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[RECENSIONE] Pokémon Let’s Go Pikachu e Eevee: è davvero rivoluzione?

La tradizione sposa l’innovazione: la nostra opinione sui titoli Pokémon che hanno fatto discutere gli appassionati di tutto il mondo.

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   · 17 min lettura Giochi Recensioni
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Siamo finalmente giunti al fatidico momento, Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee! sono disponibili a partire da oggi negli scaffali dei negozi di tutto il mondo.

Non è assolutamente un segreto il fatto che questi titoli siano stati al centro di molte discussioni degli appassionati di tutto il mondo, non solo per l’assenza di determinate caratteristiche e l’introduzione di meccaniche mai viste prima in un videogioco della serie principale, ma anche per la scelta di riportare in vita la regione di Kanto, vista più volte nel corso degli anni.

Al momento dell’annuncio dei titoli, riteniamo fossero comprensibili le perplessità nate circa la scelta della regione come cornice per lanciare il brand Pokémon su Nintendo Switch, una console nuova in grado di portare i mostriciattoli tascabili anche sulla TV. Lo stesso connubio tra innovazione e tradizione voluto dagli sviluppatori del gioco ci risulta chiaro ora, dopo aver avuto la possibilità di giocare per intero il titolo.

L’utilizzo di una regione Pokémon tradizionale e conosciuta da oltre 20 anni ha permesso a Game Freak di sperimentare e provare dinamiche nuove, rinnovando e rinfrescando qualcosa che tutti i fan conoscono a menadito da molto tempo. Utilizzando un contesto più complesso e meno classico, come quello nato su Pokémon Sole e Luna, sicuramente alcuni elementi non sarebbero stati così piacevoli.


Alla ricerca della semplicità

Pokémon è un brand che, titolo dopo titolo, si è costantemente evoluto ma non ha mai stravolto le regole di base. Con i giochi di settima generazione si è andati incontro all’innovativo Giro delle Isole, meccanica che ha sostituito le Palestre, ma la sostanza di base era sempre la stessa: conquistare un titolo battaglia dopo battaglia, prova dopo prova, e città dopo città.

Nel corso degli anni abbiamo assistito a tantissime aggiunte da parte di Game Freak, che hanno arricchito il mondo Pokémon una regione dopo l’altra. Basti pensare a tutti i mostriciattoli, alle mosse, alle abilità e ai metodi evolutivi che si rinnovano di continuo, per capire come i giocatori abbiano la possibilità di sperimentare, con ogni titolo, una porzione di mondo mai vista prima. Nuove e vecchie generazioni di Allenatori possono dire addio alla noia, impegnati a stare al passo con meccaniche che aggiungono sempre qualcosa di nuovo rispetto ai videogiochi precedenti.

Con Pokémon: Let’s Go, Game Freak ha deciso di correre un rischio, realizzando una versione innovativa di Pokémon Giallo, storico titolo per Game Boy conosciuto per essere stato il videogioco che ha portato su console portatile una fetta della serie animata Pokémon. È stato scelto un terreno fertile e sicuro per testare importanti cambiamenti e regalare ai fan storici un’emozione difficile da dimenticare, e ai nuovi giocatori una coccola che possa inserirli nel mondo dedicato alla creature tascabili nel miglior modo possibile. Rispetto a Pokémon Giallo, in Let’s Go sono state inserite le principali dinamiche dei titoli successivi, come il tipo Folletto, le megaevoluzioni e le Forme di Alola, svecchiando la regione di Kanto e rendendola tutta da scoprire. Ogni aggiunta è perfettamente inserita nel contesto dei nuovi giochi, senza apparire artificiosa ma naturale ed equilibrata.

I titoli per Nintendo 3DS, da Pokémon X e Y a Pokémon Ultrasole e Ultraluna, rischiavano talvolta di risultare dispersivi e confusionari a causa delle molte opzioni del menù di gioco e delle centinaia di oggetti stipabili nello zaino, benché siano riusciti alla perfezione a coniugare le caratteristiche intramontabili del brand con le molte novità inserite.

Giocando a Pokémon: Let’s Go abbiamo ritrovato un nuovo interesse per il mondo Pokémon che mancava da qualche anno: il completamento del Pokédex, la ricerca di tutte le MT e l’esplorazione sono tutti obiettivi che risultano estremamente raggiungibili e concreti.

