Che l’universo Pokémon stia ottenendo un grande successo con Pokémon GO, è cosa indiscussa, risaputa e strachiacchierata, ormai; i Pokémon sono riusciti nel loro intento, finendo anche negli smartphone di chi neanche li conosceva, o di chi ne aveva solo sentito parlare. È il loro 20° anniversario ed hanno esordito in grande stile; anche se, in realtà, non se ne sono mai andati.
Il franchise è di vecchia data, in effetti, ma ha avuto una grandissima risonanza da appena un mesetto, in virtù del fatto che è attualmente coinvolto in un innovativo e frastagliato fenomeno chiamato Pokémon GO. E noi di Pokémon Millennium – basandoci sull’articolo riportato da VentureBeat -, mentre il gioco campione di incassi su iOS e Android continua a dominare il mondo, abbiamo voluto dare uno sguardo un pochino più ampio alla sussidiaria della compagnia nipponica, che fattura circa 2,1 miliardi di dollari ogni anno; e a guidarci in questa immersione investigativa sono state soprattutto le parole di J.C. Smith, Consumer Marketing Director per The Pokémon Company International.
L’argomento che affronteremo oggi si basa su di un’intervista redatta per GamesBeat da Jeff Grub, e che vede protagonista proprio Smith, il quale, interpellato su una serie di questioni inerenti al marchio del quale è rappresentante, ci parla del rapporto della compagnia con i fan e del processo di diffusione internazionale che è diventato una prerogativa imprescindibile di tutte le strategie di marketing.
Un’intervista piuttosto completa e che ruota inevitabilmente intorno Pokémon GO, continuamente referente, tuttavia, al marchio in generale, alle manovre di The Pokémon Company International per rendere il brand Pokémon sempre più noto internazionalmente e allettante per ogni fascia d’età. E di questa conversazione a due voci abbiamo estratto alcune sole domande, interessanti sotto questo senso, che permettano al lettore di capire cosa TPCi sta tentando di fare attualmente con il noto franchise e in che porto vorrebbe approdare la recente nave del successo salpata a gonfie vele insieme all’ultimo prodotto per smartphone realizzato insieme a Niantic.
È dal Super Bowl che inizia la messa a fuoco, su di un’inquadratura a campo lungo, dallo straordinario commercial trasmesso in diretta mondiale diversi mesi fa e che ha incredibilmente aumentato il livello di hype riguardo uno dei prodotti rivelazione degli ultimi anni: Pokémon GO. Ed è lì, dunque, che l’intervista con Smith inizia, sul campo da football americano del 7 febbraio 2016.
La domanda iniziale di Grub è semplice e diretta, e non solo rompe il ghiaccio iniziale, ma introduce in un percorso che diventa, piano piano, un crescendo di argomentazioni che dall’app mobile si ripercuotono direttamente sulle prospettive e sulle riflessioni sugli ultimi eventi di questo anno incredibilmente produttivo, e sulle quali il team di TPCi pone costantemente l’attenzione.
Con il Super Bowl, si è dato ufficialmente inizio al 20 ° anniversario, una mossa pensata, valutata e organizzata da ben due anni, voluta appositamente per avvicinare tutti i paesi coinvolti, i fan di tutto il mondo: più che festeggiare i Pokémon, l’intento era celebrare i 20 anni di fedeltà che i fan hanno avuto nei confronti della compagnia e del marchio, che ancora vive grazie a loro. E per realizzare questo affettuoso progetto, si è scelto di spendere energie, tempo e (soprattutto) denaro nell’evento sportivo più seguito, trasmesso in diretta internazionalmente, ed importante, se non fondamentale, per la cultura americana, rappresentante fiera del mercato occidentale in cui si sviluppa TPCi.
Un annuncio rivelatore, atteso con ansia e curiosità, che tuttavia non è stato realizzato su un prodotto già in vendita, ma su un prodotto che è uscito diversi mesi dopo. E l’atteggiamento con il quale ha risposto allo stimolo tutto il pubblico che ha visto lo spot, ha reso TPC, sia della divisione internazionale che di quella nipponica, orgogliosa ed entustiasta.
Imprescindibile da tutto è quindi il sostegno del pubblico, dei fan. Il loro apporto e supporto rendono il lavoro degli sviluppatori sicuramente più facile: apprezzano e aiutano la compagnia a crescere, in diversi modi, comprando i videogiochi, giocando al GCC, seguendo la serie animata; apparentemente piccole, ma in realtà grandi cose, che sono in grado di far evolvere il franchise con sviluppi più che positivi. Ed è per questo che gli appassionati ricoprono un ruolo diretto e fondamentale nell’ingranaggio del successo dell’universo Pokémon.
Pur essendoci un divario generazionale notevole – si parla di bambini, di padri di famiglia, o anche di 20enni cresciuti con la serie – il segreto è non puntare ad un target specifico, bensì guardare alla totalità, ai fan nella loro più variegata e affascinante diversità. Per questo, oltre alla canonizzazione dei festeggiamenti, TPCi si sta recentemente impegnando sull’uscita mondiale in contemporanea dei giochi della serie più amata di sempre. Il che può sembrare facile, se visto da occhi esterni, ma quello che bisogna sempre considerare sono quelle tante lingue che hanno bisogno di raccontare la storia nel modo giusto, con le loro specifiche parole.
