Luca Fassoni
Questa lunga battaglia legale non s’ha da terminare. Lo scorso marzo una sentenza del tribunale degli Stati Uniti sembrava aver messo il punto finale alla lunga diatriba tra Gamevice e Nintendo in merito alla paternità dei Joy-Con. L’azienda californiana aveva accusato la grande N di plagio nell’estate del 2017, portando come prova i brevetti dell’ultima versione del loro Wikipad, un dispositivo che era stato rilasciato sul mercato nel 2014.
Alla fine, dopo due anni e mezzo di processo, la giuria statunitense aveva dato ragione a Nintendo stabilendo che i Joy-Con sono a tutti gli effetti una creazione originale. Gamevice, però, non ha accettato questo verdetto e, nell’immutata speranza di ottenere un risarcimento milionario, ha inoltrato una denuncia ufficiale che contesta l’esito del processo. Se vi interessano tutti i dettagli tecnici, li potete trovare all’interno di questo articolo presente sul specializzato Law360.
In seguito alla protesta formale inviata dalla società californiana, la Commissione statunitense del commercio internazionale (United States International Trade Commission, comunemente detta ITC) ha convocato una nuova udienza preliminare. Gamevice ha presentato l’esposto augurandosi che l’ITC emetta un ordine di cease and desist (cessazione e rinuncia) nei confronti di Nintendo, ritirando inoltre tutti i Joy-Con presenti sul mercato.
L’esito di questo nuovo processo sembra già segnato: i controller del Wikipad, infatti, si agganciano alla console tramite una cinghia simile a una morsa, mentre i Joy-Con si inseriscono nella Switch sfruttando delle guide di scorrimento. In ogni caso sarà necessario attendere ancora alcuni mesi per arrivare finalmente alla conclusione di questo lungo processo, augurandoci che questa volta si tratti davvero del suo capitolo finale.
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