Zammis Clark, un ricercatore inglese in materia di sicurezza di appena 24 anni, si è dichiarato colpevole per essersi introdotto illegalmente nei server Nintendo e Microsoft e per aver messo mano su informazioni estremamente riservate.
Per quanto riguarda l’attacco a Microsoft, il giovane era in azione già dal gennaio 2017, periodo in cui non solo aveva ottenuto l’accesso ai server della compagnia, ma ebbe modo di caricare e scaricare file di suo interesse. In totale, Clark avrebbe rubato circa 43.000 file, comprendenti copie confidenziali di versioni pre-release di Windows, codici beta usati dagli sviluppatori, dati riguardanti prodotti inediti, nomi in codice e numeri di build.
Per ciò che concerne il caso Nintendo invece, secondo quanto confermato dal tribunale Clark avrebbe hackerato la rete interna della compagnia attraverso l’uso di VPN e di altri strumenti in suo possesso. Ciò gli avrebbe così permesso di ottenere l’accesso a un codice di gioco inedito trovato sui server di sviluppo della grande N, e di poter ricavare quasi tremila nomi utenti e password.
Tale violazione si era già verificata anche durante lo scorso maggio 2018, tuttavia Nintendo è riuscita a venire a conoscenza di un simile attacco hacker solo nell’ultimo periodo. La società stima che i danni dovuti a questa gravissima violazione si aggirino intorno al milione di dollari.
Il giovane, già conosciuto alle forze dell’ordine britanniche e con alle spalle diversi precedenti di pirateria informatica (era stato già arrestato per aver preso parte al grave attacco Vtech nel 2015), è quindi stato portato in tribunale da entrambe le compagnie.
Come confermato da diverse fonti, il giudice ha finalmente e definitivamente condannato Clark a 15 mesi di reclusione e 18 mesi di sospensione, e ha pronunciato una sentenza relativa al Serious Crime Prevention Orders. Nel caso venisse approvata la condanna per violazione del SCPO, Clark rischierebbe quindi anche cinque anni di prigione e il pagamento di una multa ancora da concordare.
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