Fabio Cecere
Cos’è King’s Bounty? La saga, antenata del franchise di Heroes of Might and Magic, inizia nel 1990; la sua prima iterazione già si impose nel panorama degli strategici a turni, diventando un titolo di culto per gli appassionati. La serie, nonostante il successo, si prese una lunga pausa fino al 2008, anno in cui uscì King’s Bounty: The Legend. Il gioco fu talmente apprezzato che gli sviluppatori, 1C Company, crearono ben quattro spin-off, lasciando in disparte il filone principale.
Il 24 agosto 2021, però, dopo tredici anni dalla realizzazione dell’ultimo titolo cardine della saga, uscirà King’s Bounty II; il gioco sarà disponibile per PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch, anche se sono già in lavorazione delle versioni per le nuove piattaforme della corrente generazione. Pokémon Millennium ha avuto l’irrinunciabile occasione di assistere a un’anteprima a porte chiuse dell’opera: in questo evento gli sviluppatori ci hanno guidato in una build embrionale del titolo, aiutandoci a sviscerare le sue molteplici sfaccettature. Ecco le nostre considerazioni.
C’era una volta
Il vasto regno di Antara è funestato da una piaga oscura, detta Blight, che inaridisce i terreni, decima il bestiame e porta con sé malvagie creature. Per questo i suoi abitanti migrano in massa nel vicino regno di Nostria, gettando le sue città nel caos; il re Claudius, monarca di quelle terre, viene poi spodestato da misteriose macchinazioni, e la sua assenza inasprisce ancora di più le tensioni politiche. Il giocatore, ovvero un umile guerriero, è quindi riconosciuto da un profeta come il salvatore del regno, ma i nobili lo imprigionano per timore del suo potere, spogliandolo di tutte le ricchezze. E così, mentre la piaga avanza verso Nostria, i rifugiati muoiono di stenti e i signorotti si contendono l’ambito trono, inizia la nostra avventura.
L’incipit di King’s Bounty II sembra estremamente classico, ma molto stratificato. Accanto a questa complessa narrativa principale, infatti, si stagliano una marea di dinamiche politiche, sociali ed economiche: i banditi vorranno approfittare dei poveri abitanti di Antara, saccheggiando le loro carovane; i maghi vorranno studiare i misteri della piaga, a discapito dell’Equilibrio; le anime dell’Oltretomba vorranno invadere il mondo dei vivi per recuperare un artefatto a loro trafugato. L’intero titolo, poi, potrà essere visto dalla prospettiva di ben tre personaggi diversi, dei quali per ora è stato mostrato solo Aivar, ovvero un guerriero che si lascia spesso all’ira e alla forza bruta.
I tre protagonisti avranno un carattere ben delineato, anche se il giocatore potrà plasmare i loro ideali nelle prime fasi dell’avventura; gli sviluppatori volevano proprio che, nelle ultime sezioni del titolo, fosse il personaggio a guidare l’utente nella trama, e non viceversa. A tutto questo si unisce un complesso sistema di scelte multiple, che molto spesso precluderà intere sottotrame. Il gioco punta evidentemente alla voglia di intraprendere strade diverse dal punto di vista dei tre personaggi principali, e ha quindi un’ampia rigiocabilità.
Solide radici…
Il combat system del gioco rispetta tutti gli stilemi degli strategici a turni, come XCOM o Disgaea. Le arene sono divise in esagoni, e la battaglia si divide in due fasi, ovvero quella di posizionamento delle truppe e quella del combattimento effettivo. Le unità possono attaccare e muoversi, mentre il nostro protagonista può intervenire in battaglia con varie abilità; anche il suo equipaggiamento fa la differenza, siccome le sue statistiche influenzano quelle dei suoi soldati.
