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Il progetto originale di Nintendo Labo prevedeva Toy-Con in plastica

Nintendo of Europe ha intervistato tre dei più importanti membri del team di sviluppo che ha lavorato a Nintendo Labo, facendo domande importanti dalle risposte ancora più interessanti. Dalla nascita del progetto ai suoi primi prototipi, questa intervista racconta lo sviluppo di Nintendo Labo.

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   · 3 min lettura Nintendo
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I giocatori di tutto il mondo si stanno dilettando con Nintendo Labo da ormai due settimane, mentre in Europa il titolo è disponibile dal 27 aprile. Il sito ufficiale di Nintendo Italia ha rilasciato qualche giorno fa il proseguimento di un’intervista fatta a tre sviluppatori della piattaforma da parte di un redattore di Nintendo of Europe. Potete trovare la prima parte dell’intervista in questo articolo.

I soggetti intervistati, Tsubasa Sakaguchi (il co-creatore di Splatoon), Kouichi Kawamoto (Direttore di Nintendo Switch e Produttore di Nintendo Labo) e Yoshiyasu Ogasawara (Hardware Lead di Nintendo Labo), si sono divertiti a rispondere alle domande del redattore di Nintendo Europe, rivelando fra l’altro cosa ha ispirato l’uso dei Joy-Con come veri e propri componenti nella costruzione dei Toy-Con:

Una delle idee partorite durante le nostre prime sessioni di brainstorming prevedeva la realizzazione di un paio di forbici con due Joy-Con (…) Abbiamo già parlato del “feedback fisico” ed è stata proprio l’idea delle forbici a farci capire che limitando i movimenti dei Joy-Con, affinché si potessero muovere soltanto in determinati modi, saremmo riusciti a ottenere dati migliori. (…) I sensori di movimento non erano mai stati utilizzati così.


Kawamoto ha inoltre confermato che il cartone utilizzato per realizzare i numerosi e buffi prototipi non è stato il primo materiale a cui il team ha pensato per i modelli definitivi di Toy-Con. Gli sviluppatori avevano invece deciso di sperimentare l’uso delle stampanti 3D per realizzare le parti in plastica. Come dice Sakaguchi:

Purtroppo, l’oggetto in cartone che avevamo creato si rompeva molto facilmente, a causa del peso dei nostri corpi. Io ero ancora convinto che avremmo dovuto realizzare il prodotto finale in plastica.


Usando le stampanti 3D i tempi di produzione erano resi proibitivi durante lo sviluppo, e la plastica non poteva offrire lo steso grado di personalizzazione da parte del consumatore a cui la squadra mirava. Si è quindi deciso di mantenere il cartone come materiale principale.

Proprio l’uso del cartone è una particolarità di Nintendo Labo che ha lasciato fin da subito alcune persone nel dubbio, in particolare riguardo la durabilità dei prodotti e la loro affidabilità, visto soprattutto che il target del prodotto è un pubblico composto principalmente da bambini. Ogasawara ha voluto rassicurare le persone riguardo a queste perplessità, dicendo che il cartone non è stato scelto a caso:

La resistenza dei materiali è stata analizzata durante la fase di progettazione. La nostra priorità era realizzare prodotti semplici da assemblare, ma era ovvio che il cartone ponesse dei limiti alle nostre ambizioni. I prodotti Toy-Con sono stati progettati in modo che non si rompano facilmente e nel corso dei collaudi sono stati sottoposti agli stessi movimenti per migliaia di volte.

Queste non sono che delle pillole di quanto è stato raccontato nell’intervista, vi consigliamo di andare a leggerla: non ve ne pentirete!

Nintendo Labo è disponibile da pochi giorni in Italia, voi ne avete già acquistato un kit?

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