Maria Enrica
Un’avventura coinvolgente, un lungo viaggio, sono i motori che rendono un’amicizia indivisibile e insieme accrescono ogni singola persona. Lo hanno capito bene Dhar, Razmi, Zebei e soprattutto Ajna, che si appresta ad affrontare il suo percorso più arduo attraverso Indivisible, e nel compierlo non sarà certo da sola.
Dopo essere uscito sulle altre piattaforme, Lab Zero Games e 505 Games trasportano Indivisible anche sulla console ibrida. Impossibile non affezionarsi tanto alla formula ludica quanto ai suoi personaggi principali: su un’impalcatura da action JRPG (Japanese role-playing game) sono state cementate colonne portanti da platform, metroidvania in 2D e persino da picchiaduro, mentre i protagonisti, prima semplici conoscenti, ora grandi amici, arricchiscono il gioco donandogli un guizzo cordiale e tenero. Dalla campagna di raccolta fondi all’accordo con i produttori e distributori, il team statunitense pone la propria impronta sul terreno dei creativi più abili, dimostrando del talento sbiadito però da alcune incrinature. Raccogliete il vostro chakra e preparatevi a lanciarvi in un racconto di formazione indimenticabile.
La nostra più pericolosa grande avventura
Sullo sfondo di un piccolo villaggio bucolico vive Ajna, una ragazza di appena 16 anni, assieme al padre adottivo Indr, capo dello stesso. La sorte dei suoi genitori biologici verrà scavata più avanti, mentre nel presente ella è concentrata solo sugli addestramenti. Idealista e spensierata, la giovane età della protagonista porta con sé un alternarsi di entusiasmo e irascibilità, conditi con una buona dose di vivacità e grinta nei combattimenti.
Abituata ad allenarsi nella tranquillità di casa, Anja non poteva immaginare che avrebbe dovuto mettere in pratica le lezioni del suo tutore e maestro di lì a poco. L’esercito del tremendo Ravannavar si è fiondato proprio nel suo villaggio e non intende far prigionieri. L’indomita protagonista si ritrova priva di ogni sicurezza, e in uno slancio d’ira decide di partire per cercare vendetta. Quello che nasce come un incipit piuttosto semplice, si sviluppa in un crescendo quasi sempre costante, un climax ascendente che da una storia sulla sete di giustizia, si trasforma in un’epopea per salvare il mondo.
Ajna dovrà imparare a cavarsela tra mille insidie e sulle prime battute scopre un superpotere legato a forze primordiali. Per puro caso si accorge di poter assorbire le persone nella sua mente, andando a costruire il “Regno interiore“, una sorta di dimensione onirica dove risiedono corpo e spirito di chi viene inglobato. In alcune occasioni può materializzarle nuovamente nella realtà, assicurandosi così la compagnia e il prezioso appoggio di un gruppo colorito di compagni. Oltre venti sono i prodi avventurieri (o gli sfortunati malcapitati?) che si uniranno a lei in tutti i sensi: dall’impavido arciere alla botanica, dalla bislacca maga alla pirata e l’assassino redento del padre, ognuno di essi spicca tanto per le abilità negli scontri quanto per il loro passato e presente sapientemente scritti. Una miriade di personalità che giustifica anche uno degli aspetti più freschi e divertenti di Indivisible, il combattimento.
Botte da orbi a turni
Potremmo descrivere il quadro ludico attraverso i vari strati di cui è costituito. L’esplorazione è spiccatamente da platform e metroidvania, con le primissime zone a fare quasi da tutorial nascosto per la loro facilità e linearità. Dapprima capaci di compiere un salto e uno scatto, nel corso della partita acquisiremo via via delle armi (una lancia, un arco, un’ascia) che aggiungeranno nuove meccaniche per arrivare a zone prima irraggiungibili. Se sulle prime c’è il rischio di avvertire una mancanza di controllo nella gestione dei balzi, l’equipaggiamento fornirà un prezioso aiuto in ottica evolutiva della stessa componente platform.
