essere ispirato Corviknight. Mentre i due uccelli sono la personificazione della vista, della saggezza e della memoria di Odino, Geri e Freki sono i suoi istinti di caccia e di guerra. La loro forza è probabilmente connessa anche ai guerrieri chiamati Úlfhéðnar, famigerati combattenti sciamani che indossavano pelli di lupo e lottavano in preda ad allucinazioni provocate da alcune sostanze rituali che ingerivano. Anche in questo caso, sembrano esserci connessioni con l’indole guerriera che abbiamo visto in Zacian e Zamazenta, ma siamo sicuri che possano essere ispirati proprio a Geri e Freki che, tradotti letteralmente, significano avarizia e voracità?
Chi è appassionato di mitologia norrena sa sicuramente che, finora, abbiamo tralasciato il lupo più famoso di queste leggende. Sebbene non faccia parte di alcuna coppia canina, vale la pena includere tra le probabili influenze anche Fenrir, figlio del Dio degli inganni Loki, un lupo gigante il cui nome è spesso usato in modo metaforico per riferirsi ai giganti veri e propri. Nonostante l’evidente collegamento con i Pokémon giganti visti nel Pokémon Direct grazie alla nuova meccanica del Dynamax, Fenrir è un personaggio mitologico negativo e ha numerosi appellativi poco rassicuranti: Þjóðvitnir, che significa “lupo nemico del popolo” e Vánargandr, ossia “lupo demone del fiume Ván“, sono solo due dei tanti. Come suo padre Loki, è una creatura astuta e intelligente, ma anche dotato di una grande forza. Possibile un collegamento tra Fenrir e i due lupi leggendari di Pokémon Spada e Scudo?
Insomma, abbiamo ben 5 lupi che potrebbero essere stati presi come spunto per la realizzazione di Zacian e Zamazenta, ma non possiamo ancora sapere se effettivamente tutti possano davvero aver influito nei processi creativi di Game Freak, o se possa essere stata usata almeno qualche caratteristica da ognuno di essi.
Per il momento accantoniamo i miti norreni e addentriamoci in un altro concetto legato ai Pokémon Leggendari di Galar: i colori.
Ciano e Magenta
In molti avranno notato come i nomi di Zacian e Zamazenta siano palesemente basati sul modello di colori CMYK, sigla dei quattro colori che compongono questa classificazione usata nei dispositivi di stampa: Cyan, Magenta, Yellow e Black. Questa tecnica di stampa è anche nota come quadricromia, poiché composta da quattro inchiostri diversi (ciano, magenta, giallo e nero).
Tenendo a mente queste informazioni, possiamo tranquillamente attribuire il ciano a Zacian e il magenta a Zamazenta. Anche in giapponese i nomi dei leggendari presentano il prefisso Za, una traslitterazione dell’articolo determinativo inglese The, e le rispettive trascrizioni fonetiche di cyan e magenta: ザシアン (Zashian) e ザマゼンタ (Zamazenta). A questo punto, se abbiamo un Leggendario ciano e un Leggendario magenta, possiamo supporre che mancano all’appello un Leggendario giallo e un Leggendario nero? Proviamo anche a ipotizzarne i nomi pronunciando alla giapponese i rispettivi colori inglesi preceduti da “Za”: Zaiero e Zaburek.
A giudicare dal trailer di presentazione dei due lupi di Galar, la presenza di almeno un altro leggendario è più che probabile. Entrambe le creature mostrano come colore caratteristico quello che gli è attribuito nel nome, ma soprattutto, se avete prestato attenzione al filmato, potete notare che i due Pokémon, dopo un iniziale scontro, smettono immediatamente di lottare non appena avvertono l’arrivo di qualcosa; è a questo punto che Zacian e Zamazenta si schierano spalle a spalle, alleandosi, nell’attesa di un pericolo imminente.
