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Nintendo vince una causa contro la pirateria made in Italy!

Nintendo ha protratto e recentemente vinto un’altra causa, stavolta però contro un distributore italiano di dispostivi pirata!

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   · 2 min lettura Nintendo
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La nota compagnia videoludica Nintendo non è certamente nuova per quanto riguarda interventi in ambito legale e processuale: sono numerosi gli episodi, infatti, che la ritraggono scontrarsi in tribunale con terzi che ledono in qualche modo i suoi diritti sia volontariamente che involontariamente. Ebbene, anche questa volta la grande N ha protratto e vinto una nuova causa proprio contro un distributore italiano di dispositivi pirata!

nintendo-logo

La questione nasce dal fenomeno di pirateria perpetrato dall’azienda PC Box s.r.l., importatore e rivenditore italiano di dispositivi che permettevano ai compratori di giocare sulla propria console titoli non regolarmente acquistati. Nel nostro paese, tuttavia, importare e rivendere dispositivi che violino in qualsiasi modo il copyright e i diritti di un’azienda è vietato per legge, e per questo motivo tutti i rivenditori che vengono colti in flagrante rischiano di dover affrontare condanne penali, sanzioni e pesanti risarcimenti.

Scoperto il traffico pirata di dispositivi non autorizzati, Nintendo ha perciò fatto le sue giuste manovre ormai più di un anno fa e, appellandosi per una sentenza al Tribunale di Milano, è riuscita finalmente a portare a casa una bella vittoria!  Un fatto apparentemente inedito questo, almeno nel nostro paese, dal momento che il Tribunale stesso ha necessitato dapprima di un parere proveniente dai “piani alti” della Legge, appoggiandosi dunque alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, proprio sulla questione del copyright e sulle conseguenti misure di protezione applicabili dai titolari legittimi al fine di potersi tutelare dagli episodi di pirateria.

Corte-di-Giustizia-Unione-Europea

L’esito della faccenda giudiziaria, consiste in una sentenza emessa dal Tribunale di Milano che diventa così  “la prima applicazione da parte di uno Stato membro delle norme di orientamento della Corte di giustizia UE”, sentenza che risulta anche essere coerente con una lunga serie di precedenti stabiliti già in altri Stati membri.

In parole povere il Tribunale ha infine disposto che ogni uso improprio dei dispositivi sopracitati ed identificati come “game copier” o “mod chip“, costituiscono un’elusione delle misure di protezione e violazione dei diritti d’autore, avendo come scopo la riproduzione di giochi pirata; ergo, atti di questo genere sono perseguibili e punibili per legge, e nel caso di PC Box l’intervento consiste in una sentenza penale di primo grado, così come viene riconfermata dalla Corte di Appello di Firenze.

pirateria nintendo

Morale della favola, il messaggio che Nintendo ha lasciato e dedicato a tutti i suoi fan alla fine di questa lunga e complicata storia, appare piuttosto chiaro: è importante “non sovvenzionare la pirateria acquistando o rivendendo tali dispositivi” ( “don’t fund piracy by purchasing these devices and stay out of the business of selling them”), per nessun motivo.

 

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