Come avevamo già riportato in un articolo di qualche giorno fa, Nintendo ha licenziato, in data 30 marzo 2016, Alison Rapp, nota Product Marketing Specialist per Nintendo Treehouse (divisione di Nintendo of America), fatto che ha creato fin da subito un acceso dibattito e alzato un grande polverone di polemiche nel mondo del web.
Alison Rapp, ex dipendente Nintendo
In merito alla questione, si è espressa, proprio recentemente, anche una delle più grandi organizzazioni di sviluppatori di videogiochi, ovvero la International Game Developers Association. Il direttore esecutivo Kate Edwards ha rilasciato una dichiarazione dalle parole forti per le recenti azioni di Nintendo: secondo la Edwards, infatti, la società nipponica invierebbe un messaggio negativo agli sviluppatori di videogiochi e ai rispettivi dipendenti, dimostrando sostanzialmente che gli editori non supportano affatto questi ultimi (ma anzi, li abbandonano) contro molestie da parte del GamerGate, un comportamento che rischia seriamente di porgere la vittoria su di un piatto d’argento a tutti coloro che organizzano campagne di molestie nei confronti di alcuni personaggi di questo settore.
Il direttore esecutivo della IGDA, Kate Edwards
Queste sono state le dure parole mosse dalla Evans verso l’atteggiamento di Nintendo, rilasciate e pubblicate ufficialmente su VentureBeat:
Mentre con le sue dichiarazioni ufficiali sul caso del licenziamento di Alison Rapp, Nintendo si sforza di prendere le distanze dalle campagne di molestie e diffamazioni online, perpetrate nei confronti della dipendente, il tempismo dimostrato nell’occuparsi di questo licenziamento lascia piuttosto a desiderare.
Purtroppo, la compagnia non sembra rendersi veramente conto delle conseguenze delle sue azioni, non sembra proprio realizzare di aver infuso un senso di vittoria in quei gruppi di odio online, che ora stanno cercando di portare alle dimissioni anche altre donne dell’industria videoludica, deridendole e diffamandole sotto gli occhi delle loro compagnie.
A questo punto, ci aspetteremmo che tutte le aziende videoludiche fossero pienamente consapevoli delle dinamiche negative che vengono sviluppate dai social media, e che fossero più accorti difronte ai feedback on-line, così come più protettivi nei confronti dei propri dipendenti – in particolare con i dipendenti di diversa formazione. Molte [aziende] sono diventate proattive e consapevoli, tuttavia ciò di cui questa industria ha bisogno è, ovviamente, di fare più progressi.
Voi cosa ne pensate di questa faccenda? La polemica alzata dalla IGDA è fondata o credete che sia esagerata, la sua reazione nei confronti della grande N? Fateci sapere la vostra opinione!
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💬 Ultimi commenti su questa notizia
Lief
non conosco la vicenda nei dettagli (e nessuno può davvero visto che nessuno conosce personalmente quella tizia).
da quel che ho capito la motivazione ufficiale del licenziamento è un presunto doppio lavoro. motivo che personalmente ritengo assurdo... avere un doppio lavoro da quando in qua è vietato? la nintendo può davvero decidere di limitare questa libertà? sono cose che in america succedono ma che mi auguro vivamente che in italia siano assolutamente vietate. Nessuna azienda può togliermi la libertà di lavorare per altre aziende. Può impedirmi di rivelare segreti aziendali o altra roba di quel genere, ma se voglio fare il pizzaiolo il sabato e la domenica per pagarmi il mutuo senza rinunciare al lavoro principale che diritto hanno di impedirmelo?
Poi ci sono tutti i rumors sulla faccenda: questa tizia era la causa della censura? (da quel che ho capito non poteva farlo)
faceva un secondo lavoro poco etico e in nero? (da quel che ho capito non è chiaro)
difendeva la pedofilia? (... e qui rimango basito... se una tizia fa la censuratrice significa che è contro queste cose, no?... in ogni caso anche questo non è chiaro).
ci sono un sacco di rumors con tweet allegati molto equivoci (essendo estrapolati dal contesto non si può capire se le affermazioni sono rilevanti oppure sono completamente equivocabili).
certo è che Nintendo of America non ha neanche provato a proteggere una propria dipendente da questi atti persecutori... anzi nel momento in cui la Nintendo si è trovata in mezzo alla polemica ha pensato bene di lavarsi le mani della faccenda, con un licenziamento che è chiaramente una scusa (quel doppio lavoro da quel che ho capito era stato fatto in un passato... è come se licenziassero un tizio perchè quando era ragazzino ha tagliato la scuola).
Io non sono d'accordo con il lasciare le persone in mezzo alla strada per motivi futili (a prescindere che siano uomini o donne, stranieri o non, etero/omo o altro), se una persona taglia il lavoro oppure si droga o qualcosa di veramente grave (è stato condannato per qualche crimine) c'è una giustificazione valida, altrimenti licenziare non ha alcuna motivazione.
DaniGrovyle
Secondo me la International Game Developerse Association ha ragione.
Sol
È stata forse una decisione avventata ma penso sia stato giusto, Nintendo ha motivi abbastanza solidi per quest'azione :x