Nel corso della scorsa edizione della Milan Games Week, importante evento videoludico che si è tenuto a Rho Fiera Milano dal 5 al 7 ottobre, noi di Pokémon Millennium abbiamo avuto l’occasione di provare Starlink: Battle for Atlas. Il titolo arriverà su Nintendo Switch il prossimo 16 ottobre e sarà ricco di interessanti contenuti aggiuntivi, come missioni extra e la possibilità di vestire i panni del leggendario Fox McCloud!
Starlink: Battle for Atlas è stato presentato nel corso dello scorso E3, in un periodo di assoluta crisi dei vari titoli toys-to-life, ossia tutta quella serie di giochi il cui gameplay ruota intorno alla possibilità di controllare figure reali all’interno del gioco in questione attraverso vari tipi di tecnologie. Chiaro quindi che il momento non fu proprio dei migliori per il genere in questione; tuttavia, Ubisoft sembrerebbe aver trovato la formula giusta per poter far guadagnare loro uno spazio nel mercato videoludico odierno.
Ambientazione e audio
Starlink: Battle for Atlas è ambientato, come suggerisce anche il titolo stesso, nel sistema stellare di Atlas. Ciascuno dei suoi pianeti offrirà ecosistemi sempre differenti tra loro, fattore che renderà l’esplorazione degli stessi sempre diversa man mano che si progredirà nel corso del gioco. Tutti i sette corpi celesti saranno completamente esplorabili, e permetteranno al giocatore non solo di raccogliere risorse utili, ma anche di catalogare forme di vita sconosciute. Il tutto viene completato dalla presenza di sub quest, in grado di ricompensare il giocatore con dei potenziamenti per armi e veicoli.
Lo spazio, inoltre, non è solamente un elemento di transizione tra un pianeta e un altro; costituisce, se vogliamo, un vero e proprio ottavo mondo, nel quale ci sarà possibile affrontare nemici o vere e proprie fortezze, che potremo bombardare e conquistare. Nonostante questo, molti giocatori non familiari con il genere in questione potrebbero trovare alcune difficoltà a orientarsi in mappe così grandi e aperte, anche se solo per le prime fasi di gioco.
A livello visivo, ogni singola ambientazione sembra essere veramente ben curata e l’immagine risulta essere tutto sommato pulita e gradevole, se non in alcuni casi dove si hanno dei piccoli cali di frame, ma si parla di un lag minimo e che non teme assolutamente pesanti critiche.
Per quanto riguarda invece il lato sonoro, le composizioni che abbiamo avuto modo di ascoltare si sono rivelate di ottima fattura. Da una parte, abbiamo delle melodie tranquille durante l’esplorazione dei vari pianeti, e dall’altra veri e propri aumenti di intensità in base alla nostra vicinanza con, ad esempio, un boss. A tutto questo si accompagnano degli effetti sonori molto ben curati per quanto riguarda gli spari delle varie armi, così come le accelerazioni del nostro veicolo. Tutte piccole cose, se vogliamo, ma la loro unione rende il prodotto finale di ottima qualità.
Controller e navicella
Starlink: Battle for Atlas si presenta sin da subito come un gioco fortemente dinamico, che coinvolge il giocatore anche nel mondo reale grazie alla grande possibilità di personalizzazione offerta dai modellini acquistabili: prima ancora di mettere le mani sul controller, il giocatore avrà l’importantissimo – quanto divertente – compito di assemblare il proprio bolide, dotandolo di armi, ali e di un impavido pilota!
Dobbiamo essere sinceri: a primo impatto, vedendo le navi sistemate sulla impugnatura dei Joy-Con – un modello particolare dotato di un piccolo piedistallo per l’aggancio della nave – ci è parso un metodo alquanto scomodo dal momento che le estremità del modellino erano fin troppo vicine ai tasti… Eppure, provare per credere, si è rivelato niente meno di un classico controller! Ovviamente i movimenti repentini (qualcuno ha per caso detto lancio del controller dopo una sconfitta?) non sono la cosa più indicata, ma la presenza della navicella non crea fastidio mentre si pigiano i tasti, né quando si muovono gli analogici, che servono a controllare il volo assieme al pulsante R.