Il menù è piacevole e semplice, e non si sente la mancanza di quello più ricco dei titoli precedenti. Sono presenti anche opzioni del tutto nuove, come il comodissimo comando per accedere al Box Pokémon dalla Borsa e quello per trovare rapidamente eventuali Pokémon della stessa specie catturati, i cosiddetti doppioni.


Una storia tutta da vivere

Nella storia di Pokémon: Let’s Go, il giocatore vestirà i panni di un giovane Allenatore proveniente da Biancavilla, a cui il Prof. Oak affiderà l’incarico di completare il Pokédex. Durante il viaggio si avrà l’occasione di trovarsi faccia a faccia con il Team Rocket e con i suoi membri più conosciuti, Jessie, James e Meowth, e si dovranno collezionare le 8 medaglie dei Capipalestra di Kanto per raggiungere l’Altopiano Blu e potersi confrontare con la temibile Lega Pokémon, diventandone poi Campioni o Campionesse. La storia principale, quindi, appare esattamente come quella vissuta in Pokémon Giallo, seppur in una nuova e bellissima veste grafica.

La fedeltà alla storia originale strizza più volte l’occhio ai fan storici della serie, che si emozioneranno a rivivere e ricordare i momenti salienti dell’avventura vissuta 20 anni fa. I personaggi riprendono addirittura le posizione degli artwork ufficiali di prima generazione, accarezzando i giocatori con dolci memorie e trasmettendo un potente messaggio: la regione è stata completamente rinfrescata e rinnovata, ma è sempre lei, pronta ad abbracciare gli Allenatori di un  tempo esattamente come i giocatori novelli.

Tuttavia, Kanto riesce ancora a sorprendere: durante la storia principale capiteranno molte scene totalmente inedite, che accenderanno la curiosità anche nei giocatori di vecchia data. Inoltre, la lacrimuccia è assicurata in molte scene ricchissime di emozioni. Preparate un box di fazzoletti quando arriverete a Lavandonia! Gli appassionati di lunga data si divertiranno a cercare i molti riferimenti presenti nelle stringhe di dialogo, che richiamano ai momenti storici della serie animata. Per esempio, sarà divertente incontrare i membri del Team Rocket, promossi a villani di turno, sempre pronti a partire alla velocità della luce fin dalle puntate della prima stagione del cartone animato.

Anche dopo aver completato la storia principale i giochi regalano diverse oltre di divertimento con la lotta agli Esperti Pokémon, il completamento del Pokédex e altre chicche inedite di cui parleremo in un articolo dedicato non appena avremmo sviscerato bene questa componente.

A rendere tutto più coinvolgente ci pensa anche il comparto audio, con le musiche più famose completamente riorchestrate e arricchite per adattarsi allo stile della nuova Kanto, e i versi del nostro Pokémon compagno doppiati e indipendenti da quelli dei titoli precedenti: si tratta di un’intera sinfonia perfetta per ogni stato d’animo.

Una spiacevole nota negativa va, invece, al rivale che, è importante ricordarlo, non è lo stesso di Pokémon Giallo. Lasciate Gary Oak nel dimenticatoio e preparatevi a un avversario decisamente più amichevole ma poco caratterizzato, del quale vi scorderete in fretta. Il rivale ricorda molto Hau per il suo atteggiamento giocoso e poco “cattivo”. Game Freak, creando questo personaggio, ha voluto far capire ai più giovani che si lotta anche per diventare più forti e uniti insieme.


Prestazioni grafiche da Master Ball

Così come abbiamo ampiamente discusso nella nostra anteprima dello scorso luglio, Pokémon: Let’s Go è distante anni luce da qualsiasi altro titolo Pokémon in termini di grafica, che è finalmente in alta risoluzione e rappresenta uno dei punti di forza di questo titolo.

Il mondo di gioco è curato nei minimi dettagli e coloratissimo, le ombre sono precise anche se leggermente squadrate, le proporzioni di personaggi e Pokémon sono state rispettate e l’utilizzo della grafica a griglia regala un gusto retro’ apprezzatissimo.

I Pokémon inoltre, appariranno direttamente nel mondo di gioco e questo scenario apre a diverse possibilità, come la cattura “Combo” di un particolare esemplare, ricevendo un bonus di Punti Esperienza, oppure individuando tramite l’aura rossa e blu, la dimensione del Pokémon, che influirà sulla difficoltà della cattura, crescita e sui Punti Esperienza. State certi che questo non diminuirà in modo significativo il tasso di apparizione, che rimane bilanciato: spesso capiterà di andare incontro a un Pokémon selvatico nascosto o poco visibile nell’erba alta o nelle grotte.

