Pokémon Millennium ha per voi provato e finito il primo titolo della serie Yo-kai Watch per 3DS, pertanto eccoci con la nostra recensione dove analizziamo i pro ed i contro di questa promettente saga.
Ricordiamo che Yo-kai Watch è stato sviluppato da Level-5, e che il gioco è la prima di una serie di installazioni già uscite in giappone ma ancora mai approdate in Italia. La data di uscita di Yo-Kai Watch è prevista nel 2016.
Videorecensione
Premesse
Rispondiamo, in questa recensione di Yo-Kai Watch per Nintendo 3DS, al quesito che tanti, troppi si sono posti nell’ultimo anno: “Yo-Kai Watch” è il competitor di Pokémon”?
A parte delle citazioni iniziali abbastanza evidenti, come due ragazzi che nell’introduzione del gioco fanno a gara a chi ha catturato più insetti, richiamando la passione di Satoshi Tajiri, il padre dei Pokémon, e la struttura dell’inizio della storia, con il protagonista che abita in una casa a due piani con tanto di dialogo introduttivo con la madre, ben poco altro è paragonabile a Pokémon: i due prodotti rispondono ad esigenze e gusti davvero differenti.
Completare il medagliere
Iniziamo con i protagonisti di questo titolo, gli Yo-kai. Disegnati in maniera relativamente semplice, tendenzialmente in grado di parlare la nostra lingua, gli Yo-kai sono creature che si dividono fra benigne e maligne: dal simpatico Whisper, che porta nei dialoghi di gioco una spiccata ironia, a Tengloom che invece condivide con altri Yo-kai un segreto piano malvagio. Come alcuni di voi sapranno, gli Yo-kai sono gli esseri spirituali della mitologia giapponese, ed il gioco infatti si prende carico di trasporre la maggior parte di queste creature in campo videoludico; ad esempio, Jinbayan è chiaramente ispirato al Bakeneko, il gatto che acquisisce poteri sovrannaturali quando sviluppa una seconda coda.
All’interno del gioco, vi sono otto tribù di Yo-kai: quelli Coraggiosi, forti nell’attacco, quelli Misteriosi, assi della magia, quelli Resistenti, con alte difese, quelli Affascinanti, che sono bilanciati, quelli di Buon cuore, in grado di curare gli alleati, quelli Inquietanti, che usano frequentemente mosse di stato, quelli Furtivi, in grado di abbassare le statistiche degli avversari e infine quelli Sfuggenti, che sono semplicemente difficili da catturare.
Accanto alle tribù, ci sono gli elementi che caratterizzano gli attacchi degli Yo-kai: Fuoco, Acqua, Elettro, Terra, Ghiaccio, Vento e Assorbimento, intersecati fra loro con un sistema basilare di debolezze e resistenze.
Alcuni Yo-kai posseggono delle evoluzioni che si ottengono tramite livello, altre invece grazie ad un sistema di fusioni fra Yo-kai abbastanza intuitivo, che risulta essere una versione semplificata di ciò che alcuni di voi hanno potuto provare con titoli come Shin Megami Tensei IV, sempre su 3DS, ed i vari Persona.
Fare amicizia a Springdale!
È su queste creature e sull’esplorazione che Level 5 ha gettato le basi per questo RPG: le mappe di gioco sono veramente vastissime, da grandi città a boschi misteriosi, e contengono al loro interno anche dei dungeon, ad onor del vero abbastanza semplici da completare ma non per questo meno godibili. È nell’overworld di gioco che è possibile incontrare gli Yo-kai, con un sistema di ricerca chiamato appunto Yo-kai Watch, che permette al giocatore di analizzare alcuni punti di interesse con una sorta di lente che è in grado di localizzare gli esseri spirituali invisibili ad occhio nudo; anche qui c’è tanta varietà, dagli alberi alle rive dei fiumi, dal retro delle macchine a gettoni alle macerie di edifici in rovina. Alcuni Yo-kai saranno localizzabili direttamente nella mappa del gioco, soprattutto quelli fondamentali per il completamento delle quest primarie o secondarie che il gioco offre; qui ad esempio, ho dovuto localizzare uno Yo-kai che stava inducendo in una compagna di classe del protagonista una fame incredibile e interminabile.
La storia di Yo-kai Watch poggia sulle quest principali e quelle secondarie. Degli 11 capitoli principali, otto sono autoconclusivi e seguono la stessa identica struttura: c’è un problema da risolvere, e quel problema è legato ad uno Yo-kai maligno che si diverte alle spalle degli umani. Gli ultimi tre capitoli invece sono collegati fra loro e sviluppano un accenno di trama, forse troppo piatta e lineare per gli standard ai quali ci ha abituato Level 5 con i vari Professor Layton. Le quest secondarie cercano di raccontare invece delle piccole storie per giustificare qualche lotta o ricerca di oggetti in più, ma il risultato è purtroppo deludente: sono ripetitive, scontate e noiose, e la cosa si amplifica quando si è praticamente forzati a completarle per raggiungere un quantitativo di esperienza sufficiente per affrontare alcune sfide.
