When The Past Was Around, Recensione: note di un amore perduto

L’amore è un gioco che inizia per caso e altrettanto facilmente può finire: è questo il messaggio tremendamente reale che When The Past Was Around vuole comunicare. Vi presentiamo questa avventura grafica punta e clicca realizzata negli studi dell’indonesiana Mojiken – casa di sviluppo indie di Coffee Talk e A Raven Monologue – e pubblicata da Chorus Worldwide su Nintendo Switch e PC.

Un viaggio nei ricordi

Eda è una giovane donna con la passione per la musica e il tè caldo: un incontro casuale sarà l’inizio di una meravigliosa relazione tra lei e un uomo che viene simbolicamente raffigurato come un gufo antropomorfo. Il gameplay è semplice e intuitivo, da giocare comodamente con il touch screen di Nintendo Switch o l’analogico, e non si differenzia particolarmente da altri giochi dello stesso genere: ripercorrerete la storia d’amore tra Eda e il Gufo viaggiando attraverso i momenti passati insieme e risolvendo gli enigmi che vi apriranno le porte verso il prossimo ricordo.

Tra password, blocchi scorrevoli e altri semplici puzzle, Gufo tenterà di aiutare Eda a superare e accettare la tragica fine di questo amore. La breve durata di questo titolo, che può essere completato interamente in circa un’ora, concentra l’attenzione del giocatore sulla trama e le emozioni da essa suscitate piuttosto che sul gameplay. Tuttavia, i puzzle sono ben studiati e talvolta è anche necessario viaggiare tra diversi scenari per risolvere enigmi prima insolvibili e proseguire nella storia.

Una melodia dolceamara

Quattro note ricorrenti sono il filo conduttore dell’intera narrazione che non avviene mai tramite le parole, ma solo con la splendida musica da camera che riesce a definire perfettamente ogni scena e ogni emozione provata dai personaggi: sorpresa, gioia, ma anche dolore, solitudine e paura.

La musica è anche la più grande passione di Eda, violinista sin dall’infanzia, ma nella fragile età dei vent’anni anche la fiamma più ardente viene affievolita da dubbi e insicurezze per il futuro. La colonna sonora non accompagna perciò solo l’evoluzione della relazione con il Gufo, ma anche quella della protagonista che, con il supporto della persona amata, ritrova sé stessa e qualcosa per cui vale ancora la pena di vivere e sorridere.

Il sound design poi fa davvero la differenza in titoli come questi: il suono metallico di un cartello stradale o quello degli scatoloni che si aprono quando vengono toccati sono dettagli che aggiungono tanto ad avventure come When The Past Was Around, rendendo l’esperienza più immersiva.

Significati nascosti

Raccontare una storia drammatica attraverso musica e immagini richiede un accurato studio dell’iconografia che si va a utilizzare: in questo caso sono due gli elementi fondamentali alla narrazione, il Gufo e le sue piume, ripresi costantemente nelle splendide immagini dalle tinte pastello di Brigitta Rena.

Il gufo viene spesso associato alla saggezza, ma in molte culture è anche un simbolo di morte o di connessione con l’aldilà: il suo ruolo di messaggero tra i mondi è fondamentale per far accettare a Eda l’amaro destino di quell’amore che non era fatto per durare una vita intera. Le piume invece, simbolo di libertà e connessione con l’anima, sbloccano l’accesso ai ricordi e sono la chiave per liberare l’anima dalla sofferenza.

Oltre la brevità dell’esperienza complessiva, il prezzo di 8,49€ su Nintendo eShop potrebbe in effetti scoraggiarne l’acquisto, ma When The Past Was Around resta comunque una piacevole opzione per gli appassionati delle avventure grafiche che desiderano ripercorrere in prima persona le fasi di questa struggente storia d’amore a suon di musica.