Solamente negli ultimi anni, e comunque con molta fatica, hanno iniziato a prendere piede tra il grande pubblico i dispositivi di realtà virtuale come Oculus Rift, Google Cardboard, Samsung Gear, PlayStation VR, etc. Non tutti sanno, però, che la realtà virtuale ha in realtà un’origine ben più lontana. Durante gli anni ’90, infatti, molte aziende, spinte dal fascino futuristico di questa tecnologia, hanno prodotto e distribuito i loro dispositivi VR. Nel 1993 la Sega, all’epoca la principale concorrente di Nintendo, presentò un rivoluzionario headset per la realtà virtuale che, purtroppo, a causa di difficoltà nello sviluppo, non vide mai la luce del sole.
Nel 1995 venne il turno di Nintendo con il suo sfortunato Virtual Boy. Questa insolita console di gioco utilizza un complesso sistema di specchi oscillanti, lenti e LED per proiettare negli occhi del giocatore delle immagini tridimensionali monocromatiche. Purtroppo questa rivoluzionaria console non venne mai apprezzata dal grande pubblico e si dimostrò essere un vero e proprio flop. Forse lo cause sono da ricercarsi nella grafica monocromatica in rosso, un po’ fastidiosa alla vista, o nella scarsa libreria di giochi a disposizione oppure, ancora, nei problemi di nausea e fastidio in caso di utilizzo prolungato.
Adesso, però, uno sviluppatore di videogiochi indipendenti, di nome Jay Mattis, ha deciso di riportare in vita il Virtual Boy creando un emulatore ad hoc per Oculus Rift. Con questo software è quindi possibile rivivere l’esperienza Virtual Boy tramite la moderna tecnologia VR con, addirittura, qualche piccolo accorgimento come la possibilità di poter cambiare il colore di base in modo da poter sopportare sessioni di gioco più lunghe.
Quanti di voi hanno mai provato il Virtual Boy? Vi piacerebbe se Nintendo stessa decidesse di rilasciare in via ufficiale i giochi Virtual Boy sui moderni dispositivi VR?
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