Un sistema di combattimento.. poco “combattimento”
Passando al gameplay, il sistema di combattimento è a mio avviso il punto dolente del titolo, che lo differenzia davvero tanto dai giochi Pokémon: purtroppo le battaglie sono prevalentemente passive, perché delle cinque abilità che gli Yo-kai possono utilizzare (Attacco, Tecnica Speciale, Soultimate, Maledizione e Guardia) il giocatore è in grado di controllarne solo una, Soultimate, con dei piccoli Quick Time Event da completare con la Stilo del 3DS. Il resto della battaglia procede automaticamente, e sono solo magre consolazioni quelle di poter disporre gli Yo-kai strategicamente a coppie di due o tre della stessa tribù per avere qualche beneficio in più in combattimento o di selezionare il bersaglio degli attacchi di tutti gli Yo-kai in campo. Credetemi, salvo le battaglie contro i Boss Yo-kai, alcune delle quali sono relativamente complesse, il resto dei combattimenti procede talmente in automatico che alcuni terminano prima che possiate pensare qualsivoglia strategia offensiva o difensiva.
Anche la cattura degli Yo-kai è basata semplicemente sulla probabilità casuale che lo Yo-kai avversario, a fine combattimento, torni indietro per fare amicizia con il protagonista ed essere quindi disposto a combattere per lui. È possibile aumentare tale probabilità utilizzando cibi sugli avversari, da acquistare all’interno dei negozi sparsi per la mappa di gioco, un po’ come avveniva nel mondo Pokémon nelle prime Zone Safari. Se non altro, ogni Yokai ha gusti culinari diversi e dunque la sfida sta nel fare vari tentativi prima di azzeccare il “piatto” giusto. Purtroppo però, anche facendo tutto correttamente non è detto che si riesca a convincere lo Yo-kai a tornare indietro, e ripetere la ricerca di una determinata specie più volte sperando di riuscire nella cattura risulta talvolta frustrante.
Lo scopo del gioco
C’è da dire che Yo-Kai Watch non nasce, per quanto ho potuto vedere, come un titolo incentrato sulla strategia di lotta, quanto piuttosto sull’esplorare ogni singolo centimetro delle mappe di gioco per lanciarsi alla ricerca di tutti gli Yo-kai, dai più deboli a quelli leggendari. La caccia agli Yo-kai, eccetto che per il già citato sistema di cattura un po’ troppo casuale, è forse la cosa che più riesce a tenere incollati al gioco: sono tanti, più di duecento, e alcuni di loro si ottengono solamente soddisfacendo condizioni particolari, come la cattura di una serie di Yo-kai specifici oppure la fusione tra questi. Più si procede nel gioco, più sale la voglia di averli tutti.
Il Post-game poi, è davvero oltre ogni rosea aspettativa: senza rovinarvi troppo i contenuti, diciamo che a gioco fino si ha accesso ad una serie di aree che permettono la cattura di Yo-kai leggendari, con tanto di boss opzionali che fanno letteralmente dannare l’anima. Per finire il gioco ci vogliono circa trenta ore, se si cerca di completare quasi tutte le queste secondarie presenti, mentre a gioco completato il quantitativo di attività da poter svolgere sale esponenzialmente e può far toccare oltre le cento ore.
Ricordo che ovviamente non ho potuto provare Yo-Kai Watch in modalità PVP, e quindi non posso esprimermi sul lato competitivo del titolo.
Conclusioni
Siamo davanti ad un capolavoro? Non direi, ma Yo-kai Watch è un titolo ben fatto e curato, che pecca solo dove ha voluto osare un po’ di più, inventandosi di fatto un sistema di combattimento che a mio avviso non ha centrato nel segno. Da ricordare per altro che il gioco arriverà in Italia con ben tre anni di ritardo rispetto alla pubblicazione in Giappone, e stiamo quindi dando un giudizio su di un titolo che è vecchio per la stessa Level 5, visto che di Yo-kai Watch ne sono stati già rilasciati ben due solo per la serie principale, ed il terzo è alle porte.
Chiudo dunque da dove abbiamo iniziato: chi ha paragonato Pokémon a Yo-kai Watch è figlio di quel giornalismo videoludico ignorante che paragona i titoli solo tramite le etichette. Yo-Kai Watch e Pokémon sono due titoli davvero diversi, che si orientano verso lo stesso target di persone ma abbracciano preferenze diametralmente opposte. Vi consiglio di provarlo e acquistarlo, soprattutto se in voi c’è una vena di collezionismo estremo e passione per l’esplorazione di ambienti 3D.
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