Creature della natura antropomorfe, animali, soldati, tanti tipi di nemici tenteranno di ostacolare Ajna, ma l’unione di strategia, amici e aggressività le assicureranno una sicura vittoria. Dal passato di Skullgirls firmato sempre dai Lab Zero, alla lezione di Valkyrie Profile, Indivisible apprende e mette in pratica un sistema vario e complesso da padroneggiare. Gli attacchi sono di tre tipologie per ogni componente della nostra squadra – legati ai tasti asseggnati sul pad per ognugno e alla levetta direzionale – per un totale di quattro combattenti e quindi dodici mosse differenti. Qui irrompe la vena da picchiaduro del gioco, poiché tanto il pluralismo quanto il ricco roster enfatizzano le combinazioni di colpi e il bouncing, l’effetto attraverso il quale l’avversario viene catturato per massimizzare i danni. Le possibilità offensive sono legate al riempimento di una barra sottostante a ogni nostro alleato, mentre una seconda, posizionata sulla parte alta della schermata, consente di sprigionare il potere speciale dei Nostri.
Il timore del button mashing – vincere premendo comandi praticamente a caso – viene scongiurato dai tempi di ricarica necessari per partire nuovamente alla carica. Pianificazione, strategia e tempismo si mescolano ottimamente in una sinfonia di botte e parate calcolate: gli avversari prendono di mira un singolo o l’intero team, costringendo a difenderci al momento giusto per evitare di perdere troppi punti salute. L’equilibrio viene mantenuto per la quasi totalità dell’avventura, andando a cedere sul finale per la potenza eccessiva di alcuni personaggi. La scintilla della sfida rimane ancorata ai soli boss, mentre gli scontri primari divengono un tripudio di colpi a catena.
Fattore Switch
Indivisible sembra collimare esattamente con il carattere ibrido di Switch, rendendo l’esperienza portatile accattivante tanto per sessioni brevi quanto per lunghe maratone virtuali, considerando le circa 20 ore necessarie per terminarlo. Un lancio sul mercato potenzialmente dirompente, relativamente sporcato da un anticipo inaspettato tanto per gli utenti, quanto per gli autori e i produttori stessi.
L’inciampo ha costretto i ragazzi di Lab Zero a ritardare l’arrivo di una serie di accorgimenti grafici, tecnici del primo giorno – come la possibilità di scegliere tra un frame rate libero e uno ancorato ai 30fps – e un corposo aggiornamento già disponibile sulle altre piattaforme, previsto comunque per il futuro, che include la modalità New Game+, il supporto al gioco in co-op in locale e un ribilanciamento della difficoltà. Nulla di cui preoccuparsi, però: i contenuti sono prossimi all’uscita e l’attuale versione dell’ammiraglia della grande N risulta solida e appagante, con una responsività dei comandi quasi eccellente.
L’arte indivisibile
Se il gameplay è una commistione sapiente di generi, il lato puramente artistico di Indivisible è un concerto armonioso di spunti, ispirazioni e rimandi che nascono dallo spartito di un grande maestro e prendono vita nelle scene d’intermezzo, animate da Studio Trigger (Kill la Kill) e dalla compagnia americana Titmouse, quanto nelle schermate di dialogo, statiche eppure pregevoli, impreziosite da un ottimo doppiaggio in inglese. Personaggi e ambienti disegnati a mano palesano poi una cura sopraffina per i dettagli e nel ricostruire scenari orientaleggianti dalle estetiche di un cartone animato fantasioso.
Il viaggio in compagnia di Ajna è stato tortuoso, avvolgente e dirompente. L’abbiamo vista perdere gli affetti, aggrapparsi con un’ascia per raggiungere le vette più impervie, trasformarsi, assimilare corpi e spiriti. L’abbiamo accompagnata mentre conosceva l’assassino di suo padre e con la sua gentilezza riusciva a farlo redimere, mentre raccoglieva pietre e sconfiggeva i più temibili nemici. L’abbiamo vista fare amicizie e riuscire nella più ardua delle imprese possibili, quella di crescere e maturare.
Indivisible è disponibile sul Nintendo eShop dal 28 aprile 2020 per 29,99 euro.
Voto: 9
Longevità ottimale
Comparto artistico sublime e ispirato
Gameplay stratificato, divertente, ma…
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