Questo porta un sacco lavoro sul lato di marketing, afferma Smith, e sebbene non sia semplice coordinare le strategie e realizzarle efficacemente, il vero fulcro, l’obbiettivo primario, rimane impostato sull’unificazione di queste culture lontane ma legate dalla passione indiscussa per il marchio. E diventa fondamentale, allora, che tutti festeggino nello stesso momento. “Nessun paese è più importante rispetto agli altri”, continua Smith, specialmente quando si tratta dei fan dei Pokémon. Tutti i paesi devono essere unanimemente uniti intorno al brand.
GamesBeat: Pensi che stia funzionando, che la gente, che i fan dei Pokémon, stiano iniziando a capire? Senza che i Nord Americani leggano notizie in giapponese o che il Sud America aspetti per una sua traduzione in lingua?
J.C. Smith: Sì, sicuramente. Sta funzionando decisamente bene. Postiamo simultaneamente post su diverse pagine Facebook, e stiamo sincronizzando le pubblicazioni sulle varie press mondiali. Tutto è sincronizzato. Tutto è presentato in modo uniforme. Stessi personaggi, stesso contenuto. Il che è molto divertente da vedere. Non è una cosa di cui le persone si rendono veramente conto, perché di solito fanno riferimento a quanto esce nel loro paese. Ma noi dobbiamo cercare di rendere tutto internazionale.
Una delle espressioni più belle di questo tentativo di universalità è il nostro campionato mondiale. Sono anni che viene organizzato, e continua a crescere, ad espandersi e ad attrarre gente. Ogni anno, 35 paesi si affrontano ai campionati in agosto, per due settimane. Quest’anno si svolgerà a San Francisco. Ed è semplicemente fantastico celebrare l’anniversario come un grande gruppo, e vedere persone giapponesi parlare con persone americane, che a loro volta parlano con giocatori dalla Spagna e dalla Francia. Legano e stringono rapporti parlando dei loro Pokémon preferiti, di strategie di gioco, e ciò dimostra semplicemete che tutto continua a funzionare.
GamesBeat: Un sacco di volte mi è capitato sentire su Nightly News che qualcuno ricorda ancora la prima di ondata dei Pokémon negli anni ’90, ed ora sono improvvisamente tornati. Ma essendo qualcuno del settore, come ti fa sentire questa cosa, dal momento che i Pokémon alla fine non se ne sono mai andati? Perché pensandoci bene, alla fine nessuno dice che i film Disney sono tornati.
J.C. Smith: Beh sì, penso sia piuttosto divertente. L’hai detto in modo sicuramente originale. Nessuno dice che la Disney è tornata. E la Disney ha 50 anni, se non 60 addirittura, di vita nel settore. Noi abbiamo alle spalle 20 anni. Non abbiamo accompagnato intere generazioni, dalla loro nascita fino alla loro morte, con i Pokémon che sono sempre stati parte della loro vita. Questa cosa, per noi – questa è una cosa per la quale dobbiamo batterci, per far si che la gente consideri il brand onnipresente, che lo senta sempre lì. Per noi Pokémon è il secondo videogame best-seller di tutti i tempi e dell’intero franchise. Il solo GCC ha rilasciato circa 21.5 miliardi di carte. Un sacco di cose continuano ad accadere e stanno accadendo da ben 20 anni. E sono cose di cui non parliamo spesso, o di cui sentiamo il bisogno di parlarne. Ma è comunque un’opportunità che abbiamo, questa, per poterlo fare un pochino di più.
GamesBeat: Avete qualche pensiero in merito ad una conferenza su Pokémon, qualcosa di equivalente alla conferenza di Minecraft?
J.C. Smith: Siamo sempre aperti a questo genere di cose. Vogliamo raggiungere quante più persone possibile. Gli eventi sono in qualche modo limitati dalla geografia, così come il numero stesso delle persone che possono raggiungerli. Per questo preferiamo realizzare tramite internet, celebrare tramite internet, così che le persone di tutto il mondo possano essere partecipi. E questo è anche uno dei motivi per il quale stiamo spostandoci sull’internazionalizzazione delle informazioni. Non vogliamo avere più tanti piccoli eventi, piccoli considerando che una gran fetta di mondo non possa raggiungerli. E allora cerchiamo di focalizzarci prima di tutto sul modo che più efficacemente possa portare il nostro messaggio a distribuirsi a livello mondiale.
E a conclusione del discorso, vi abbiamo dunque riportato tre delle significative domande che dimostrano quanto l’azienda sia legata, affezionata e persino devota ai suoi fan, ad ogni singolo appassionato di ogni singolo paese. Perchè il lavoro che viene svolto quotidianamente, in fondo, è proprio per tutte quelle persone che continuano a dare fiducia alla compagnia, che continuano a tenere acceso l’interesse per i Pokémon. E che per questo, meritano di essere ringraziati e festeggiati. Tutti insieme, internazionalmente.
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