Una nota dolente è l’assenza della notte. Si è deciso di rispettare il più possibile i canoni dei primi titoli, ma un’esplorazione notturna di Kanto sarebbe stata stimolante e interessante, soprattutto se legata a eventuali meccaniche.

modelli 3D dei Pokémon si muovono fluidamente in quasi tutte le situazioni, sia in battaglia che nel mondo di gioco, ricordando le movenze dei medesimi mostriciattoli che appaiono nella serie animata. Durante le azioni come il lancio di un attacco, può capitare un cambiamento repentino del movimento ma si tratta di un dettaglio quasi impercettibile, e la situazione è decisamente migliorata rispetto alla prova di gioco dello scorso luglio.

Le mosse dei Pokémon, d’altro canto, sono animate alla perfezione e alcune lasciano senza fiato per la loro spettacolarità, benché non manchi qualche incongruenza riguardante il punto del corpo dal quale vengono lanciate.

In modalità fissa i giochi girano a 60 fps (frame per secondo) in modo impeccabile, con la totale assenza di cali di frame se non in rarissime occasioni di forte stress causato dalla modalità multi-giocatore. In modalità portatile rimane, invece, qualche perplessità. I giochi girano a 30 fps ma il caricamento risulta a tratti lento e, in alcune scenari, si va incontro a lag e rallentamenti durante l’avventura.

Ci sono ancora diverse migliorie da fare: nei prossimi giochi ci aspettiamo maggiore accortezza grafica nell’interattività dei personaggi con l’ambiente che lo circonda. Ad esempio all’inizio del gioco il Prof. Oak ci consegna il Pokédex agitando semplicemente le mani, senza tenerne uno effettivamente in mano.


Multigiocatore

Per la prima volta nella storia del brand è possibile giocare l’avventura Pokémon in modalità multigiocatore. Agitando uno dei due Joy-Con di Nintendo Switch, sullo schermo apparirà un secondo giocatore, che affiancherà l’Allenatore principale nell’esplorazione e potrà partecipare alle lotte con un secondo Pokémon, oltre che aiutare nella cattura dei Pokémon selvatici.

Questi titoli sono l’ideale per condividere emozioni e far conoscere il mondo Pokémon anche a chi ne è estraneo, senza dover necessariamente acquistare un secondo gioco.

Tuttavia, il secondo giocatore non avrà la possibilità di interagire nel mondo di gioco e la sua collaborazione sarà limitata a lotte (durante le quali utilizzerà uno dei Pokémon del giocatore principale) e catture.

Per quanto riguarda invece il multiplayer locale e online, abbiamo esclusivamente la possibilità di lottare e scambiare Pokémon con propri amici attraverso un semplice menu, e sono assenti funzionalità apparse sul Nintendo 3DS come scambio prodigioso o lotte ad assegnazione casuale. Questa mancanza è giustificata dal desiderio di Game Freak  che i giocatori si concentrassero maggiormente su altre caratteristiche del gioco, come la connessione con Pokémon GO.


La cattura dei Pokémon

L’aspetto più chiacchierato dei giochi è la cattura dei Pokémon selvatici, con un sistema a tempo (quick time event) uguale a Pokémon GO anziché la classica lotta con indebolimento del Pokémon. Questa caratteristica si è in realtà rivelata una delle cose più belle del gioco: catturare Pokémon non è mai stato così divertente e nonostante i nostri dubbi iniziali, ci ha conquistato pienamente.

Ci sono dei Pokémon che si muovono continuamente e con traiettorie sempre differenti, rendendo ogni lancio una sfida. In più, la possibilità di lanciare le Poké Ball in varie direzioni sfruttando la funzionalità motion control (o il giroscopio in modalità portatile) e il potere delle Bacche, che non agevolano solo la cattura, ma permettono anche di ottenere strumenti dai Pokémon selvatici, creano un mix che vi terrà incollati al gioco per ore. Sottolineiamo come la cattura di alcuni Pokémon rari possa risultare davvero impegnativa, mentre quella dei Pokémon leggendari può essere avviata solo dopo esser stati battuti in una classica lotta perché, così come specificato nel gioco, devono essere “calmati“.

Similmente a quanto accade con i raid di Pokémon GO, queste battaglie avranno però un limite di tempo e la sconfitta di questi particolari Pokémon non ci garantirà la loro cattura. Complice il tasso di cattura basso, ci ritroveremo a versare gocce di sudore ogni volta che il Pokémon uscirà dalla Poké Ball lanciata.


