Per festeggiare il 20° anniversario dall’uscita di Myst nel lontano 1993, l’azienda di sviluppatori ed editori Cyan ha deciso di omaggiare l’intramontabile primo capitolo della serie con un remake in chiave moderna. Era il 2014 quando realMyst: Masterpiece Edition è approdato su PC Windows e Mac, e finalmente dopo altri 6 anni grazie anche al lavoro degli sviluppatori di Skymap Games, il porting è avvenuto su Nintendo Switch. La serie di Myst segnò un’epoca negli anni ’90, divenendo il videogioco più venduto per computer del ventesimo secolo, grazie alla sua avventura grafica in prima persona all’intero di un ambiente sconosciuto, ma realistico e liberamente esplorabile. In realMyst non si sono persi i valori che hanno reso grande questo titolo, lasciando le scene di gioco quanto più simili a quelle originali, ma mosse da una maggiore fluidità di movimento e un 3D di buona qualità. Il tutto amalgamato da effetti sonori analoghi a quelli del ’93, permettendoci di rivivere quell’esperienza virtuale che catturò i videogiocatori di tutto il mondo.
Myst, il libro che ti teletrasporta
La storia non aggiunge nulla di diverso da quello che probabilmente qualcuno di noi ha vissuto con il primo Myst del 1993. L’obiettivo degli sviluppatori Rand e Robyn Miller (fondatori di Cyan), era quello di costruire un mondo fittizio e allo stesso tempo il più realistico possibile, permettendo al giocatore una completa immedesimazione. In realMyst: Masterpiece Edition dopo aver toccato un’immagine in movimento e disturbata all’interno di un libro chiamato Myst, verremo catapultati nell’Isola delle Nebbie, un piccolo lembo di terra immerso nel mare e circondato dal nulla. L’unico aspetto familiare in questo luogo sarà il cinguettio degli uccelli, il rumore del mare e delle strutture realistiche costruite da non si sa bene chi. Non avremo indizi, consigli od obiettivi da seguire, dovremo soltanto studiare con attenzione tutti i particolari in cerca di suggerimenti.
Durante l’esplorazione dell’isola, entreremo nelle strutture che non sembrano avere nulla di spaventoso, ma che nascondono molti misteri. Pulsantiere con tasti luminosi, quadri che si muovono, numeri da inserire, cassaforti da aprire, insomma è chiaro fin da subito che per uscire da lì dovremo risolvere degli enigmi. Barcollando nell’incertezza, dovremo farci strada nei meandri di questi edifici che hanno passaggi segreti e camere nascoste, permettendoci di scoprire nuovi indizi. Ogni volta che si viene a capo di un enigma, avremo accesso a un altro libro di Myst, che ci condurrà in nuovi territori da esplorare, ancora e ancora.
Potrebbe sembrare che sia un videogioco senza un vero obiettivo, ma in realtà non è così. All’interno della biblioteca dell’Isola delle Nebbie, in cui torneremo molto spesso, sono presenti due libri, uno rosso e uno blu, con delle immagini di persone reali che ci chiederanno aiuto. Nella trama incontreremo in modo bizzarro questi personaggi che si presenteranno come Sirius e Achenar, dei parenti di Artus, un misterioso individuo il cui passato è legato a questi mondi paralleli e ai libri Myst. Liberare i due ragazzi dai rispettivi libri, di colpo diverrà fondamentale per districarsi tra i tanti intrighi di questa vicenda, con la speranza di tornare presto a casa.
Una trama che per quanto quasi assente risulta avvincente, forse perché celata dal mistero e dall’assenza di punti di narrazione come accade nei moderni videogiochi, portandoci a volerne sapere sempre di più. La storia infatti per essere sviscerata e compresa a pieno, deve essere in parte letta in alcuni libri. Questo di certo non è estremamente gradevole perché rallenta molto il gioco e sopratutto perché i dialoghi e i testi sono interamente in inglese senza sottotitoli. La continua incomprensione di quello che stiamo facendo o di quello che ci sta succedendo, sommato al tentennamento di una trama che non è scritta, ma va scoperta, ci incolleranno allo schermo per ore.
