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Disco Elysium The Final Cut, Recensione: postumi da psicanalisi su Nintendo Switch

Disco Elysium: The Final Cut è la versione definitiva del gioco di ruolo indipendente ora disponibile anche per Nintendo Switch.

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È iniziato tutto nel migliore dei modi possibili: una calda, primigenia oscurità, l’abbraccio di più voci deviate, poi il buio, o meglio, la luce; l’inizio di un viaggio da premiante psicanalisi con Disco Elysium: The Final Cut.

Dai giochi pen and paper al digitale, ZA/UM ha realizzato il suo sogno di tradurre tutte le complesse meccaniche di un CRPG (Classic Role Playing Game) vecchia scuola in un videogioco fresco e contemporaneo, ora in formato cartuccia. Alle lodi e ai premi ricevuti con la prima uscita è seguito un minuzioso lavoro di aggiunte e limature e perfezionamenti per lanciare l’edizione definitiva anche su Nintendo Switch. Per capire i suoi natali e la sua importanza bisognerebbe fare un lungo passo indietro, o quantomeno di venti anni, citando Planescape: Torment (disponibile per la console ibrida con l’Enhanced Edition). Con l’eco dei suoi predecessori sulle spalle, Disco Elysium: The Final Cut si erge a imperdibile perla per tutti gli amanti del genere, promettendo di travolgerli con delle trovate brillanti e una notte brava dopo la quale raccogliere i cocci.

Postumi da gioco di ruolo

Una notte da leoni è letteralmente quella che accoglie il giocatore dopo una parentesi iniziale tutt’altro che scontata di dialogo con la propria coscienza. Un corpo flaccido, nudo, con il volto devastato e un rivolo di bava all’odore di whisky scadente è steso a terra, nella stanza di un ostello da quattro soldi. Prima ancora di potere strabuzzare gli occhi – noi o l’avatar? – si accavalla un esercito di voci eteree, espressione dell’Io protagonista e, come vedremo, cuore stesso del game design. Quattro ciarloni principali – a cui se ne aggiungono sei secondari per ognuno, per un totale di 24 – contribuiranno a rendere la trama un autentico viaggio introspettivo, prima che un racconto investigativo.

A fare da sfondo è infatti un mondo complesso di solida fisicità quanto malsano e corrotto. In una delle sette terre isolate fra loro spicca la capitale Revachol, un tempo centro dei commerci eppure colpita da un grave tasso di povertà. La rabbia e il malcontento sfociarono in una rivoluzione, destinata tuttavia a fallire. A cinquant’anni di distanza si percepiscono ancora le sue conseguenze, con le città di provincia affoganti in una melma di lordura senza eguali. Razzisti, comunisti e liberisti circondano le piazze, mentre un brutale omicidio viene consumato al centro di un cortile devastato. In Disco Elysium convergono temi scottanti, situazioni tragicomiche e altro, il tutto impreziosito da un doppiaggio sopraffino ora tributato, con la Final Cut, a ogni linea di dialogo.

Spendiamo qualche parola per il nostro collega e partner in crime, Kim Katsuragi. A prima vista parrebbe la trasposizione del più classico buddy movie, con un poliziotto ligio al dovere e serioso (lui) e uno fuori dagli schemi (noi) destinati a diventare grandi amici. Invero, si dimostrerà un compagno prezioso, un grande aiuto nei momenti di difficoltà e una voce della coscienza fuori campo rispetto a quelle chiacchierone dentro il protagonista. Nel generale, un cast nutrito di attori secondari e una scrittura eccellente che spazia attraverso vari registri linguistici (a questo proposito, è richiesta una buona padronanza della lingua inglese per comprenderlo nella sua interezza), ironia, dramma e comicità tengono incollato il giocatore per oltre 30 ore, lungi dall’essere una semplice scusa della domanda di fondo che muove tutto: chi sono io?

Una parola ferisce più di una spada

Il primo passo per trovare una risposta è dato dalla scelta iniziale del protagonista. È possibile optare per un archetipo preconfezionato, oppure decidere di distribuire dei punti fra i quattro attributi sopra citati, stuzzicando gli appassionati con una gamma di varianti sontuosa. Con un livello di drammaticità alto, per esempio, sarà facile diventare un ottimo bugiardo, a discapito però di una certa instabilità mentale, mentre una grande empatia per il prossimo potrebbe inficiare le capacità da investigatore. Anche la fisicità può rivelarsi decisiva, ma non aspettatevi combattimenti: gli scontri di Disco Elysium si svolgono principalmente con la retorica, o comunque in maniera indiretta.

