Windbound, Recensione: il fascino selvaggio del mare

Dopo aver visto il trailer di presentazione di Windbound pensavamo di trovarci in un titolo in cui, come dei novelli Kevin Costner in Waterworld, avremmo solcato i mari a bordo della nostra fantastica imbarcazione sopraffando venti e tempeste. In realtà più che grandi navigatori ci siamo ritrovati naufraghi in un mondo ostile che proverà a metterci i bastoni tra le ruote. Ma andiamo con ordine!

Kara e il vento della sopravvivenza

Il titolo di 5 Lives Studios si presenta sin da subito con i classici canoni di un survival game in terza persona. Impersoneremo Kara che, dopo essere stata separata dal suo clan a causa di una tempesta, si risveglia sulle Isole Proibite senza più nulla a parte il suo indistruttibile coltello da caccia. Dopo aver recuperato un particolarissimo remo e aver attraversato un vortice approderemo sulle prime isole che fungono da tutorial del gioco. Qui scopriremo che molti sono i misteri di questi luoghi e starà a noi svelarli utilizzando le poche risorse a nostra disposizione per costruire una prima, rudimentale imbarcazione.

La storia di Windbound è basilare ma ricca di misteri che vi lasciamo il piacere di scoprire da soli mentre il gameplay punta a dare una svecchiata ad un genere che negli anni ha avuto varie interpretazioni riuscendoci solo in parte.

Ci sarà data sin da subito la possibilità di giocare in Modalità Sopravvivenza oppure in Modalità Storia. Le differenze principali sono che nella prima dopo la nostra morte dovremo ricominciare il gioco dall’inizio perdendo tutte le risorse che avevamo accumulato nella sacca a disposizione. La seconda si concentra di più sul racconto, risultando una giusta scelta per chi vuole godersi la vastità dell’oceano senza dover ricominciare tutto da capo. Inoltre manterremo tutti i nostri materiali e i combattimenti saranno meno impegnativi.

Kara e il mondo

Diciamo sin da subito che Windbound non è un titolo per chi ha fretta o cerca una partita mordi e fuggi. L’esplorazione delle isole, generate proceduralmente ogni volta, la raccolta di materiale e la navigazione sono pratiche che richiedono tempo per essere padroneggiate.

Prendete tutto il tempo di cui necessitate per esplorare l’isola, raccogliere tutto quello che trovate e cacciare ogni animale prima di passare alla tappa successiva. Un consiglio per chi si affaccia a questo tipo di gioco per la prima volta è di concentrarsi sul procacciarsi più cibo possibile e portarlo con sé in quanto girovagare farà diminuire la vostra barra della stamina che, giunta al minimo, provocherà danni alla vostra salute e porterà alla morte del giocatore.

Compito principale una volta iniziato il capitolo sarà trovare dei gioielli posizionati in specifiche torri che dovrete scalare in modo da ottenere anche dei cristalli che vi serviranno per fare delle offerte agli Dei e ottenere i loro favori.

Inoltre esplorare il mondo, oltre a regalarvi degli scorci evocativi, vi permetterà di imbattervi in alcuni altari di pietra dove potrete ottenere dei bonus che renderanno il vostro viaggio meno ostico.

Kara è equipaggiata con un coltello indistruttibile che può usare come arma base, ma avanzando nel gioco potremo creare armi corpo a corpo più forti con i materiali che troveremo. A queste si aggiungono anche armi a distanza come una fionda e un arco.

La capacità di schivare gli attacchi e la necessità di guardare il misuratore di resistenza di Kara si aggiungono alle preoccupazioni da tenere sott’occhio ma il combattimento non presenta eccessive difficoltà. Se invece preferite avanzare in silenzio potrete farlo semplicemente accovacciandovi e strisciando alle spalle dei vostri nemici. Nemici che hanno delle loro routine e in alcuni casi potrete sorprenderli nel sonno per avere un certo vantaggio su di loro.