Tocca tutto quello che vedi
Myst era un videogioco nato per dei computer la cui capacità di elaborazione era limitata e vincolata ancora a un piatto 2D. L’unico compagno di gioco era un mouse meccanico con l’ormai introvabile “pallina di movimento”, e sia il primo capitolo del 1993 che realMyst: Masterpiece Edition adottano uno stile in linea con queste tecnologie. L’unica meccanica nel gioco sarà quella del “punta e sposta” o “punta e interagisci” grazie a un cursore a forma di manina che rimarrà fisso al centro dello schermo. Tramite lo spostamento del personaggio e dell’inquadratura sarà possibile puntare gli oggetti e provare a interagire con essi, cercando quelli che possono aiutarci a risolvere gli enigmi.
In questo remake le azioni che è possibile compiere sono maggiori rispetto al passato. Il movimento non è più statico e limitato al click in una direzione, ma sarà gestibile in completa autonomia con gli analogici, svincolandosi dal puntatore di cui abbiamo appena parlato. La libertà di esplorazione inoltre è fluida e davvero ampia, lasciando al giocatore la possibilità di toccare tutto e scoprire l’indizio giusto che ci permetterà di sbloccare la situazione dandoci indizi sul da farsi.
I rompicapo certamente non si possono definire una passeggiata. La completa assenza di indicazioni su cosa fare, dove andare o quale sia l’ordine giusto degli avvenimenti da seguire ci lascerà spiazzati, costringendoci a girovagare per decine di minuti in cerca di un segno. Molti tra gli oggetti disponibili nelle mappe saranno soltanto degli elementi di distrazione, ovvero soprammobili, utensili, a volte intere stanze che non hanno alcuna utilità per il fine ultimo della missione. In certi casi è frustrante visitare le stesse stanze senza venire a capo della soluzione, che fin troppo spesso è stata sotto i nostri occhi dall’inizio.
I menù di gioco sono quasi inesistenti e l’unico presente, che permette di salvare e cambiare qualche semplice impostazione, è estremamente minimale. All’avvio di realMyst saremo immediatamente catapultati al momento del nostro ultimo salvataggio dopo un brevissimo caricamento. Ovviamente essendo un titolo dalle meccaniche pressoché nulle, non c’è la necessità di gestire diverse modalità di gioco o impostazioni complesse, basta toccare tutto per intuire cosa ci sia da fare.
Osservare gli anni ’90 da un oblò del futuro
Se in realMyst: Masterpiece Edition quasi tutto a livello di gameplay ci ripota negli anni ’90, non possiamo certamente dire lo stesso della grafica. Lo stile 3D di buon livello sostituisce l’ottimo fotorealismo 2D dell’originale, senza nessun rimpianto. Le ambientazioni sono davvero identiche a quelle del 1993, con piccoli dettagli aggiuntivi e un’atmosfera più realistica. Non c’è da aspettarsi una definizione altissima degli oggetti o degli edifici, che avrebbe influito negativamente sullo spirito e sul senso di un gioco come Myst, che è stato e rimane il re del suo tempo e come tale non va stravolto. Il motore grafico di Nintendo Switch regge alla grande l’esplorazione, non presentando in nessun caso problemi o bug.
Il comparto sonoro è davvero eccezionale, come lo fu anche quello originale. In certi casi non c’è una vera e propria musica che accompagna l’investigazione, ma semplici rumori naturali o artificiali a seconda della zona in cui ci si trova. Questa scelta rispecchia la volontà degli sviluppatori di realizzare un mondo realistico, in cui il giocatore in prima persona possa immedesimarsi a pieno con ogni senso. Uditivamente c’è una cura del dettaglio minuziosa e che si nota con piacere. L’interazione con gli oggetti e ogni loro movimento è accompagnato da un suono sincronizzato, che spesso è anche indispensabile per la risoluzione dell’enigma.
Un porting che tarpa le ali
Come avremo ben capito, realMyst: Masterpiece Edition nasce come gioco esclusivamente per PC. Le meccaniche semplici e la grafica non troppo impegnativa avrebbero potuto garantire un’ottima esperienza di gioco anche su Nintendo Switch. Questo è effettivamente quello che succede: un ottimo titolo, realizzato bene e curato nei dettagli, che tiene compagnia per diverse ore, ma con qualche assenza. Infatti la versione per l’ibrida Nintendo di questo remake non presenta tutte le funzionalità che invece ha su PC. A mancare all’appello c’è per esempio il cambiamento tra il giorno e la notte, che avrebbe reso la risoluzione di alcuni rompicapo più complicata, oppure l’assenza del cambio di grafica a quella 2D del gioco originale. Sono minuzie certo, ma rendono il titolo “incompleto” poiché garantisce due esperienze di gioco diverse sulle due piattaforme.
