Redazione
Registrare un video della propria sessione di gioco è semplice: basta schiacciare un tasto sui controller delle moderne console o accendere un game capture collegato al PC e si ottengono risultati eccezionali. Negli anni ’80, però, il processo di acquisizione di un gameplay da una console era davvero lungo e complesso e richiedeva delle attrezzature specifiche. Per questo motivo, gran parte degli spot pubblicitari di videogiochi erano impersonati da attori in carne e ossa e contenevano soltanto dei fotogrammi del videogioco senza mostrare dei veri e propri video.
A questi problemi riuscì a ovviare Nintendo che, nel 1989, commercializzò solo in Giappone il Famicom Titler. La console nacque dalla collaborazione tra la casa di Kyoto e la Sharp e fu prodotta, in particolare, da quest’ultima. Oltre a far girare i giochi del Famicom (conosciuto in Europa e Nord America come Nintendo Entertainment System) il dispositivo consentiva la creazione di video personalizzati grazie a una migliore uscita video e a delle particolari componenti interne.
Invece della RF out (un tipo di output audio/video molto diffuso all’epoca e presente anche sul NES), il Titler montava un’uscita S-Video che era molto rara all’epoca. Questo piccolo ma importante cambiamento portò non solo ad un miglioramento della resa grafica della console ma permise anche la registrazione di gameplay direttamente dal dispositivo. In particolare potete vedere, qui sotto, lo schema delle porte della console e come bisogna configurarle per registrare.
Ma non è tutto! Oltre alle possibilità di registrazione offerte dall’uscita video, attraverso la console era possibile anche editare il video, aggiungere sottotitoli, aggiungere un riquadro con un altro video e registrare un audio collegando un semplice microfono. Potete vedere un esempio di questa tipologia di video qua sotto:
Il Famicom Titler venne lanciato con un prezzo di 43000¥ (circa 380€) ed era, sostanzialmente, un prodotto di nicchia. Per questo motivo non venne mai commercializzato al di fuori del territorio nipponico ed è sconosciuto ai più. Tuttavia, negli ultimi anni, sono molti i collezionisti che cercano la console non per la sua rarità ma per godersi i giochi del NES sui moderni televisori grazie all’uscita S-Video.
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