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Roguebook, Recensione: il roguelike con le carte, dal creatore di Magic

Recensione di Roguebook, un gioco nel quale si costruisce il proprio mazzo di carte esplorando una mappa generata casualmente

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   · 5 min lettura Recensioni
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Roguebook, sviluppato da Abrakam Entertainment e da Richard Garfield, leggendario ideatore di Magic: The Gathering, potrebbe essere considerato un manifesto del genere indie, nel bene e nel male. Da una parte, il titolo si diverte a riprendere e mescolare elementi della tradizione videoludica, dando vita a un prodotto ibrido senz’altro interessante e intrattenente.

Allo stesso tempo, Roguebook parla principalmente a una fetta ristretta di appassionati, in questo caso del roguelike e del deckbuilding, che giocando al titolo ritroveranno le meccaniche e gli stereotipi del genere. Tuttavia, pur nei suoi lati più brillanti, Roguebook non manca di mostrare anche la sua spigolosità, dalla sua unica modalità di gioco ai problemi di bilanciamento nei nemici che si incontrano durante avventure. Importante ricordare che la versione testata è quella di Steam, ma il gioco sarà disponibile su Nintendo Switch in futuro nel corso del 2021 grazie all’editore Nacon.

Chi avrà il pennello più grande?

La premessa di Roguebook è semplice: alcuni eroi si trovano catapultati dentro un libro incantato, al quale dovranno sottrarsi districandosi tra nemici semplici e boss. A grandi linee, la trama è tutta qui: si capisce chiaramente – ed è una scelta comprensibile – che gli sviluppatori si siano concentrati sul gameplay, lasciando che la narrativa diventasse un pretesto per iniziare giocare.

roguebook schermata d'inizio
La schermata introduttiva del gioco con il Roguebook

Lo stile di gioco di Roguebook si compone di due fasi: l’esplorazione della mappa, divisa in caselle attraverso le quali i due protagonisti si muovono, e il combattimento, rigorosamente solo contro il computer. Ogni mondo di gioco dispone casualmente aiuti e nemici, i quali, se sconfitti, garantiscono al giocatore la valuta per comprare nuove carte e l’inchiostro e i pennelli per raggiungere altre caselle e il boss che occorre sconfiggere per proseguire.

Sparse per la mappa, anche molte altre possibilità per migliorare la propria partita: le gemme che potenziano una singola carta, gli artefatti che permettono di attribuire un’abilità permanente a un eroe o a tutta la squadra, le pozioni curative e molto altro.

roguebook scelta carte
La schermata di scelta delle carte

Ogni partita sarà quindi inevitabilmente differente dall’altra, e questo fattore rappresenta uno dei punti di forza fondamentali di Roguebook. Un giocatore appassionato troverà assolutamente pane per i propri denti, chi dovesse invece apprezzare meno il genere si stancherà presto del titolo, che presenta un’unica modalità di gioco.

L’alternanza fa la forza

Un punto cardine del gioco è la presenza di due eroi, selezionati a inizio run tra i quattro disponibili. Ognuno di questi possiede un ruolo in battaglia definito: Sharra e Seifer infliggono molti danni, Sorocco e Aurora supportano la squadra. La scelta dei combattenti a lungo andare può essere poca, e delle aggiunte dopo il lancio in questo senso sarebbero importanti.

Durante il combattimento, il giocatore deve scegliere se utilizzare le carte di attacco o quelle di blocco dei danni. Ovviamente, ciascuna di queste azioni consuma il mana del gioco, che non è molto: è dunque fondamentale alternare le due fasi, soprattutto in base alle intenzioni del nemico. Purtroppo, ogni mano, a prescindere da quante carte siano state utilizzate, viene scartata alla fine del turno.

roguebook combattimento
La schermata di combattimento

Spesso, dunque, ci si trova nelle fasi d’attacco con una prevalenza di opzioni difensive e viceversa. Questo risulta talvolta frustrante, poiché anche una strategia ben congeniata può essere completamente rovinata dal caso. Bisogna sottolineare come un difetto di Roguebook sia nei danni eccessivi dei nemici, che possono talvolta obliterare gli eroi senza che il giocatore possa fare alcunché.

Considerando che il personaggio attaccato sarà sempre quello davanti, posizionare efficacemente gli eroi è un aspetto fondamentale: in questo ci vengono in aiuto le abilità delle carte. Molte di queste sono anche influenzate direttamente dalla posizione del combattente, sbloccando il proprio potenziale solo in certe situazioni: un fattore che aumenta, in positivo, la profondità strategica del titolo.

rogebook mazzo
La schermata di visualizzazione del mazzo

Parlando delle carte, un plauso va fatto al bilanciamento e alla varietà delle opzioni, nel quale si vede la mano del creatore di Magic. Attraverso scelte consapevoli, il giocatore può votare il proprio mazzo alla pura offesa, al controllo dei danni, al creare combo devastanti in un solo turno e qualsiasi altra soluzione intermedia. Chiaramente la forza delle carte non può essere equilibrata perfettamente, e alcune sono troppo utili per essere scartate, costituendo spesso una scelta obbligata.

Grafica e suoni: un lavoro onesto

Infine, l’aspetto sonoro e grafico è sufficiente. Il punto più apprezzabile è quello del design dei personaggi: tanto i protagonisti quanto i nemici hanno caratterizzazioni ottime, risultano coerenti col clima generale del titolo e sono ben distinguibili attraverso tratti semplici ed efficaci.

roggiebook lotta elite
Un potente mostro d’elite che può mangiare gli altri nemici per rinforzarsi

Ben riuscita è l’interfaccia di gioco, padroneggiabile dopo pochi minuti. Ciò consente una fusione convincente tra l’esplorazione e il combattimento, permettendo al giocatore di rimanere sempre in controllo della situazione. Anche i potenziamenti degli eroi e le carte in possesso, che nelle fasi più avanzate diventano numerosi, sono sempre consultabili, evitando confusioni.

La grafica in quanto tale risulta abbastanza anonima, da gioco per mobile potenziato. Allo stesso tempo, non si può criticare troppo Abrakam Entertainment che chiaramente ha concentrato i propri sforzi altrove, riuscendo a presentare comunque un aspetto visuale piacevole. In ogni caso, i appassionati di Roguebook non lo giocheranno sicuramente per osservare la qualità degli sprite.

Il sonoro segue lo stesso binario: le linee di dialogo doppiate sono poche, ma sufficienti a caratterizzare i vari personaggi. Le musiche allo stesso tempo svolgono bene il loro compito di sottolineare l’aumentare o lo sciogliersi della tensione, ma è improbabile restino per sempre nella storia del videogioco.

Conclusioni: un buon gioco, con riserva

Roguebook sicuramente saprà ritagliarsi la sua nicchia di giocatori. Il suo cuore, l’esplorazione e il combattimento con le carte, è ben fatto e, se padroneggiato, appagante. Allo stesso tempo, coloro che non apprezzano il genere faranno bene a tenersi alla larga dal gioco. Il successo futuro del titolo dipenderà molto dalle aggiunte di nuove modalità ed eroi, poiché la varietà limitata potrebbe stancare alla lunga anche il più coriaceo degli appassionati.

Voto: 7

Pro
Scelte strategiche nei combattimenti fondamentali
Possibilità di creare mazzi sempre diversi
Interfaccia di gioco intuitiva
Personaggi ben caratterizzati
Carte variegate e bilanciate…
Contro
…ma alcune troppo più forti di altre
Trama poco approfondita
Difficilmente accessibile ai non-appassionati
Grafica poco memorabile
Avrà bisogno di contenuti aggiuntivi per non annoiare

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