Il videogioco horror, Project Zero: Maiden of Black Water prodotto e pubblicato da Koei Tecmo, torna su console, dopo la sua uscita originale nel 2014 su Nintendo Wii U. Questa volta, il titolo punta a sfruttare l’hardware di Nintendo Switch, per offrire il miglior gameplay possibile di questo horror unico nel suo genere.
A colpi di foto
Il titolo di Koei Tecmo segue la storia di tre personaggi, tutti collegati al paranormale in qualche modo. Yuri Kozukata, Ren Hojo e Miu Hinasaki, i tre protagonisti della storia, hanno un luogo in comune, il Monte Hikami conosciuto per la sua oscura reputazione. La gente si reca in questo posto per vivere gli ultimi momenti della propria vita, per poi finirla da soli. La leggenda narra che, nel passato, un uomo si innamorò di una giovane fanciulla il cui voto le vietava di entrare in una relazione. Infastidito dal rifiuto della ragazza, il ragazzo la uccise e gettò il suo corpo nel fiume del monte, dopo averle cavato gli occhi. Lo stesso destino fu riservato anche alle altre donne che si trovavano sulla montagna, che subirono la follia dell’individuo.
Dopo questo evento, il Monte Hikami non fu più lo stesso, diventando maledetto per tutti quelli che osano entrarci quando cala la notte. Yuri e Ren, possessori di una Camera Obscura, fotocamera in grado di esorcizzare gli spiriti, decidono di addentrarsi nel luogo vivendo delle esperienze separate. Il destino di Miu, come visto all’inizio del gioco, sembrerebbe essere poco fortunato ma anche lei ricopre un ruolo chiave per il proseguimento della storia.
Spari fotogenici
Project Zero: Maiden of Black Water cerca di sfruttare nel miglior modo possibile le funzioni di Nintendo Switch. Infatti, il gameplay si basa molto sul movimento della console: nel momento in cui si usa la Camera Obscura per fotografare gli spettri e combatterli, è fondamentale poter avere dello spazio per muovere i Joy-Con, se si sta giocando in modalità TV, oppure l’intero hardware. In tutti i casi, il movimento della fotocamera si dimostra un po’ lento e per aiutarsi, il giocatore deve anche sfruttare la levetta destra. Ma fare foto ai fantasmi non è così semplice; prima di lottare contro uno di questi, è importante anche ricordare di cambiare la lente della Camera Obscura e soprattutto i suoi rullini, dato che alcuni sono molto più efficaci di altri, che potrebbero non avere alcun effetto e richiederebbero un tempo di carica molto elevato.
Tutto quello che serve può essere acquistato prima di cominciare il livello. La storia è divisa in vari episodi e, non appena si sceglie uno di questi, il gioco mostra un menu in cui è possibile visualizzare i propri punti e gli strumenti che si possiedono già. I primi vengono guadagnati giocando ai capitoli, che alla fine assegnano anche un voto, giudicando lo stile del giocatore. Questo viene basato sul tempo impiegato per finire l’episodio e quanti oggetti sono stati usati. Una volta guadagnati i punti, si possono acquistare vari oggetti curativi e strumenti utili per la Camera Obscura ma anche costumi alternativi per i personaggi protagonisti.
Il gameplay in generale è molto semplice, dato che spesso i percorsi da seguire nelle mappe di gioco sono lineari. In certi momenti è necessario raccogliere degli oggetti sparsi per il sentiero, mantenendo i riflessi pronti negli attimi in cui uno spettro potrebbe cercare di afferrare il braccio del personaggio. Se questo dovesse riuscire, la partita non finisce ed è possibile fuggire dalla presa scuotendo le levette dei Joy-Con.
Scenari spettrali
Il titolo di Koei Tecmo non fallisce nell’incutere terrore nei suoi giocatori. Project Zero: Maiden of Black Water dipende molto dal fattore jumpscare, ma anche dopo aver superato questi passaggi rimane spaventoso. La sensazione è aiutata anche dalle grafiche, che mostrano dei paesaggi ben curati e un realismo ottimale per i suoi personaggi che trasmettono, grazie alle loro espressioni e reazioni, l’atmosfera spettrale in cui il gioco si immerge. Una pecca della grafica potrebbe essere il bisogno di dover aumentare la luminosità troppo, dato che giocare con troppa luce nella stanza riduce la visibilità. I suoni e gli effetti sono ottimi, riescono a sorprendere il giocatore e a fare capire la gravità della situazione in certi momenti chiave della storia, che sono moltissimi visto che il titolo si basa molto su questi attimi.
Conclusione
Nonostante i cambiamenti rispetto alla versione Wii U non siano molti, Project Zero: Maiden of Black Water si adatta veramente molto bene a Nintendo Switch, soprattutto per quanto riguarda l’uso del giroscopio della console. I difetti sono presenti e certe volte rendono l’esperienza di gameplay un po’ lenta, ma oltre a questo, il titolo è veramente godibile e soddisfacente per gli amanti degli horror. A €39,99, il titolo di Koei Tecmo può essere acquistato sul Nintendo eShop.
Voto: 8.5
Grafiche ottime
Gameplay molto godibile
Lentezza nel movimento dei personaggi
Telecamera in terza persona lenta
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