Luca Sirico
Come già successo in altre occasioni, Nintendo si è ritrovata a dover muovere un accusa per la creazione di hack e modifiche per Nintendo Switch. I nomi coinvolti in questa denuncia da parte di Nintendo non sono nuovi. Già nel 2020, infatti, Gary Bowser, un “leader” del gruppo di creatori di hack conosciuto come Team Xecuter, assieme a Max Louarn sono stati arrestati con l’imputazione di 11 capi d’accusa.
Bowser avrebbe violato i diritti d’autore di Nintendo nella creazione e vendita illecita di hack. La causa è ubicata al tribunale di Seattle ed è ancora in corso. L’hacker, specializzato principalmente in console, avrebbe iniziato a creare e vendere dispositivi di hack Nintendo già dal 2013, con il Nintendo 3DS.
Nintendo definisce il lavoro di Bowser un “anello internazionale di pirati”, il quale consiste nella vendita di dispositivi hack Nintendo Switch sfuggendo alle misure di sicurezza e permettendo l’utilizzo di giochi pirata sulle console degli acquirenti.
Una questione seria per Nintendo, da sempre attiva nella lotta alla pirateria. La compagnia chiede 2500 dollari per il risarcimento dei danni alle console modificate e 15000 dollari per ogni violazione di copyright. Gli avvocati parlano di 79 milioni di console Nintendo Switch e Nintendo Switch Lite a rischio pirateria con l’operato di Bowser.
Il Team Xecuter ha già avuto conflitti passati con Nintendo, ma non si è mai fermato per questo. Lo scopo di lucro della società è ben evidente e sono già stati fatti troppi sforzi legali per le denunce dirette a Bowser da parte della compagnia videoludica. Naturale l’interesse di Nintendo a costringere la chiusura delle operazioni di hacking.
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