Fabio Cecere
Nintendo si è sempre contraddistinta per essere una casa videoludica coraggiosa, intraprendente e capace di andare contro le tendenze del mercato videoludico. Nintendo Switch, dopotutto, è l’emblema di questa filosofia: una console che fa della potenza di calcolo il suo tallone d’Achille ma che, grazie alla propria peculiarità, rappresenta il cuore pulsante del fatturato aziendale. Ultimamente, però, la grande N si è resa protagonista di una scelta particolarmente controversa, ovvero la decisione di rilasciare determinati giochi solo per un periodo di tempo ben definito.
Al termine di questa finestra temporale i titoli in questione (Super Mario 3D All-Stars, Super Mario Bros. 35, Fire Emblem: Shadow Dragon & the Blade of Light) non possono più essere reperiti, in teoria, con metodi canonici. La manovra, all’apparenza, può sembrare un’insensata limitazione alle vendite, ma diversi analisti hanno comunque cercato di trovare una logica a questa disponibilità limitata. Perché, quindi, molti giochi Nintendo non saranno più disponibili dopo la fine di marzo?
Le dichiarazioni ufficiali riguardo queste scelte sono estremamente vaghe. Il 16 dicembre 2020 Polygon ha rilasciato un’intervista a Doug Bowser, presidente di Nintendo of America, in cui l’uomo d’affari ha detto la sua sulla disponibilità limitata di Super Mario 3D All-Stars:
Uso una semplice parola: celebrazione. Questa non è nient’altro che la celebrazione del 35º anniversario di Mario.
Doug Bowser, presidente di Nintendo of America.
Una risposta semplice ma parziale; dopotutto, Super Mario 3D All-Stars è solo uno tra i giochi Nintendo che non sono più disponibili dal 31 marzo. Doug Bowser, però, si sbilancia solo sulla famosa collezione:
Abbiamo anche celebrato con l’uscita di Game & Watch: Super Mario Bros., o con Mario Kart Live: Home Circuit. Abbiamo celebrato l’anniversario in molti modi. E solo con alcuni di questi titoli abbiamo visto l’opportunità di rilasciarli per un periodo di tempo limitato.
Doug Bowser, presidente di Nintendo of America.
Qual è, allora, la logica che lega davvero l’uscita di tutti i giochi in questione? Nonostante molti professionisti abbiano rinunciato da tempo a capire le strategie di Nintendo, Morris Garrard, analista videoludico di Futuresource Consulting, dà una risposta estremamente cinica in un articolo di Vice:
Questa manovra è stata certamente attuata per creare negli utenti l’urgenza di comprare per non perdersi l’esperienza. Il fenomeno è stato anche alimentato dall’attenzione delle testate giornalistiche alla strategia stessa.
Morris Garrard, analista videoludico di Futuresource Consulting
Garrard, poi, teorizza che queste uscite possano anche aiutare i giochi a spiccare nella massa dei tanti titoli pubblicizzati.
Queste elucubrazioni, però, potrebbero essere fin troppo realistiche. Nello stesso articolo di Vice, uno sviluppatore anonimo che ha lavorato a tanti titoli per Nintendo Switch ha rilasciato delle informazioni interessanti:
Hanno dei dati secondo cui i giochi rilasciati più volte appaiono spesso nelle liste dei desideri dei videogiocatori. La FOMO (Fear Of Missing Out, paura di perdersi qualcosa) li aiuta a vendere di più, o almeno così credono.
Sviluppatore anonimo
Questa mossa, in effetti, si è dimostrata fruttuosa anche in altri contesti. Prima dell’era dello streaming, faceva discutere la tattica del Disney Vault: i film dello studio, infatti, erano introvabili in DVD dopo una determinata finestra temporale, probabilmente perché i negozi erano riforniti solo poche volte, e ciò permetteva all’azienda di massimizzare i profitti. Anche la data del 31 marzo non è casuale: i giochi verranno ritirati proprio alla fine dell’anno fiscale, dando sostanzialmente una spinta finale agli introiti delle casse della grande N.
La scelta di Nintendo è sicuramente opinabile su un piano etico. La disponibilità limitata implica che un prodotto non possa essere usufruito in alcun modo dagli utenti non documentati, che si sono lasciati sfuggire la data di ritiro dei giochi dai negozi digitali. I prodotti inclusi in questa mossa aziendale, infatti, non sono edizioni diverse di un gioco già esistente su Nintendo Switch, ma porting e remastered unici o, nel peggiore dei casi, giochi originali (come, ad esempio, Super Mario Bros. 35). Detto questo, a livello pratico la manovra funziona: le persone davvero interessate hanno già giocato i titoli non più disponibili e, nonostante non sia da escludere che molte persone non siano a conoscenza della loro dipartita dal Nintendo eShop, la data dell’evento è rimbalzata di giornale in giornale con un’eco smisurata.
Questa impostazione di rilascio potrebbe anche, da un punto di vista più ampio, sopperire a un enorme difetto del mercato digitale, ovvero la mancanza di un vero e proprio collezionismo (già affrontata con una serie di stratagemmi che però non sono entrati effettivamente a far parte della cultura pop). Molti fortunati utenti di Nintendo Switch ora possiedono dei giochi che, dopo marzo 2021, possono rientrare perfettamente nella definizione di “pezzo da collezione“, non essendo più reperibili in alcun modo. Ciò ricorda sicuramente gli eventi riguardo P.T., demo giocabile del visionario (e inesistente) Silent Hills ritirata a dicembre 2015 dai negozi digitali: dopo la sua dipartita, numerose console con il gioco installato sono state vendute all’asta su eBay per più di mille dollari. Forse, quindi, questa strategia potrebbe rivelarsi (con i giusti software) una risorsa del mercato videoludico del futuro.
Cosa ne pensi? Facci sapere la tua sulla nostra chat Telegram, sul Forum o sui canali Social!