Il famoso analista Michael Pachter ha presenziato al D.I.C.E. Europe 2015 lo scorso 13 settembre, con il suo intervento intitolato “Gaming life after the console” (“Vita videoludica dopo la console”). Il discorso esposto dall’esperto del settore ha lasciato sia perplessi che affascinati tutti gli ascoltatori presenti; secondo i suoi calcoli, infatti, le console sarebbero ormai arrivate al loro ultimo ciclo di vita e nel giro di qualche tempo sarà possibile persino farne a meno per videogiocare.
Il famoso analista Michael Pachter
Partendo dal presupposto che non bisogna prendere per oro colato le parole di Patcher, possiamo soffermarci e provare ad analizzare ciò che secondo i suoi ragionamenti sarebbe ormai l‘ultimo ciclo di vita delle nostre amate console.
Considerando i valori delle analisi di mercato, si può presupporre che questa recente generazione di console venderà all’incirca lo stesso numero di pezzi di quelli venduti dalla generazione precendente; facendo un esempio concreto, se quest’ultima generazione (che comprende ovviamente Sony, Microsoft e Nintendo) venderà circa 260 milioni di unità complessivamente, dovremmo tenere in mente che la generazione scorsa ne ha venuti ben 270 milioni; un esempio proposto dallo stesso analista al D.I.C.E. Europe, e che mostra delle statistiche piuttosto negative, specialmente per quanto riguarda Nintendo con la sua poco acclamata Wii U.
Questo fatto porta inevitabilmente ad un processo di reinvenzione del prodotto, volto all’ampliamento del proprio business a più compratori possibili. E qui la domanda sorge spontanea: come fare? Secondo Patcher tutto starebbe nella trasformazione del senso tradizionale di videogiocare: lo sviluppo, la crescita del tradizionale mercato videoludico, necessitano di abbandonare la strada che stanno attualmente percorrendo, in modo tale da raggiungere nuovi orizzonti tecnologici e lasciarsi così alle spalle le console abituali che ormai, nonostante tutto, sono diventate vecchie (“growth in the “traditional gamer market” could require leaving traditional consoles behind”).
Le tre console indiscusse leader del mercato videoludico
Per assurdo, questa di oggi è la generazione con più videogiocatori di ogni altra generazione passata. Il punto è, però, che per “videogiocatori” si intende anche quella parte di utenti che non possiedono realmente una console, ma che invece sfruttano il proprio smartphone o il proprio tablet per divertirsi. Cercare perciò di raggiungere anche questa fetta di possibili compratori di videogiochi, ed aumentare le vendite nel settore videoludico, non è attualmente una questione semplice. Secondo le previsioni di Patcher, è per questo esatto motivo che nel futuro non molto lontano i videogiochi, che attualmente hanno bisogno di una console per poter essere goduti, non saranno più vincolati da un sistema hardware così “limitante” – e la soluzione al problema non sarà affatto il cloud (“Console games shouldn’t require a console. And I’m not talking about the cloud”).
Sembra impossibile da realizzare, eppure, riflettendoci bene, ciò che effettivamente necessita un videogioco per poter funzionare è una CPU, una GPU, un sistema di archiviazione, un controller e un display. Automaticamente, con il progredire della scienza in campo tecnologico, gli utenti si ritroveranno con dispostivi mobili o set top box, sempre più potenti e in grado di competere tranquillamente con le console tradizionali; e a quel punto, ciò che conterà davvero nel mercato videoludico per un utente medio, saranno solamente i titoli disponibili per poter videogiocare.
Set top box firmati Apple e Amazon
Arrivare a capire e soprattutto ad accettare un’ipotesi del genere, permette di comprendere di conseguenza come esista una sezione di mercato formata da moltissimi, ma davvero tanti, possibili videogiocatori che non comprerebbero mai una console attualmente in commercio (per i più svariati motivi), ma che invece spenderebbero molto volentieri il loro denaro nell’acquisto di un bel videogioco (“there’s a market of probably several million people who would never buy a console to play the game, but would absolutely buy the game”). Ed è proprio cercare di coinvolgere nel sistema di mercato anche questo gruppo di utenti, il vero scopo del rinnovamento e del superamento delle console moderne. La creazione di un nuovo modo di videogiocare permetterà a chiunque di videogiocare.
E non a caso, aggiungo io, proprio Nintendo sta costruendo attualmente un nuovo sbocco sul mercato videoludico mobile tramite la collaborazione con DeNA, progetto che ha intenzione di sfondare ogni limite videoludico, per permettere al suo pubblico di apprezzare al meglio i titoli rilasciati su console anche su dispositivi portatili diversi.
Voi che ne pensate di questa teoria? Siete d’accordo con Michael Pachter oppure credete che le console avranno ancora molto futuro davanti? Il video qui sotto potrebbe, magari, schiarirvi le idee.
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