Mentre il mondo versa in un periodo incerto tra pandemia, tensioni politiche e rivolte civili, Kalypso Media e Limbic Entertainment schiaffano sul trono delle nostre Nintendo Switch un prepotente Tropico 6, titolo gestionale che permette ai giocatori di vestire i panni del sovrano di un regime nelle isole dei Caraibi.
Tra un colpo di stato e un goccio di rum di contrabbando, la saga di Tropico si è distinta negli anni per l’ironia pungente e la profondità delle meccaniche, il tutto accompagnato da percussioni caraibiche… perché non c’è niente di meglio che instaurare il proprio regime del terrore sculettando a ritmo di samba.
Originariamente uscito nel 2019 sulle altre piattaforme, questa è la prima volta che Tropico arriva sulla console ibrida di Nintendo, quindi oltre a dare un giudizio sul gioco in generale cercheremo anche di capire come si adatta il gioco alla Switch.
El Presidente
Prima di cominciare una partita della della campagna, c’è da prendere dimestichezza con il gioco attraverso un imponente tutorial, necessario per comprendere bene le meccaniche. La pesantezza che si potrebbe avvertire con una mole così imponente di informazioni è tuttavia mitigata dai siparietti comici di Penultimo, il nostro assistente personale che ci darà i più disparati consigli per tenere saldo il nostro potere (e la sua poltrona lautamente stipendiata)
La nostra scalata verso la dittatura avanzerà da arcipelago in arcipelago attraverso diverse fasi: dapprima saremo un governatore di una colonia inglese e quindi saremo impegnati a districarci nella gestione della colonia da subordinati all’impero britannico, ma ben presto la Rivoluzione sarà alla nostra portata e diventeremo El Presidente.
Il gioco poi ci porterà ad attraversare diverse epoche fino ad arrivare ai nostri tempi, passando ovviamente per le immancabili Guerre Mondiali e per la Guerra Fredda, fonti inesauribili di citazioni ed emulazioni a eventi dittatoriali e politici realmente accaduti. Non sarà solo la data ad avanzare, ma anche la nostra consapevolezza delle meccaniche di gioco, visto che sbloccheremo nuove opportunità e nuove opzioni che ci consentiranno di mantenere il potere e di colpire i nostri avversari politici.
Plata o plomo?
Giocare a Tropico 6 non vuol dire solo avere a che fare con un normale gestionale cittadino in cui bisogna costruire infrastrutture come ospedali, case e chiese, per soddisfare il fabbisogno dei nostri abitanti. Essere El Presidente degli arcipelaghi di Tropico vuol dire soprattutto avere a che fare con idee politiche ed etiche delle persone, ora da abbracciare e supportare, ora invece da demolire e condannare.
Restare al potere è l’unica cosa che conta, e per farlo è necessario conoscere le idee politiche e la morale dei nostri cittadini che saranno divisi in Fazioni nel nostro Almanacco. Solo avendo una chiara idea delle opinioni dei tropicani saremo in grado di capire come continuare a tenere salda la nostra poltrona: inaspriamo il controllo militare per fare un favore al leader dei militaristi o costruiamo più cappelle per rabbonire i credenti? O ancora, la situazione è così complicata da richiedere di truccare le elezioni con qualche mazzetta? E perché non instaurare un regime militare a questo punto? Attenti a non tirare troppo la corda però, perché il rischio di un colpo di stato altrui è concreto.
Oltre alla campagna è presente una modalità sandbox dove è possibile personalizzare completamente l’esperienza di gioco partendo da una delle 32 mappe disponibili. La modalità multiplayer è al momento assente, ma Kalypso Media ci fa sapere che arriverà più in là.
Sarcasmo portatile
I comandi di gioco sono stati ottimizzati in maniera esemplare per poter permettere agli utenti di Nintendo Switch di potersi districare tra i vari (e tanti) menu senza problemi. Il gioco si lascia giocare con piacere anche in modalità portatile grazie a una sapiente implementazione dei comandi touch, troppo spesso assenti da numerosi titoli che abbiamo provato in questo periodo, anche gestionali.
Il comparto tecnico tuttavia ha qualche limite: la grafica, già imperfetta nell’edizione PC, è stata depotenziata per trovare posto su un hardware meno performante come quello della Switch, ma ciò che da più fastidio è il lunghissimo tempo di attesa dei caricamenti.
Sembra che però queste “menomazioni” siano state necessarie per poter permettere a Tropico 6 di poter girare sulla console ibrida senza menomazioni del gameplay.
È dal 2001, anno del lancio del primo Tropico, che il comparto sonoro aggiunge valore al gioco su più livelli. Anche il sesto capitolo vede un massiccio utilizzo di musica caraibica che contestualizza il gioco in un’ambientazione tropicale, ma che aggiunge un forte senso di distacco quando durante il gameplay accadono le più profonde e assurde nefandezze, trasformando il tutto in una pungente satira del mondo politico.
Se vi piacciono i city builder o semplicemente i giochi gestionali, Tropico 6 è un must have soprattutto ora che la vostra rivoluzione potete portarvela a spasso sulla console ibrida. Tropico 6 – Nintendo Switch Edition è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo di 49,99€.
Voto: 7.5
Ironia in ogni suo aspetto
Comparto sonoro ottimo
Grafica depotenziata
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