Redazione
Un’avventura grafica in pixel art dal gusto squisitamente retro. Un futuro distopico. Una Vancouver decadente e oscura. Dei misteri da risolvere. Una colonna sonora dai tocchi acid jazz. E un detective privato dalle sembianze di un procione. Prendete tutti questi elementi, mischiateli con cura e preparatevi ad assaporare Backbone, il gioco sviluppato dallo studio indipendente canadese EggNut.
Dopo una campagna di successo su Kickstarter, Backbone è in fase di sviluppo, in vista del lancio previsto per il 2020 su PC, PlayStation 4, Xbox One e la nostra immancabile Nintendo Switch. Il team, tuttavia, non ha lasciato gli oltre 2000 finanziatori del progetto in crowdfunding a morire di curiosità: il 24 aprile è stata rilasciata la versione demo del gioco su Steam. Noi di Pokémon Millennium l’abbiamo provata e analizzata, in attesa del rilascio per la console ibrida della Grande N. Cosa ci riserverà la versione completa?
Storia
Durante la nostra permanenza in questa Vancouver dai toni noir, rinominata Granville, e abitata da animali antropomorfi, impersoneremo i panni del detective Howard Lotor, un procione in attesa di qualche caso scottante da risolvere per riscuoterne il giusto compenso. A interrompere la sua mattinata ci sarà la Signora Green, che cercherà i suoi servigi per indagare su suo marito, avere le prove di sue eventuali relazioni adultere e intentare causa contro di lui. Così il nostro Howard si ritroverà a spasso per la città a raccogliere indizi, in cerca di capire dove si possa trovare il Signor Green. Dopo un veloce giro di domande a destra e a manca, il luogo del misfatto sembra essere ben chiaro: il The Bite, un club privato molto in. Il The Bite, tuttavia, forse non è il locale dei sogni come ci si aspetterebbe dall’esterno…
La storia si configura come un prologo all’avventura principale, arricchendo la nostra esperienza di gioco facendoci familiarizzare tanto col protagonista di Backbone quanto con Granville e le sue stradine cupe e losche. La narrazione è essenziale, ma ben in linea con le atmosfere da romanzo giallo del gioco, in cui dovremo reperire le informazioni a spizzichi e bocconi da vari personaggi od oggetti. Starà a noi mettere assieme i tasselli del puzzle e risolvere gli enigmi disseminati per la demo!
Gameplay
Sebbene si tratti di una demo, questo non ne inficia la giocabilità: abbiamo davanti, infatti, un prologo dalla durata di un’ora circa. La versione di prova di Backbone è, infatti, un piccolo caso al quale Howard sta lavorando, che semina diversi elementi che saranno indubbiamente approfonditi nella trama principale.
Un plauso alle meccaniche, che snelliscono i tradizionali comandi da avventura grafica basati su verbi (parla, prendi, apri e così via) a favore di un unico tasto per interagire con l’ambiente, tanto che si tratti di un personaggio da interpellare che di un oggetto da raccogliere. Un’altra piacevole meccanica è la possibilità di cambiare notevolmente le risposte degli interlocutori a seconda delle frasi scelte, che spesso trapelano un sarcasmo decisamente pungente. Se Howard si porrà in modo sgarbato, il personaggio con cui sta conversando potrebbe non reagire bene e tagliare corto, precludendogli alcuni indizi. In ogni caso, questo non intacca la fruibilità dell’avventura: anche se scegliamo delle risposte apparentemente sbagliate, avremo un’alternativa tracciata dai game designer per arrivare al nostro obiettivo.
Grafica e musica
I creatori di Backbone hanno optato per una grafica in pixel art, come se si trattasse di una vecchia avventura della LucasArts. Il fattore nostalgia, tuttavia, non penalizza minimamente il risultato: le animazioni sono fluide e accurate e i personaggi si muovono in tutta disinvoltura nella decadente Granville. Le strade della città sono un vero e proprio spettacolo per gli occhi, tra luci, ombre e negozi con insegne al neon sotto una pioggia incessante. Per ideare Granville, gli artisti di EggNut si sono ispirati proprio a strade e locali realmente esistenti a Vancouver:
La colonna sonora è il fiore all’occhiello della demo, curata dall’ideatore del progetto, nonché compositore, Nikita Danshin. Dai toni dark, acid jazz e trip-hop, le musiche che ascolteremo durante la nostra permanenza a Granville ci catapulteranno appieno nel mondo di gioco dalle sfaccettature corrotte e misteriose.
Cosa ci aspettiamo su Nintendo Switch?
Il prologo di Backbone è una semplice demo, per cui dare un giudizio di valore potrebbe suonare troppo affrettato e prematuro. Tuttavia, siamo davanti a un gioco dalle ottime potenzialità, che ben presto sono state riconosciute dagli utenti, che lo hanno valutato in modo molto positivo su Steam.
Sarebbe interessante vedere come i controlli di gioco saranno traslati su Nintendo Switch che, date le sue dimensioni specialmente in modalità portatile, ben si adatta alle avventure grafiche di questo tipo. Sarebbe interessante vedere se il team di sviluppo ha pensato a qualche contenuto in esclusiva per la console ibrida, magari un caso aggiuntivo per il nostro Howard. Abbiamo tra le mani la demo di un gioco indipendente dalle ottime premesse: non ci resta che attendere la versione completa!
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