Un po’ come accadeva per la serie degli Skylanders o con gli amiibo, in Starlink il confine tra il mondo di gioco e quello reale si fa lieve: se durante una missione si danneggia un’ala finché non la si ripara non è più possibile utilizzarla, nemmeno riattaccando nuovamente il pezzo; se si montano delle armi differenti, esse verranno visualizzate anche nel gameplay. Armeggiando un po’ con i modellini, ci siamo resi conto che ognuno ha le proprie peculiarità e lo stesso vale per i piloti: ci sono navi equipaggiate con un migliore armamento, ci sono quelle più agili come l’Arwing, la nave di Fox McCloud, o quelle con caratteristiche intermedie e starà al giocatore trovare la combinazione ideale per affrontare l’avventura… O anche semplicemente per effettuare un piccolo volo, giacché a modelli differenti corrispondono anche stili di guida leggermente diversi! Insomma, per pilotare al meglio la nostra nave servirà fare un po’ di pratica, soprattutto con i modelli più ingombranti come la Neptune, ma è innegabile che vedere sullo schermo le proprie creazioni dia molta soddisfazione… Specialmente quando ci si imbatte in qualche scontro avvincente!
Personalizzare la propria navicella, provare i diversi personaggi e creare nuove combinazioni di armi non è semplicemente una corsa all’assemblaggio del veicolo più bello e potente, ma è anche un modo interessante per saggiare l’ambiente, scoprendo quali tattiche sono migliori contro una certa tipologia di nemici e quali modelli meglio si adattano a sfrecciare in un determinato ambiente. Si tratta di una caratteristica in grado di coinvolgere il giocatore dall’inizio alla fine e noi personalmente l’abbiamo approvata appieno!
Accessibilità
Ogni gioco che si rispetti dispone di un piccolo menù di gioco in cui vengono annotate le cose essenziali e il nostro Starlink: Battle for Atlas non fa eccezione: il giocatore avrà la possibilità di consultare interfacce differenti che gli permetteranno di tenere d’occhio, tra le cose principali, la mappa, la nave e le missioni attuali, nonché i comandi, che in taluni casi possono essere modificati. L’ambiente di gioco, come descritto, si configura dinamico e ricco di input, pertanto abbiamo trovato imprescindibile la presenza di un menù in cui controllare i nostri obiettivi e la nostra posizione, quest’ultima particolarmente importante data la vastità dell’area esplorabile che altrimenti risulterebbe dispersiva!
Quanto alla configurazione vera e propria delle varie sezioni del menù, quella dedicata all’astronave è di gran lunga la più interessante: se osservare il pianeta su cui ci si trova con tanto di globo e aree sbloccate è molto carino, ammirare la configurazione della propria nave e i suoi parametri non ha paragone, specialmente grazie alla vasta possibilità di personalizzazione offerta dai vari sottomenù a cui è possibile accedere con i tasti Z, L e R. Dato il gran numero di armi e le diverse combinazioni ottenibili, studiare i parametri di ciascun elemento tramite il menù è senz’ombra di dubbio un qualcosa che non può essere scisso dall’esperienza di gioco.
Trattandosi di una demo, non abbiamo potuto testare con mano la reale difficoltà del titolo se non attraverso qualche missione, ma desideriamo comunque spendere due parole su quanto provato: abbiamo affrontato un paio di boss battle e portato a termine una piccola quest, esplorando nel frattempo l’ambiente e abbattendo qualche povero nemico di turno. Le boss battle, complice forse il fatto di essere stati catapultati all’improvviso all’interno delle stesse, sono risultate leggermente confusionarie e per questo si sono prolungate un poco. In ogni caso, abbiamo apprezzato che non si è trattato di un semplice “uccidi tutto ciò che si muove” dato che dietro ai due piccoli boss c’erano dei sotto-obiettivi da portare a termine affinché fosse possibile colpire con efficacia e quindi sconfiggere il nemico: per esempio, ci siamo imbattuti in delle strutture simili a torre contenenti dei nuclei che, una volta distrutti, permettevano di attaccare l’ostacolo vero e proprio, a sua volta un’altra specie di torrione che emetteva dei laser alquanto fastidiosi poiché la gravità impediva alla nave di decollare per evitarli efficacemente! Nel complesso, a parte la confusione iniziale e la necessità di prendere dimestichezza con i controlli del nostro veicolo – soprattutto in caso di voli a breve termine – , abbiamo trovato l’esperienza di gioco gradevole e non eccessivamente difficoltosa… Per scongiurare ogni atterraggio sfortunato, però, consigliamo di fare un poco di pratica in volo prima di intraprendere qualsiasi scontro impegnativo, tornerà estremamente utile!
Impossibile non ringraziare Andrea Mezzavilla per il fondamentale contribuito alla stesura dell’articolo!
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