Tenendo fede ai dettami di D&D e dei suoi figliocci, l’opera prima di ZA/UM prevede pure, in svariate occasioni, dei tiri di dadi e quindi una buona dose di fortuna. L’azione effettiva è lasciata all’IA – il dungeon master a tutti gli effetti – mentre l’interfaccia paleserà il risultato: i successi sbloccheranno delle scelte importanti ai fini della prosecuzione, i fallimenti potrebbero dare una piega inaspettata all’alter ego. Qui si fondono l’eterno conflitto tra il desiderio di trasporre le infinite possibilità di un gdr fisico, con l’utente che finisce per patteggiare verso una delle voci a dispetto delle altre, oltre a due relativi inciampi nella formula.

La percentuale di successo nei lanci dipende infatti dal livello dell’abilità richiesta, pertanto a un giocatore esperto non servirà troppo tempo prima di giocare con le regole del gioco stesso, dimostrandosi superiore a qualsiasi sfida. Ad aiutarlo trovano spazio capi di vestiario che doneranno bonus e malus specifici. Dall’altro, un paio di occasioni avanzate paiono costringere il sistema verso un pericoloso vicolo cieco, risultando quasi forzate. Nulla che tuttavia sgretoli minimamente l’impasto ludico nel generale, un’avventura psichedelica con tante varianti da tenere in conto. A quanto detto finora si aggiunga una stanza delle dottrine mentali, ovvero un menù attraverso il quale selezionare una linea di pensieri da seguire per ottenere potenziamenti particolari dopo un certo numero di ore. Il gameplay di Disco Elysium è il dialogo in sé e, raccogliendo gli elementi descritti, si disinnesca il timore di vedere sopraggiungere la noia, venendo invece continuamente sorpresi.

La sfida della console ibrida

Adattare un’esperienza indissolubilmente legata all’accoppiata mouse e tastiera a una console come Nintendo Switch non è una cosa da poco. ZA/UM ha raccolto il guanto di sfida dedicandosi in prima persona al progetto, che non si riduce a un porting della versione PC. Al contrario, il team ha studiato le caratteristiche della piattaforma per rendere il gameplay scorrevole con analogici, tasti e ha consultato degli esperti di ottica per adattare il milione e oltre dei caratteri presenti a uno schermo di dimensioni ridotte.

Il possessore di Switch può pertanto ingrandire o diminuire le dimensioni delle parole a suo piacimento, godere di shader e modelli poligonali migliorati, attestando una perizia degna di nota. Alcuni punti dolenti gridano però la necessità di update correttivi: in talune situazioni concitate e nei momenti di salvataggio si riscontrano dei pesanti rallentamenti e le schermate di caricamento tra un’area e un altra durano troppi secondi. Gli autori hanno già detto di essere impegnati nel miglioramento di questa edizione, quindi riponiamo massima fiducia.

Quadro da esposizione

Sarebbe difficile pensare a un parallelismo tra Disco Elysium e un altro titolo, sul piano estetico. Piuttosto viene da paragonarlo a una delle correnti artistiche che hanno attraversato l’Occidente in epoca moderna, tanto vicino a un olio su tela digitale. Una direzione originale e ispirata si coniuga ottimamente alla narrazione, pur non beneficiando di una colonna sonora d’eccezione, che risulta buona nel complesso.

Dove altre produzioni scelgono la via della ibridazione o della semplificazione del genere, Disco Elysium: The Final Cut prorompe con tutta la durezza del GDR ereditario di una parte fondamentale della storia dei videogiochi. Senza rivoluzione, ma con tanti stratagemmi arguti per svecchiare la formula, ZA/UM ha creato il gioco di ruolo contemporaneo, irriverente, drammatico, comico. Un viaggio nel proprio Io e in un mondo profondo che, pur non raggiungendo la perfezione, non deve mancare nella collezione di qualsiasi appassionato.

Il gioco è disponibile sul Nintendo eShop dal 12 ottobre 2021 al prezzo di 39,99 euro.

Voto: 9.1

Pro
Scrittura dei dialoghi e nel generale eccellente e trascinante
World building solido e affascinante
Il gameplay è erede dei classici del genere, ma con un sapore fresco e originale
Grande attenzione alla versione per Nintendo Switch, con alcuni elementi importanti studiati ad hoc…
Contro
… Peccato per i tempi di caricamento lunghi e i vari rallentamenti
Un paio d’imperfezioni nella progressione a lungo termine

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Disco Elysium GDR

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