Sia in mobilità che sullo schermo della TV, realMyst si comporta bene non perdendo mai un colpo. Le semplici funzionalità all’interno del gioco, lo rendono un titolo perfettamente godibile utilizzando i Joy-Con, la cui vibrazione è sfruttata saggiamente essendo non troppo fastidiosa. I problemi arrivano con la modalità di gioco tramite il touchscreen, implementata nel tentativo di ricreare il gameplay “punta e sposta” degli anni ’90. A malincuore è un esperimento bocciato dato che in questo modo è impossibile giocare. I movimenti sono lenti e non reattivi, tanto che spostare la visuale è davvero difficile e soprattutto risulta impreciso quando si va a cliccare piccoli oggetti o pulsanti.
Un remake da manuale, ma ha senso su Switch?
Cyan prima e Skymap Games poi, hanno realizzato con realMyst: Masterpiece Edition un remake a nostro avviso magistrale. Sono riuscite ad ammodernare una colonna portante del gaming del ventesimo secolo, senza alternarne la forma, il contenuto e l’idea originale. Troppo spesso quando ci troviamo davanti a nuove versioni di vecchi titoli, si rimane delusi perché perdono quella magia che li ha resi grandi nel passato. Per Myst non è così, anzi, sono riusciti a dare nuova linfa a una modalità di gioco quasi scomparsa dal mercato, ma che riesce a tenerti incollato diverse ore allo schermo della console. Purtroppo in questo caso se non si conosce abbastanza bene l’inglese è difficile poter comprendere cosa stia succedendo, soprattutto nella parte legata alla liberazione di Sirius e Achenar, dove è quasi impossibile capire cosa stiano dicendo senza dei sottotitoli.
La vera domanda che dobbiamo porci però è: ha avuto senso portare questo gioco su Nintendo Switch? Una domanda provocatoria che non è tanto legata alla modalità di gioco, che per quanto pensata per l’utilizzo di un mouse non si svaluta sulla console Nintendo, ma quanto più per il progetto realizzato a metà. Quelle mancanze rispetto al gioco per PC di cui abbiamo parlato prima e una modalità touch che è impossibile da utilizzare, sono entrambe delle piccolezze che non rovinano l’esperienza di gioco, ma che lasciano quel senso di incompiuto nell’animo. A distanza di 6 anni dall’uscita di questo gioco, un porting fatto a metà non è un buon biglietto da visita per il titolo, che si ributta nella mischia già con qualche anno alle spalle.
Potendo sorvolare su questo malcontento dei fan, realMyst: Masterpieace Edition è un grande abbraccio tra il senso della vista e dell’udito, che armoniosamente lavorano con l’ingegno per riportare il protagonista, ovvero noi stessi, nel mondo reale. Vivere un viaggio attraverso Myst è un po’ come vivere un sogno, in cui ci siamo noi immersi in un mondo di fantasia e sfidiamo il nostro stesso cervello su chi sia il più furbo. Tornare indietro di anni, riprendendo su una console di ultima generazione una modalità di gioco ormai obsoleta è stato divertente e stimolante. Siamo abituati a ricevere aiuti e suggerimenti, anche nei giochi in cui i rompicapo sono i veri protagonisti, ma Myst è diverso. Ci ritroviamo soli, senza informazioni e catapultati in un ambiente non familiare, dove non ci resta che rimboccarci le maniche, aguzzare la vista e accendere l’ingegno.
realMyst: Masterpiece Edition è disponibile in offerta sul Nintendo eShop oppure è disponibile per PC Windows e Mac tramite lo store di Steam o sul Mac App Store. Per gli amanti dei videogiochi su smartphone, realMyst è disponibile in formato tascabile anche su dispositivi iOS e Android.
Voto: 7.5
Grafica 3D di buon livello
Effetti sonori coinvolgenti
Enigmi difficili da risolvere
Lingua inglese senza sottotitoli
Modalità di gioco touch inutilizzabile
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