Labyrinth City: Pierre the Maze Detective è un videogioco rompicapo sviluppato da Darjeeling ed edito da Pixmain. Il titolo, tratto dal libro per bambini di Hiro Kamigaki, ha debuttato lo scorso 22 giugno su Steam e il 15 luglio su Switch. Noi abbiamo avuto l’opportunità di provare la versione rilasciata su Steam: ecco le nostre impressioni!
Un puzzle game dallo stile originale
Il malvagio Mr X è entrato in possesso della pietra del labirinto e ha trasformato ogni angolo di Opera City in un gigantesco labirinto. Il giocatore, nei panni del detective Pierre, è chiamato a esplorare questo mondo caotico in compagnia della sua assistente Carmen. Tra indizi, percorsi tortuosi, sfide logiche extra e vicoli apparentemente senza via d’uscita, i due faranno il possibile per catturare il famoso ladro e riportare tutto alla normalità!
Labyrinth City: Pierre the Maze Detective è un’avventura rompicapo che, strutturalmente, conserva tutti gli elementi caratteristici del genere. Il protagonista esplora l’universo di gioco e, dialogando con i personaggi secondari e ottenendo indizi, sblocca un livello con una nuova mappa. Oltre a questa attività, l’avatar svolge missioni secondarie e si dedica alla raccolta di oggetti da collezione.
Il titolo ha però una peculiarità stilistica che lo aiuta a distinguersi nel panorama videoludico dei rompicapo. È infatti tratto da un libro illustrato che segue il modello del famosissimo gioco Dov’è Wally?, un passatempo che ha messo a repentaglio le diottrie di milioni e milioni di agguerriti appassionati. Il materiale di partenza di Labyrinth City consiste in una serie di disegni sovraccarichi di personaggi, oggetti e situazioni bizzarre che disorientano l’occhio umano. Ogni livello trasporta Pierre all’interno di una di queste illustrazioni che, da statiche stampe, si trasformano in realtà animate chiassose e caotiche.
Ed è proprio la struttura di questo universo a dare un valore aggiunto alla risoluzione dei puzzle logici che, pur essendo molto creativi nell’esecuzione, nel complesso non superano mai la media difficoltà. Se videogiochi rompicapo altrettanto colorati come Picross e Tetris puntano su composizioni ordinate, Labyrinth City gioca invece sul sovraffollamento degli spazi e degli NPC. Non lasciatevi ingannare dalla grafica cartoonesca di questo titolo: anche il mondo esplorato da Pierre è governato da una ferrea logica di fondo che, in questo caso, è schiacciata dal puro caos.
Perlustrazioni spensierate in un universo variopinto
Uno degli aspetti più interessanti di Labyrinth City è rappresentato dalla vivacità dell’universo esplorabile, che deriva soprattutto dalla varietà degli NPC presenti sullo schermo. I coloratissimi luoghi visitati da Pierre sono palcoscenici in cui personaggi bizzarri danno libero sfogo alla loro eccentricità. Solo alcuni di questi NPC hanno finestre di dialogo attivabili: una scarsità di informazioni che spinge chi gioca a fantasticare continuamente su quale possa essere la loro storia personale, un po’ come sono soliti fare i bambini piccoli.
Anche le scene di intermezzo ricordano molto la lunga tradizione dei libri per l’infanzia. Le strisce a fumetti dallo stile grafico tondeggiante, accompagnate dalla voce di una narratrice che imita le voci dei personaggi, non possono che rimandare a un modo di fare storytelling che ha l’obiettivo di catturare l’attenzione anche dei bimbi più irrequieti. Una scelta stilistica che, pur non riuscendo a stupire un pubblico più avanti con l’età, è comunque in grado di alleggerire ulteriormente l’atmosfera generale e rilassare chi si cimenta nei rompicapi. A garantire l’immersività dell’avventura per questo target ci pensa invece la componente sonora. A prescindere dall’età, è infatti impossibile non essere ammaliati dalla musica coinvolgente, combinata con suoni e rumori di ogni tipo.
L’originalissimo Labyrinth City ha però anche un piccolo difetto: la longevità. Il completamento dei 10 capitoli della storia principale richiede infatti solo una manciata di ore di gioco. Nonostante sia possibile ripercorrere i livelli, magari concentrandosi sulla ricerca degli oggetti da collezione mancanti, è inevitabile rimanere un po’ delusi dal numero esiguo di capitoli.
Conclusioni
Labyrinth City è un rompicapo memorabile, in grado di distinguersi grazie al suo stile grafico che fonde abilmente le illustrazioni cartacee e l’universo multimediale, fatto di voci, musiche, testi e animazioni. Il tono della narrazione, mutuato dal mondo dei racconti per bambini, lo rende un prodotto potenzialmente fruibile da chiunque, anche dai giocatori più giovani.
Tuttavia, proprio per la somiglianza con il celebre passatempo Dov’è Wally, sono forse i giocatori più adulti a essere maggiormente coinvolti dall’esperienza videoludica. Per questa categoria, il focus del titolo non è infatti rappresentato dalla trama in sé, ma dalla ricerca dell’uscita del labirinto, dagli insoliti enigmi extra e dal cast di personaggi bizzarri. A questi aspetti si aggiunge la sensazione nostalgica di poter finalmente interagire in modo inedito con un gioco che, sulla carta, poteva solo essere ammirato nella sua staticità.
Se le caratteristiche precedentemente descritte vi attirano e la bassa longevità videoludica non è per voi un limite insuperabile, potete acquistarlo sul Nintendo eShop a soli 11,99€.
Voto: 7.8
È come giocare a una versione interattiva di Dov’è Wally?
Sfide logiche insolite
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