Un nuovo equinozio d’autunno è appena trascorso e Nintendo ha ormai compiuto ben 126 anni. Un’età vetusta la sua, ma sicuramente ben portata. In occasione del suo recente compleanno si presta perciò volentieri una piccola analisi sull’operato portato avanti dalla compagnia nipponica, come una sorta di forma d’augurio alternativa che possa far avvicinare ed apprezzare meglio ai fans ciò che per così lungo tempo è stato progettato e creato per loro.
Robbie Bach, l’ex Presidente di Xbox
Prima di iniziare questo breve discorso, sarebbe forse necessario tornare alle parole di Robbie Bach, ex Presidente di Xbox, che in una recente intervista ha espresso in maniera perfettamente concisa un concetto chiave piuttosto importante:“Sony è una società elettronica di consumo, Microsoft è una società di elettronica digitale, di computer. Nintendo, con grande rispetto e orgoglio, è una società di “giochi”, ed è sempre stato così. Ecco perché le sue influenze nel settore videoludico sono così potenti” (“Sony is a consumer electronics company and Microsoft is a digital PC electronics company. Nintendo—with great respect and pride—is a toy company, and always has been. That’s why their franchises on the game side are so powerful”).
Nintendo come società di videogiochi; videogiochi per bambini, videogiochi per adulti e videogiochi per famiglia. Ma anche e soprattutto di giocattoli (“toys”). Ma non di giocattoli nel senso tradizionale del termine; di giocattoli innovativi, divertenti, e a volte anche rivoluzionari. Del resto, in qualsiasi evento videoludico non è difficile incontrare giocatori di ogni età divertirsi con giochi Nintendo: ed è proprio questo ciò che l’azienda ha da sempre cercato di raggiungere, tramite un lungo percorso iniziato ben 126 anni fa.
Il Famicom, prima console con cui Nintendo si è fatta conoscere al mondo
Dopo aver sondato il terreno nel settore videoludico negli anni ’70 con lo sviluppo di alcuni giochi arcade per cabinati, e con dei giochi elettronici portatili denominati Game & Watch nei primi anni ’80, la grande N esordì nel 1983 con la sua prima console-giocattolo, ovvero il Famicom, mentre abilmente cominciava a sostenere la nota e concorrenziale guerra con SEGA. Inoltratasi poi negli anni ’90, Nintendo diede alla luce altri due prodotti, il Nintendo 64 e il GameCube (lanciati nel mercato rispettivamente nel 1996 e 2001), importanti figli di una grande tecnologia di quel tempo, e portatori di nuove realtà di gioco, volte all’ampliamento del pubblico di giocatori; e di nuovo, il tuffo nel mondo delle console portatili, con il primo Game Boy, messo in vendita in Giappone a partire dal 1989. Anche se in fondo, di “giocattoli” poco si trattava.
Successivamente fu sotto Satoru Iwata che, dopo aver speso l’ultimo paio di generazioni tentando di comportarsi un po’ come una “società di tecnologia“, Nintendo piantò in asso quell’insolito percorso, per ritornare al lancio di prodotti d’intrattenimento più “giocattoli”, ma che comunque utilizzavano la tecnologia allora disponibile in modo del tutto intelligente. I due fratelli Wii e Nintendo DS sono il simbolo di questo grande ritorno: ottenendo un successo incredibile, offrirono giochi innovativi e riuscirono ad intrattenere un pubblico decisamente più ampio rispetto al passato, tanto da fare invidia sia a Sony e che a Microsoft (che a lungo hanno tentato di riprodurre prodotti equivalenti). Questo unico e originale percorso continua ancora oggi nel presente, pur avendo appurato in già diverse occasioni come le due recenti console, Wii U e Nintendo 3DS, non abbiano certo raggiunto un record di vendite colossale.
Le due fortunate console Wii e Nintendo DS
I gusti del pubblico videoludico sono probabilmente cambiati, ma quello che stiamo vedendo da Nintendo, con gli amiibo in particolare e l’approccio “tutto in uno” del New Nintendo 3DS, è un obiettivo di continuare a lottare per i prodotti di gioco, obiettivo che ha colpito il nervo scoperto della concorrenza grazie alla sua creatività e a concetti messi materialmente in contrasto con quanto poi appaiano tecnologicamente. Non c’è nulla di totalmente impressionante sulla tecnologia del Nintendo 3DS, ma il pubblico è stato catturato tramite un mix di giochi allettanti, con una forma invitante – soprattutto dopo l’arrivo della versione XL- e chicche extra come lo StreetPass. Moltissimi titoli utilizzano inoltre gli amiibo, e non perché siano una tecnologia particolarmente nuova e modaiola – NFC è in realtà primitivo – quanto piuttosto per il fatto che la gente ama collezionarli, così come fa con le carte ed altri giocattoli – e attenzione, si sta parlando di consumatori di tutte le età.
La nuova versione del Nintendo 3DS, ovvero il New Nintendo 3DS
A questo punto, arriva puntuale come un orologio, la solita domanda: cosa sarà, o meglio, come sarà la prossima console NX? Probabilmente non si tratterà solo di un prodotto più potente della Wii U o del Nintendo 3DS. La creazione di questa nuova piattaforma sarà un altro pilastro fondamentale per la vita dell’azienda nipponica, un altro grande passo in questa centenaria attività videoludica, una nuova strada da percorrere nella quale il connubio giocattolo-divertimento (ma anche giocattolo-tecnologia) sarà probabilmente e nuovamente perseguito e abbracciato con orgoglio. NX non dovrà essere unicamente potente a livello di hardware, o estremamente superiore alle altre due piattaforme presenti già sul mercato sotto altro marchio; ha bisogno solo di essere più intelligente. Deve solo essere diversa. Deve essere firmata Nintendo.
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