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[RECENSIONE] Grimvalor: il fantasy oscuro avvolge Nintendo Switch

Dopo il lancio su iOS e Android nel 2018, Direlight Games porta Grimvalor su Nintendo Switch, un action platform in 2D in un mondo fantasy.

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Un guerriero. Un sovrano scomparso. Un manipolo di mostri volti alla distruzione. Una Nintendo Switch per domarli, un eroe per trovarli, una console per ghermirli e nel buio incatenarli. Direttamente dalla Finlandia giunge una nuova visione di fantasy oscuro, una storia mitica di oppressione e coraggio che alle porte del Giappone virtuale chiede una nuova udienza. Accogliamo quindi Grimvalor.

Dopo essersi attestato con successo sul mercato dei dispositivi mobile, il gioco targato Direlight Games arriva sulla console ibrida con un porting solido e appagante, capace di divertire anche gli utenti di Switch. Forte di una combinazione azzeccata di elementi tra l’action, il gioco di ruolo, il platform e ancora il metroidvania in un pacchetto formato 2D, la pozione Grimvalor ha un retrogusto già noto eppure sfizioso, una ricetta che arricchirà i men… cioè le librerie videoludiche degli audaci spadaccini che solerti si apprestano a compiere il loro destino.

Menù di demoni e caccia al tesoro

Il regno di Vallaris è caduto vittima di una mano oscura e malvagia che lo ha stretto nella sua morsa fino a ribaltarlo in un cupo sottosopra. Un eroe (o eroina, a voi la scelta) è stato designato per trovare il re svanito e riportare la pace, facendosi strada attraverso rovine e bassifondi brulicanti di nemici.

Grimvalor

L’incipit narrativo viene esposto in una manciata di righe a cui si aggiungono degli sporadici dialoghi a una direzione (il protagonista è taciturno) con alcuni personaggi incontrati sul cammino. Una scelta dettata dall’esigenza tipica delle produzioni da smartphone, quella di coinvolgere prontamente il giocatore, senza esitazioni, catturando la sua attenzione sin dalle prime battute. Trasferendoci su una piattaforma da casa oltre che portatile, si percepisce la mancanza di un contesto più approfondito, di miti e leggende che diano lustro alle pareti di ululanti silenzi, quanto al nostro stesso avatar, eppure, al contempo, la ‘trappola‘ dell’interattività cattura e invita a farsi avanti.

Di sentieri già solcati e un cavalier errante

Ai guerrieri veterani basteranno pochi fendenti per riconoscere nelle meccaniche di gameplay tasselli pescati da svariati altri esponenti dei generi di riferimento. La struttura è infatti basata su un piano in due dimensioni, arricchito da livelli superiori o inferiori da raggiungere attraverso fasi di platform come il salto o la camminata sulle pareti. Armati inizialmente di una sola spada, ci spingiamo contro gli avversari, mostri antropomorfi, demoni o ancora insetti (una piccola chicca è la possibilità di modificare, nel menù opzioni, l’aspetto di alcuni di essi, per tranquillizzare gli aracnofobici) dall’intelligenza e reattività discutibili, che si trasforma in ferocia potenzialmente devastante quando si trovano in gruppo.

Gli attacchi da arma leggera sono rapidi e soddisfacenti, mentre quelli con arma pesante richiedono di calcolare i secondi necessari al sollevamento della stessa per il conseguente colpo. È la rapidità a farla da padrone, pertanto dimenticate combinazioni elaborate e caricate con tutta la forza dei pollici. Un punto luminoso ci avverte dell’attacco nemico imminente, al quale potremo rispondere con una schivata, demandata al tasto A, capace di donare dei frame di invincibilità, fondamentali negli scontri con alcuni boss.

Lo spettro del sottogenere souls portato alla ribalta dalle opere di FromSoftware aleggia tra i prodi giocatori di Grimvalor, tanto per la sua trama ermetica, quanto per le fiaschette curative e un rimando agli ormai celebri falò. A onor del vero, tuttavia, questi elementi appaiono più come dei rimaneggiamenti, passati pure attraverso tante altre produzioni, piuttosto che delle banali imitazioni, più superficiali, abbozzate insomma. Al citato fuoco di campo si sostituiscono degli altari, check point dove riacquistare salute e salire di livello, assegnando i vari punti bonus a quattro abilità disponibili.

Fattore Switch

La responsività dei comandi sulla console ibrida è più efficace della controparte mobile e questo si rivela cruciale soprattutto nei frangenti d’azione più concitati. La profondità del gioco si esplica nella libertà di esplorare Vallaris, o quel che ne rimane, in lungo e in largo, alla scoperta di piccoli tesori e sentieri secondari che arricchiscono la longevità di una produzione già solida nel suo insieme. Ne deriva un backtracking divertente per tutti i completisti alla ricerca del 100% della mappa generale.

grimvalor

Il nostro impavido cavaliere inciampa sul fronte delle animazioni e dei modelli dei personaggi, memore del suo passato sugli schermi da smartphone. Molto spesso i balzi metterà in mostra la legnosità del suo corpo, così come altri movimenti. Nota di merito per la stabilità del gioco, che si attesta sui 60 frame al secondo quasi sempre granitici.

Dark consueto fantasy

Calati in un’atmosfera dark fantasy priva di elementi originali o distintivi, gli scenari di Grimvalor riescono comunque nel compito di avvolgere il giocatore e trascinarlo verso la sua missione. La natura del titolo, ideato per il mercato mobile, sembra colpire ogni suo aspetto, dalla profondità narrativa alla direzione artistica, tanto da desiderare un porting più rifinito. Rimane una produzione intrigante, che tra la prima esperienza e l’aggiunta del New Game + saprà intrattenere gli eroi armati di Nintendo Switch.

Grimvalor è disponibile su Nintendo Switch dal 7 aprile e potete trovarlo sul Nintendo eShop al prezzo di 12,99 euro.

Voto: 7

Pro
Sistema di combattimento solido e appagante
Intrigante l’esplorazione e la ricerca di tesori secondari
Buona longevità e possibilità di nuove sfide con il New Game +
Contro
Struttura molto derivativa, a tratti anonima
Poche animazioni palesano la natura da smartphone
Intelligenza artificiale dei nemici di poco sufficiente
La localizzazione italiana lascia inalterate diverse parole inglesi

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