Purrs in Heaven, Recensione: affilate le unghie su Nintendo Switch

Affilate le vostre unghie sul primo pezzo di cartone a distanza di coda o su quell’ammasso morbido che il vostro umano chiama divano (ovviamente piazzato lì come tira graffi). Lucidate la vostra pelliccia e cercate di afferrare Nintendo Switch (per mille lische, come fanno i bipedi con i loro pollici opponibili?) e preparatevi ad affrontare la scalata verso il cielo. Ah, non lo sapevate? Siete una gattina nera che ha subito un terribile incidente e dovete prepararvi per un colloquio speciale, nel paradiso di Purrs in Heaven.

Pixel Bones Studio, in collaborazione con l’editore EnjoyUp Games, ha trasformato la tragica sorte di una piccola felina in un puzzle a piattaforme a due dimensioni. Purrs in Heaven vi farà leccare le vibrisse per il suo stile in pixel art intriso di senso dell’umorismo, vi farà soffiare per alcune imprecisioni e pianificare le vostre sette anime, alla ricerca della chiave per una seconda nuova vita.

Scalata verso il paradiso

Queste cucce giganti che trasportano i senza pelo sono tanto assordanti quanto pericolose, credo che le abbiano nominate automobili. Una di queste si è rivelata fatale per la piccola Lanna, costretta ad apparire al cospetto di Yama, il giudice dei cieli.

La sfortunata storia della protagonista riesce a intenerire il novello Caronte, che le concede l’opportunità di tornare nel mondo dei vivi, a patto che passi indenne attraverso una serie di ostacoli e nemici, fino ad agguantare i tre frammenti della sua stessa anima. L’incipit narrativo si risolve in una manciata di battute dal sapore umoristico, ben localizzate in lingua italiana, che rappresentano un ottimo invito a iniziare la nostra scalata verso la volta celeste.

Quell’idraulico italiano mi fa un baffo

Purrs in Heaven si qualifica come un gioco a piattaforme strutturato su 30 livelli distinti, costellati di piccoli enigmi da vincere con il proprio miagolante ingegno, oltre a mostriciattoli, spuntoni e altri ostacoli simbolo della grande impronta lasciata dai massimi esponenti del genere, seppure inserita in un contesto a schermata fissa.

Il colpo di coda originale risiede nella meccanica aggiunta per superare i piani più impervi: la possibilità di creare fino a sette estensioni di sé, delle basi dai contorni di un volto felino, incorporei eppure solidi sulla sommità, per formare un percorso personalizzato verso il nostro obiettivo. Il potente Yama deve essersi speso molto nell’organizzare una serie crescente di puzzle che allungheranno la nostra permanenza sopra le nuvole, obbligandoci a pensare, sfasciare e rifare daccapo i sostegni per giungere al checkpoint, al traguardo o prima ancora al pesce premio, se siamo degli affamati completisti.

Fattore Switch – E purr (non) si muove

Il gioco si inserisce in un’ambientazione eterea, quasi onirica e ben illuminata che risalta sullo schermo di Nintendo Switch. I soli tre comandi chiamati in causa per il salto, per creare i supporti e ripartire dal principio, soffrono di un leggero ritardo nella resa e la responsività degli stessi si dimostra poco reattiva e anzi troppo lenta per un sistema in cui un salto azzeccato può fare la differenza tra la (non) vita e il game over.

Non dire pixel se non ce l’hai nel sacco

L’autore spagnolo ha optato per una grafica in formato pixel che ribadisce lo stile rétro del gioco, sfruttata per dei livelli discretamente vari, articolati. Le note musicali che li accompagnano sembrano quasi discostarsi dal contesto storico preso come riferimento, avvicinandosi piuttosto a un’ideale incantato trasmesso dalla trama stessa.

Purrs in Heaven balza e atterra in equilibrio (come solo i gatti sanno fare) aggiungendosi alla ricca libreria della console ibrida, offrendo un’esperienza relativamente fugace, spiritosa, che mostra però la coda a un impianto di gioco poco rifinito e limato.

Purrs in Heaven è disponibile dal 17 aprile 2020 su Nintendo Switch e potete trovarlo a 6,99 euro sul Nintendo eShop.