Kara e il mare

Vero cuore pulsante del vostro mondo sarà la vostra fidata barca che potrete, e dovrete, “evolvere” da semplice bagnarola a veicolo in grado di sfidare le onde, i venti e i mostri che popolano gli abissi. Partendo da una canoa base si possono poi aggiungere vele, ponti e carene che modificano sia l’aspetto estetico che le prestazioni in mare.

Sebbene la personalizzazione della barca risulti interessante i problemi veri arrivano quando si salpa. In un gioco che fa del suo punto di forza l’andare per mare vi ritroverete a dover fare i conti con venti contrari, e onde che impediscono il movimento della vostra barca costringendovi a pianificare il percorso.

Da una parte questa meccanica aggiunge del realismo alla navigazione ma puó risultare frustrante e ostica. Spesso puó capitare di trovarsi immobili perché anche modificando il posizionamento della nostra vela restavamo bloccati come da una sorta di muro invisibile che ci costringeva a ricalcolare il nostro percorso. Raramente riuscirete a partire da un punto A per arrivare a B ma dovrete adattare i vostri progetti alle condizioni del mare stesso. In queste situazioni è meglio muovere la barca a zig zag in modo da sfruttare le correnti d’aria.

È quindi consigliabile armarsi di tanta pazienza mentre si affrontano le onde e munirsi di cibo da mangiare perché avrete sempre il problema della stamina che cala e morire in mare è parecchio fastidioso. Morire in realtà è fastidioso a prescindere in quanto al respawn vi ritroverete sulla prima isola senza neanche la vostra barca. Inoltre i tempi di caricamento sono abbastanza lunghi.

Kara e il fascino del selvaggio

Sul versante tecnico invece con Windbound si è svolto un ottimo lavoro. La fonte di ispirazione per quanto riguardo lo stile grafico risalta subito all’occhio e non fa mistero di essersi ispirato a The Legend of Zelda: Breath of the Wild.

Una grafica semplice ma molto curata che si apprezza mano a mano che si avanza nel gioco e iniziano ad apparire isole con ambienti sempre più particolari. Lo stesso discorso vale per la fauna che abita queste terre, a partire dagli animali più piccoli e meno pericolosi fino a bestioni che potrebbero ucciderci con un colpo solo se affrontati impulsivamente.

Le traversate nel mare di Windbound sono accompagnate da scorci poetici ai quali si aggiungono le alternanze giorno/notte che rendono il mondo di gioco bello da vedere e in grado di regalare anche una particolare sensazione di calma.

La colonna sonora che ci accompagna invece è costituita da melodie che si adattano alla nostra situazione. Tranquille quando si tratta di semplice esplorazione per poi variare verso un tono più incalzante quando veniamo notati da un animale che potrebbe essere una minaccia.

Le fasi della storia invece ci vengono narrate tramite dei murales che, come in un viaggio onirico, mostrano a Kara l’epopea del suo popolo di navigatori mentre affrontano l’ignoto.

Kara e i giocatori

Windbound è un’ottima esperienza per gli amanti dei survival game e della navigazione. A delle meccaniche che potrebbero risultare ostiche ai non esperti si affiancano un’ottima grafica con colori brillanti e scenari evocativi. Esplorare le isole è soddisfacente e in generale il titolo ci dà la sensazione di essere soli e sperduti in un mondo tutto da esplorare dove dovremo fare affidamento esclusivamente sulle nostre capacità e sulle risorse che troveremo in giro per poter sopravvivere.

Il rovescio della medaglie è che proprio a causa delle sue meccaniche, soprattutto quelle legate alla navigazione, non tutti potrebbero apprezzare un gioco che ha molto da offrire. Se la vostra idea era quella di un semplice gioco di avventura con minimi riferimenti al survival rischiate di non trovarvi a vostro agio mentre passate da un’isola all’altra.

Windbound puó essere acquistato sul Nintendo eShop a 29,99 € se siete appassionati del genere e se non vi spaventa il dover sopravvivere in un mondo inesplorato con poche risorse a disposizione.