Giallo
Zacian e Zamazenta stanno per affrontare uno o due avversari? Prendendo l’ipotesi della quadricromia, possiamo sbilanciarci nel dire che i due lupi aspettano l’arrivo del Leggendario giallo. Vi starete chiedendo perché proprio il giallo e non il nero? Oppure, perché non entrambi? Nella stampa in quadricromia i 4 colori coesistono per dare più sfumature diverse; tuttavia, per principio, l’unione tra ciano, magenta e giallo genera il nero.
Dunque, supponendo che C + M + Y = K, non può ancora esistere un Leggendario nero finché ciano, magenta e giallo non saranno uniti. Se anche il Leggendario giallo fosse un lupo, possiamo supporre che, data la natura collaborativa di Zacian e Zamazenta mostrata nel trailer a loro dedicato, il Leggendario giallo potrebbe essere basato su Fenrir, poiché ostile a Zacian e Zamazenta che invece potrebbero rappresentare una o entrambe le coppie di lupi: Skǫll e Hati, inseguitori degli astri, o Geri e Freki, guerrieri e cacciatori.
A questo punto, siccome il Leggendario nero è il risultato dell’unione tra gli altri lupi, e scartando a priori l’idea che proprio tutti i leggendari possano essere lupi, passiamo ad analizzare un altro concetto dei Pokémon leggendari di Galar: gli elementi cavallereschi.
Nero
Spada e scudo sono due oggetti immediatamente riconducibili a un aspetto cavalleresco, soprattutto se consideriamo l’ambientazione di Galar che cavalca molto il tema medievale. Se Zacian e Zamazenta si fondessero, il Pokémon risultante avrebbe con sé anche gli elementi peculiari dei due lupi: una spada e uno scudo. Per questo motivo, l’unione di Zacian, Zamazenta e del Leggendario giallo, dovrebbe creare un Leggendario nero che sia coerente con l’utilizzo di una spada, uno scudo e un terzo elemento a noi ancora sconosciuto.
Fanart dell’utente Phatmon su DeviantArt, basata sulla fusione dei soli ciano e magenta
Cosa potrebbe essere questo terzo elemento? Un’armatura? Un elmo? Un mantello? Un cavallo? È ancora presto per scoprirlo e già abbiamo fatto ipotesi azzardate su molti dettagli. Tuttavia, per ora, spada, scudo e colore nero non possono che far pensare alla leggenda del Cavaliere Nero molto cara alle terre inglesi. Ne abbiamo già accennato nell’approfondimento su Corviknight, ma svisceriamo meglio il concetto in questa rubrica.
Fanart basata su un Cavaliere Nero di Dark Souls 3 realizzata da cloudintrousers su DeviantArt
Il Cavaliere Nero è un archetipo, un personaggio-stereotipo, nato nel ciclo arturiano e nei racconti bretoni. Si tratta di un tipo di antagonista presente in molte storie cavalleresche, così consolidato come personaggio da comparire ancora oggi nella cultura pop e nelle storie di tutti i giorni. Spesso maschera la sua identità, mantenendosi anonimo per meglio compiere le sue gesta. Non per forza è un vero e proprio antagonista, ma anche quando collabora col protagonista e assolve il ruolo di anti-eroe, la sua indole è caratterizzata dalla menzogna, dalla scorrettezza, dal tormento, dalla morte e dall’oscurità. Se la sua presenza fosse reale in Pokémon Spada e Scudo, conserverebbe le stesse caratteristiche? E se la risposta fosse affermativa, questo vuol dire che l’unione tra i tre Leggendari colorati per crearlo, possa essere qualcosa di forzato? Non siamo in grado di rispondere ancora a queste domande, ma sappiamo che una cosa è certa: in una qualunque storia non può esserci un Cavaliere Nero se non c’è anche un Cavaliere Bianco.
Bianco
Il Cavaliere Bianco è la figura medievale che incarna il massimo modello di virtù cavalleresca, purezza e onestà. È il protagonista delle avventure arturiane, e anche il suo archetipo è stato tramandato ai racconti di oggi. Un antico Superman, lontano dal suo mondo di origine per mettere i suoi poteri e la sua forza al servizio dei suoi ideali: che sia la ricerca di un Sacro Graal come per Lancillotto e gli altri Cavalieri della Tavola Rotonda, o che sia la semplice difesa dei più deboli, il Cavaliere Bianco persegue il suo obiettivo nel modo più corretto e valoroso, o, almeno, ci prova.