La Poké Ball Plus, Pokémon a spasso e le modalità di gioco

L’accessorio Poké Ball Plus, ovvero il controller a forma della storica Sfera Poké che può essere acquistato separatamente o in bundle con il gioco, non ha assolutamente deluso le  nostre aspettative.

Come vi avevamo anticipato, nella parte superiore è presente un pulsante morbido che funge sia da tasto per aprire il menù che da tasto B. Attraverso la pressione della levetta analogica direzionale, è invece possibile utilizzare il tasto A. Muovendo la Poké Ball Plus, è possibile coccolare il Pokémon compagno o accedere al menù del tasto Y. Ricordiamo inoltre che durante la lotta coi Pokémon selvatici la Poké Ball Plus non consentirà di osservare le statistiche del mostriciattolo tascabile.

Grazie al sensore di movimento, è possibile sfruttare il controller come se fosse una vera e propria Poké Ball da lanciare contro i Pokémon selvatici. I LED, le vibrazioni e i suoni 8 bit rendono ogni singola cattura un’esperienza ancora più magica e coinvolgente.

Durante l’avventura, perché la Poké Ball Plus risponda bene ai comandi, la parte superiore rossa deve essere posizionata quasi parallelamente allo schermo, altrimenti si rischia di perderne il controllo. Rispetto alla versione che abbiamo provato a luglio, l’accessorio risponde agli input in modo più preciso.

Dopo una lunga sessione di gioco davanti allo schermo della TV, se si assume una posizione del corpo maggiormente rilassata, i comandi potrebbero non essere agevoli come accade invece in modalità portatile.

Per quanto riguarda la possibilità di portare a spasso il proprio Pokémon all’interno della Poké Ball Plus, il controller si presenta diverso da quel che ci aspettavamo, ovvero una sorta di Tamagotchi col quale è possibile interagire con il Pokémon e coccolarlo anche fuori dalla console. Al contrario, la Poké Ball Plus, si limita esclusivamente a contare i passi, non riproducendo nessun suono. In questo modo, però, il nostro Pokémon riceve Punti Esperienza.


Il Pokémon Compagno

Eevee e Pikachu, i Pokémon di copertina che rimarranno al nostro fianco durante tutto il viaggio, interagiscono continuamente con noi durante l’intera storia principale e la loro funzione, a differenza di quanto molti pensavano, non si limita alla sola la ricerca di strumenti nascosti.

L’umore dei Pokémon compagni differisce a seconda dei luoghi che visitiamo, mostrandosi a noi sereni, divertiti o spaventati. In più, i nostri amici ci aiuteranno a recuperare oggetti nascosti in posti dove solo loro possono arrivare, impareranno Tecniche Segrete che prima solo gli umani potevano apprendere (degne evoluzioni delle MN), faranno il tifo per la nostra stessa squadra e giocheranno con altri Pokémon presenti nel mondo di gioco. Le coccole e la cura del Pokémon compagno rivestono un ruolo fondamentale anche durante la lotta, perché il mostriciattolo tascabile resisterà maggiormente ai danni e non andrà KO in alcune situazioni per dimostrare il suo affetto all’Allenatore. Insomma, una personalizzazione che si sente fortemente durante l’intera avventura.

Oltre al nostro Pokémon compagno, che rimarrà sempre al nostro fianco anche quando viene messo nel box, potremo essere accompagnati anche un Pokémon della nostra squadra. Alcuni di essi, come Onix e Charizard, sono cavalcabili per sfrecciare più velocemente andando a sostituire la classica Bicicletta, non pervenuta all’interno del gioco.

Una trovata grafica molto carina è la sconfitta del Pokémon compagno che, dopo aver perso tutti i PS, torna correndo verso l’Allenatore, così come accade nella serie animata, in cui il nostro amico non ne vuole sapere di tornare all’interno della Poké Ball.

Nella modalità portatile di Nintendo Switch, sarà anche possibile sfruttare il touch screen per coccolare e nutrire il nostro Eevee o Pikachu, il che sarà l’unico momento in cui è possibile sfruttare la funzionalità tattile dello schermo della console.


Crescita e Allenamento dei Pokémon

La cattura riveste un ruolo fondamentale per la crescita e l’allenamento dei Pokémon. Esattamente come accade quando sconfiggiamo un Pokémon di un Allenatore, anche con le catture riceveremo dei Punti Esperienza per ogni Pokémon catturato. I punti ricevuti saranno condivisi con l’intera squadra, similmente a quello che succedeva con lo strumento Condividi Esperienza. Catturando più esemplari di seguito, effettuando delle catene, sarà inoltre possibile ricevere dei bonus di cattura che renderanno più veloce la crescita dei Pokémon.

