“It’s-a me! Mario!“, non c’è frase più riconoscibile di questa per un videogiocatore. Tutti ricorderanno queste e tantissime altre magiche parole che il nostro amatissimo Super Mario pronunciava durante le sue avventure nel Regno dei Funghi. Dal lontano capitolo Super Mario 64, Mario e moltissimi altri personaggi dell’universo mariesco hanno sempre espresso simpatia e divertimento tramite queste parole, che sono alla base del lavoro di Charles Martinet, il loro storico doppiatore.
Per sua diretta concessione, i ragazzi di Video Games Party hanno avuto il piacere e l’onore di intervistarlo a Roma. È stata un’intervista che ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti del sodalizio tra Charles Martinet e Nintendo, esplorando anche i punti fondamentali del pensiero dell’attore, colmo di nozioni molto utili. Insieme, ci concentreremo su alcuni dei momenti più carini o interessanti del suo racconto ma vi raccomandiamo assolutamente di guardarla per intero a questo link.
Tutto cominciò quasi per caso, con una telefonata che disturbò l’attore mentre si trovava in spiaggia. Racconta:
Ero lì, seduto sulla spiaggia facendo quello che fanno tutti gli attori, ovvero aspettando che suoni il cercapersone quando “bzzz” e vedo che è un mio amico. Ho pensato che volesse andare a cena, quindi l’ho richiamato e gli ho detto “Che succede, amico?” e mi dice “Devi imbucarti a questa audizione” e io gli risposi “Assolutamente no. Non mi imbucherei mai a un’audizione, sono un attore professionista… dove devo andare?”
Gli spiegarono che avrebbe interpretato un idraulico italiano di Brooklyn, racconta, e che l’avrebbe fatto con dei sensori di movimento sul volto, per dare vita allo storico faccione della schermata del titolo. Dopo un primo tentativo non molto consono a ciò che avrebbe voluto (si trattava di una voce profonda e grottesca, di un buzzurro), in secondo tentativo fu invece decisivo: una volta trovata la voce giusta, decise di nominare piatti e piatti di cibo (sua passione, confessa) italiano fino a che non avrebbe esaurito cosa dire.
Questa combinazione fu vincente, poiché il tono divertente e allegro che diede al simpatico idraulico baffuto rimase uno dei suoi tratti distintivi a vita. Ma Super Mario 64 non fu il primo gioco in assoluto a cui Martinet prestò la sua voce, e neppure il primo gioco Nintendo. Prima di questo immenso capolavoro aveva doppiato i personaggi di Super Punch Out! per SNES, e prima ancora di Combat Death Star, raccontando anche le difficoltà incontrate a causa delle memorie limitate delle console del tempo.
Si nota anche il grande amore nutrito dall’attore verso i suoi personaggi. Quando si trovò a doppiare la serie di Mario e Luigi volle dar loro un tratto davvero distintivo, ossia quel linguaggio per noi incomprensibile ma buffo. Stava facendo crescere i suoi stessi figli, spiega, quelli che per noi sono sempre stati grandissimi amici e compagni di avventure. Non mancano però delle forti note di professionalità a confermare il suo grande valore come attore:
Ma sono un artista prima di tutto e quindi sono stato molto attento. A quel tempo ricordavo quali registrazioni avessimo fatto e quali poi avessero scelto. […] E la cosa ridicola è che quando gioco, anche oggi, faccio ancora le voci.
Racconta anche l’incontro con il papà di Super Mario, Shigeru Miyamoto. All’inizio si sentiva molto teso, e quando i due cominciarono a parlare a stento riuscivano a capirsi. L’incontro tra i due è reso bene dal racconto di Charles Martinet, che descrive la situazione di imbarazzo ma anche di innocenza di questi due uomini che, in fondo in fondo, dentro erano ancora degli insanabili bambini. Si nota alla perfezione il sentimento di amicizia che dopo quell’evento legò i due fino a oggi, 33 anni dopo, con enorme rispetto.
Ci siamo messi a chiacchierare come due persone che non parlano la stessa lingua possono fare e quello è stato l’inizio di un’amicizia lunga una vita con una persona meravigliosa. Così gentile, pieno di allegria, vitalità e talento. La sua realtà è quella di un allegro e giocoso prestigiatore. […] È come un allegro e giocoso mago che sale sul surf e arriva fino alla spiaggia. La magia della vita, la gioia della vita, è questo l’obiettivo. […] Credo sia stato lui a offrirmi il miglior pasto della mia vita.
L’attore tratta tanti argomenti nel corso della sua intervista, arrivando a parlare della sua passione per i Beatles e degli insegnamenti di un suo zio ex agente dell’FBI. Racconta poi del suo particolare rapporto con i fan. È sempre felice di sentirsi dire che fa parte dell’infanzia di qualcuno, perché vuol dire che è riuscito a trasmettere il suo messaggio di gioia e allegria.
È difficile non emozionarsi in alcuni momenti del video, perché vi si respira lo stesso amore che noi tutti proviamo giocando un titolo Nintendo. Un amore da appassionati, prima ancora che da persone che lavorano nel settore. E se percepiamo questo è perché i giochi di Super Mario sono questo e ancora di più.
Alcuni diranno che sono roba per bambini, altri che sono banali, ma, per noi videogiocatori (da chi tornava a casa negli anni ’80 e dimenticava di pranzare pur di giocare – storia vera – fino alle nuove leve), i giochi dell’idraulico baffuto sono un modo per tuffarci in mondi fantastici dove vivere assurde avventure e, spesso, sentirci rincuorati dalle sventure della vita. È con un estratto di Charles Martinet, infatti, che volevamo concludere questo appuntamento:
Questo è ciò che il personaggio significa per me, cioè l’amore e la costante espressione dell’ottimismo e della gioia. Perché, sai, nella vita veniamo sempre traditi, veniamo trattati male, attraversiamo alti e bassi, le cose stanno così. E non possiamo farci niente. Ma possiamo scegliere come reagire a questo. […] La creatività può essere gioia, felicità e amore. E se dovessi insegnare qualcosa a qualcuno, sarebbe questo: vivi il tuo sogno, segui il tuo cuore, fai quello che ami nella vita.
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