Cavaliere Bianco contro Cavaliere Nero, l’eterna lotta tra bene e male, luce e oscurità. Ci troviamo davanti allo stereotipo culturale più vecchio e ciclico del mondo, ma come inquadrarlo in questo contesto fatto di creature leggendarie e colori per stampanti? Chi è il Cavaliere Bianco in Pokémon Spada e Scudo? Da dove spunta? Proviamo a dare due interpretazioni, entrambe basate sulla quadricromia CMYK.
Assenza di colore
Come si stampa il bianco nel modello CMYK? Molto semplice: non si stampa. Laddove ci sono tonalità chiare, viene sottratta una determinata quantità di inchiostro; dove c’è da rappresentare il bianco, semplicemente non viene utilizzato alcun pigmento in quella zona. Seguendo questo ragionamento, si potrebbe definire il bianco come assenza di colori. Se la nostra ipotesi C + M + Y = K dovesse rivelarsi esatta, vuol dire che il Leggendario nero viene creato dalla fusione degli altri tre: a questo punto, Zacian, Zamazenta e Leggendario giallo non esisterebbero più come entità singole, o, in altre parole, non esisterebbero più i colori. È nell’esatto momento in cui viene creato il Leggendario nero che potrebbe comparire anche il Leggendario bianco dal suo mondo di origine, nella lotta eterna tra luce e oscurità del Ragnarǫk.
Supporto del colore
Se il colore bianco si ottiene semplicemente non usando gli inchiostri, questo vuol dire che tale pigmentazione è data dal supporto alla stampa, ossia dal foglio. Traslando il ragionamento al mondo Pokémon, essendo il foglio un supporto e non un colore, potrebbe trattarsi di un’altra entità piuttosto che di una quinta creatura Leggendaria. Il foglio, o per meglio dire una carta bianca, è sinonimo di libertà di movimento, di contenitore vuoto e puro nel quale esprimere la nostra creatività.
Abbiamo volutamente omesso una cosa riguardante il Cavaliere Bianco per arrivare fino a questo punto: il suo archetipo è anche definito Cavaliere Errante, in quanto la sua azione principale è vagabondare per terre selvagge alla ricerca di avventure, allo scopo di dimostrare il proprio valore e, infine, giungere alla gloria. Avrete sicuramente capito dove stiamo arrivando: potrebbe non esistere alcun Leggendario bianco in Pokémon Spada e Scudo, perché il Cavaliere Bianco siamo noi, i protagonisti dell’avventura, coloro che riporteranno l’ordine nel trambusto generato dall’oscurità eterna del Ragnarǫk, dopo esserci formati vagando per tutte i territori di Galar e aver affrontato le più disparate difficoltà.
Eppure non abbiamo finito qui col colore bianco. C’è un’ultima cosa che ci è saltata all’occhio grazie anche al nostro grafico Marcin Delowicz mentre facevamo dei ragionamenti completamente sconnessi sull’Alfabeto di Galar (che stiamo ancora studiando) e sui polsini del Dynamax, il tutto sintetizzato nell’immagine sotto.
Il colore predominante del polsino è bianco, con dei dettagli ciano e magenta. In fin dei conti questi due sono i colori principali di Pokémon Spada e Scudo, oltre che di Zacian e Zamazenta, ma la cosa che più colpisce è un’altra: quel logo, che sicuramente cambierebbe colore a seconda della versione di gioco di riferimento, potrebbe essere una K, una delle poche lettere che siamo riusciti a decifrare. Che faccia riferimento alla K della quadricromia CMYK, e che, quindi, il polsino sia il supporto per evocare il Leggendario nero? L’energia sprigionata dal Dynamax è in qualche modo collegata a questa K?
Speriamo di avere al più presto delle risposte a tutto, ma nel frattempo confidiamo nell’avervi regalato parecchie suggestioni su cui ragionare finché non avremo ulteriori dettagli.
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