I Pokémon catturati che non ci saranno necessari, potranno essere trasferiti dal proprio Box Pokémon al Prof. Oak, che in cambio ci ricompenserà con delle Caramelle da utilizzare per aumentare le statistiche base del proprio Pokémon fino a un massimo di 200 punti per ogni statistica.

Molto interessante la funzionalità che permette di vedere le potenzialità dei Pokémon. Un metodo veloce e semplice per conoscere il livello di IV, senza però specificare esplicitamente il valore numerico. Il nostro Pokémon compagno avrà potenzialità stellari in ogni sua statistica, rendendolo ancora più raro: tutti gli IV saranno al massimo.

In tutta la regione sono inoltre sparsi dei Coach, degli Allenatori più forti rispetto a quelli presenti nella medesima zona, che ci aiuteranno a testare meglio la nostra squadra, aggiungendo un pizzico di difficoltà in più durante la storia principale.


Personalizzazione

Il gioco offre una nuova modalità di personalizzazione del personaggio e del Pokémon. Andando avanti con l’avventura, sarà possibile ricevere dei completi d’abbigliamento per noi e il nostro Pokémon tramite delle quest secondarie. Il livello di personalizzazione non eguaglia quello di Pokémon X e Y, però i nuovi capi sono tematizzati a seconda del luogo in cui sarà possibile ottenerli. Ad esempio, nel Rifugio Rocket riceveremo una stilosissima divisa da recluta. Peccato però che gli scagnozzi di Giovanni vi riconoscano lo stesso, sarebbe stato interessante intrufolarsi nell’interrato della Sala Giochi senza farsi scoprire… Questo vi ricorda qualcosa?


Conclusioni

Spesso si sente definire Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! come due titoli spin off piuttosto che appartenenti alla serie principale, perché non includono una serie di caratteristiche ormai tipiche dei giochi Pokémon come uova, abilità e, di conseguenza, tutto il comparto legato al gioco competitivo.

Tuttavia, l’assenza di alcune caratteristiche, perlopiù aggiunte a partire dalla seconda generazione in poi, a favore di nuove dinamiche sperimentali, non esclude questi titoli dalla serie dei giochi principali.

Si tratta infatti di un omaggio agli albori della serie Pokémon, indirizzato a due fette di pubblico differenti: quella degli appassionati da una parte, e quella delle nuove generazioni che hanno giocato a Pokémon GO dall’altra. A tal proposito, non abbiamo avuto modo di testare l’interazione con Pokémon GO, che purtroppo non era ancora disponibile al momento della prova del gioco.

Senza dubbio, questa filosofia legata al target del titolo appare a molti come una mossa rischiosa da parte di Game Freak, ma è anche, in realtà, una strategia molto ragionata. Per chi ha abbandonato la serie Pokémon da qualche tempo, infatti, questo è sicuramente un titolo perfetto per riscoprire la propria passione per il brand, e perché no, per continuare ad interessarsi agli altri titoli in futuro.

In ogni caso, Pokémon Let’s Go non è immune da difetti. Diversi fattori, come l’ambientazione in una regione vista e rivista numerose volte, e come la mancanza della parte competitiva, possono far storcere il naso ad alcuni videgiocatori; tuttavia, il titolo provoca le stesse emozioni dei giochi della serie principale, e racchiude quello che molti appassionati sognavano da tanto tempo: un titolo in alta definizione, giocabile a casa o in modalità portatile, e con lotte molto più realistiche.

A livelli di giocabilità, ci rendiamo conto che sarebbe stato meglio inserire qualche frase e dialogo in meno, dato che alle volte risultano piuttosto ingombranti, in determinate situazioni – ad esempio quando sta per partire una cattura, o quando si conclude una lotta.

Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee! sono una miscela di sapori, alcuni dolci, alcuni aspri, serviti in un piatto elegante e ben condito. Può essere considerato un buon antipasto per quello che ci aspetterà nel 2019, così come dichiarato da Game Freak e The Pokémon Company, che accontenterà anche i palati più fini e presenterà tante migliorie. Sarebbe un peccato non gustarselo per dei pregiudizi infondati!
Un ringraziamento a Francesco Giallatini, Martina Lembo, Ivana Murianni e Valeria Girardi che hanno contribuito alla stesura della recensione.
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