Fin dal debutto del primo videogioco a lui dedicato, Mario, il piccolo idraulico italiano, è diventato il simbolo di Nintendo e una delle maggiori icone del mondo videoludico in generale.
Molto spesso sentiamo parlare del piccolo omino baffuto anche in tutta una serie di contesti molto lontani dall’universo dei videogiochi. L’abbiamo visto in Doctor Who, abbiamo visto come “suona” la sua sagoma disegnata con un elaboratore MIDI ed è addirittura apparso nella pubblicità di una bevanda energetica.
Probabilmente però, fino a ora, nessuno aveva mai visto un’immagine viva del nostro amico idraulico, composta interamente da una colonia di batteri geneticamente modificati.
Un gruppo di scienziati del dipartimento di Ingegneria Biologica del Massachusetts Institute of Technology è riuscito a creare un gene ricombinante, in grado di fornire un meccanismo per distinguere tra loro le diverse lunghezze d’onda della luce rossa, verde e blu, e a implementarlo con successo in una colonia di Escherichia Coli (dei batteri che vivono all’interno dell’intestino umano e lavorano in simbiosi con il nostro organismo).
Questi batteri possono ora reagire ai vari stimoli luminosi e di conseguenza esprimere degli enzimi in grado di produrre a loro volta diversi pigmenti luminosi. Il risultato è stato quello di poter “imprimere” un’immagine sulla colonia batterica, come se fosse una lastra fotografica.
Per chi fosse particolarmente interessato, qui è possibile leggere l’articolo integrale pubblicato sulla rivista Nature.
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