Alla fine della battaglia, sia le truppe sia il personaggio principale guadagnano esperienza. Le unità possono avanzare per tre livelli, e per ognuno di questi gradi ci sono molti cambiamenti sia nell’aspetto che nelle statistiche e nelle abilità. Gli sviluppatori, poi, hanno deciso di distanziarsi leggermente dalle radici della serie, assegnando un numero ben limitato di truppe a ogni unità; non sarà più possibile, quindi, avere decine e decine di soldati in un unico tassello dell’arena. Il mana, inoltre, non si rigenera nel tempo, ma si potrà comunque acquisire in vari modi.
…e nuovi orizzonti
La vera novità del titolo è il nuovo sistema di esplorazione e la complessa componente ruolistica. Il protagonista, come abbiamo già anticipato, potrà sviluppare vari Ideali, ovvero Order, Finesse, Anarchy e Power. Nessuna di queste inclinazioni avrà un’accezione positiva o negativa, e tutte potranno essere usate per raggiungere i propri scopi e guadagnare nuove abilità da combattimento. Il giocatore, poi, potrà girovagare in terza persona in ampie mappe piene di missioni opzionali, con molte funzionalità che gli sviluppatori hanno accostato a quelle delle produzioni BioWare e Cd Projekt Red. Sarà possibile, ad esempio, combattere in determinati luoghi contro la piaga stessa, risanando dopo una battaglia l’intera sezione di mappa. Proprio in questo aspetto forse si nota l’inesperienza del team: l’esplorazione sembra limitata al seguire pedissequamente le strade principali, e quindi potrebbe impedire di fare delle deviazioni nella natura selvaggia.
Nonostante ciò, il team si è impegnato a integrare questo nuovo aspetto nella componente strategica. Non c’è alcun taglio tra l’incontro con i nemici e la battaglia, e ciò significa che l’ambiente esplorabile sarà anche il teatro dei nostri combattimenti. In questo gli sviluppatori hanno intrapreso un approccio molto realistico; nel caso una collina si frapponga tra gli arcieri e il nemico, ad esempio, le frecce non raggiungeranno mai il bersaglio, a differenza di altri strategici che avrebbero permesso il colpo, ma con danno ridotto. In questo moderno mosaico ludico risulta anacronistica la scelta di non includere una componente multiplayer al lancio, anche se il team è disponibile a svilupparla nel caso sia voluta dagli utenti.
Fantasy classico, forse troppo
Il tallone d’Achille di King’s Bounty II potrebbe essere la realizzazione tecnica e artistica. Il reame di Nostria segue uno stile fantasy classico, ed è quindi composto da verdeggianti foreste e fatiscenti architetture medievali; nonostante il colpo d’occhio sia molto soddisfacente, bastano pochi minuti in quelle lande rigogliose per rendersi conto della poca riconoscibilità delle ambientazioni. C’è da dire, però, che durante l’anteprima con gli sviluppatori abbiamo visto solo la prima area di gioco, che forse adotta uno stile più generico per accompagnare dolcemente l’utente nelle fasi iniziali dell’avventura.
Oggettive invece sono le insicurezze tecniche del titolo. I modelli ben realizzati e la buona illuminazione prestano il fianco ad animazione abbozzate, sia durante i dialoghi, sia durante l’esplorazione. I filmati, poi, sono funestati dai lenti caricamenti delle texture; queste ultime, in realtà, sono anche abbastanza dettagliate, ma l’utente riesce a goderne solo qualche secondo dopo l’inizio delle cutscene. La versione per Nintendo Switch non è stata ancora mostrata, ma si spera che la console riesca a reggere l’ambizioso progetto.
Conclusione
King’s Bounty II si presenta come un titolo molto ricco, in grado di soddisfare sia gli appassionati di GDR all’occidentale, sia i fan degli strategici. Gli sviluppatori credono fermamente che questo sia un nuovo inizio per King’s Bounty, e che la serie possa durare almeno per altri dieci anni. L’unione di esplorazione, scelte morali e combattimento a turni potrebbe risultare in un gioco sfaccettato e profondo, ma non privo di fascino anche per coloro che cercano un’esperienza narrativa avvolgente. Non ci resta che aspettare la sua uscita.
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