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[ANTEPRIMA] Good Company: diventare CEO “presso me stesso”

Abbiamo avuto l’occasione di provare Good Company, un gestionale in early access su Steam che ci consente di diventare imprenditori.

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   · 5 min lettura Giochi
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Abbiamo avuto l’occasione di provare in anteprima Good Company su Steam nella sua versione early access, un videogioco sviluppato dallo studio Chasing Carrots e pubblicato da The Irregular Corp. Si tratta di un gestionale dove il giocatore entra nei panni di un imprenditore che avvia la propria azienda letteralmente da zero.

Partiremo dallo scantinato della nostra casa, e ci ritroveremo presto a gestire una vera e propria catena di montaggio per vendere prodotti ideati da noi, all’interno di una fabbrica acquistata coi nostri guadagni, per arrivare un giorno a costruire gli stessi robot che lavoreranno nella nostra azienda al posto degli impiegati. E i sindacati dei lavoratori, muti.

Good Company, nonostante abbia ancora i problemi tipici che potrebbe avere un qualsiasi titolo in accesso anticipato (gioco non perfettamente bilanciato, modalità di gioco alternative assenti, comandi non ancora ben pensati), presenta peculiarità interessanti che vale approfondire per quel che sarà il gioco completo.

Prodotti creati con le nostre mani

La novità più interessante di Good Company è sicuramente il processo creativo con cui sceglieremo quale prodotto mettere in produzione. Il brand col quale identificheremo la nostra azienda, e l’avatar del nostro imprenditore (e del suo fidato robot personale) non saranno le uniche cose personalizzabili della nostra attività: tutti gli oggetti che metteremo in produzione verranno assemblati componente dopo componente grazie a progetti creati da noi.

Costruiamo una calcolatrice con carta da cucina e colla vinilica

Tali progetti, chiamati blueprint, sono portati avanti da una sorta di piccolo puzzle game fatto di tetramini da incastrare in una griglia; in questo modo decideremo le componenti da usare e di capirne gli effetti che apporteranno al prodotto finito, come la compattezza, la stima della durata del suo assemblaggio, il rispetto per l’ambiente o il suo surriscaldamento.

Good Company
Cloni del Game Boy ne abbiamo?

Una volta creato il prodotto da voler lanciare sul mercato e avergli assegnato un nome, ci toccherà metterlo in produzione nella nostra catena di montaggio, della quale spiegheremo più avanti il funzionamento. Per il momento, basti sapere che tutte le componenti di un prodotto vanno create e assemblate da zero: una batteria, per esempio, avrà bisogno di plastica, elementi chimici e metalli per essere creata, e quindi dovremo inserire questi materiali negli ordini settimanali. La batteria, poi, a sua volta andrà inserita nell’assemblaggio del prodotto finito, assieme ad altre componenti assemblate da altri lavoratori. Il prodotto finale poi andrà venduto per ricevere gli introiti coi quali pagheremo i nostri dipendenti e compreremo altre materie prime.

Per essere sempre competitivi sul mercato bisognerà aggiornare man mano la produzione, e questo lo si farà tramite la ricerca: attraverso lo studio di componenti e materiali che siamo già in grado di disporre, acquisiremo dei “punti ricerca” spendibili per sbloccare nuovi elementi, più aggiornati, coi quali sarà possibile inventare nuovi prodotti su cui apporre il marchio del nostro brand.

Il funzionamento della catena di montaggio

La parte gestionale fondamentale dell’intero gioco è sicuramente la catena di montaggio. Nella nostra “Good Company” il passaggio da materiali a prodotto finito subirà diverse fasi di maneggiamento, dalla trasformazione degli elementi primari in materiali, all’assemblaggio finale, passando attraverso varie fasi logistiche e di trasporto.

Il tutto può essere gestito in una maniera un po’ macchinosa per il momento, ma estremamente accurata, attraverso la schermata della logistica: il gioco in questa modalità viene messo temporaneamente in pausa, e i colori scompariranno per mettere in evidenza le funzioni dei diversi tavoli da lavoro e i percorsi che i materiali faranno all’interno della catena.

Ogni luogo fisico in cui i materiali entreranno in circolo all’interno dei nostri edifici diventeranno dei cassetti apribili attraverso cui è possibile verificare e impostare manualmente i collegamenti: dalla zona di arrivo delle materie prime, possiamo portare un materiale chimico sugli scaffali vicino al banco di lavoro delle batterie, e poi dallo scaffale al tavolo e una volta trasformato, dal tavolo fino allo scaffale dove il personale della logistica porterà la batteria al tavolo di assemblaggio, e così via. In questa maniera, collegando tutto nella schermata logistica, renderemo ogni processo automatico.

La logistica di Good Company

Sarà fondamentale, a questo punto, il vero e proprio fattore logistico del gioco; infatti, il posizionamento di dei tavoli di lavoro e degli scaffali all’interno degli edifici, così come la consequenzialità di questi, giocheranno un ruolo fondamentale nella crescita dei nostri guadagni: più la nostra catena di montaggio sarà ordinata, più sarà efficiente.

Progetti futuri

Nonostante lo stato di early access, il gioco mette in mostra un gameplay solido e appagante, e una grafica dai colori tenui che evidenzia il carattere leggero del titolo, in netta contrapposizione alla profondità dei nostri interventi in gioco. Al momento siamo stati in grado di provare la free mode e la campagna, piena di imprevisti, sfide divertenti e impegnative, e ricompense annunciate attraverso simpatici comunicati stampa.

Good Company non è ancora disponibile nella sua versione completa, ma gli sviluppatori hanno già diramato un piano d’azione per questi ultimi mesi di sviluppo. Il gioco è acquistabile su Steam al prezzo di 22,99€, e già nelle ultime ore c’è stato un consistente aggiornamento che tra le varie cose ha permesso un utilizzo più libero della telecamera.

Roadmap di Good Company

Tra i cambiamenti futuri menzionati nella roadmap rappresentata nell’immagine sovrastante, è menzionato che nell’immediato implementeranno un supporto per le mod, oltre a maggiori ottimizzazioni del gameplay attraverso l’istituzione di workzones, utili per la logisitca, e l’implementazione di nuovi modelli di business per le proprie compagnie. Nel medio e lungo termine, invece, spiccano la branca del marketing, al momento quasi totalmente assente dal gioco, le abilità dei nostri impiegati che per il momento sono tutti uguali tra loro, e la possibilità di costruire grandi macchine robotiche per l’automazione della catena di montaggio. Si spera arrivi anche una localizzazione in lingua italiana.

Cosa ne pensate? Vorreste un titolo del genere su Nintendo Switch nel prossimo futuro?

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