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Blue Reflection Second Light, Recensione: un mondo senza memorie

Sviluppato da Gust e pubblicato da Koei Tecmo, Blue Reflection: Second Light arriva su Nintendo Switch con un’avventura dall’aria misteriosa.

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   · 4 min lettura Recensioni
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Gust e Koei Tecmo dopo i successi con la saga di Atelier arrivano ancora una volta su Nintendo Switch, con un nuovo titolo che riprende un’altra delle loro serie famose. Stiamo parlando di Blue Reflection: Second Light, sequel del primo titolo uscito nel 2017, un videogioco che propone un’avventura misteriosa e intrigante, in un mondo strano e isolato dalla realtà che pone delle semplici scolare davanti ad ambizioni e pericoli.

Memorie perdute e anelli misteriosi

Un mondo all’apparenza isolato da qualsiasi altra cosa è lo scenario di Blue Reflection: Second Light, un’ambientazione che presenta subito le sue quattro protagoniste: Ao, Kokoro, Rena e Yuki. Il modo in cui le ragazze sono arrivate in questa misteriosa realtà è sconosciuto, dato che il gioco comincia immediatamente con un episodio di vita quotidiano delle scolare, che si trovano in un edificio scolastico immerso nel nulla proprio come il resto dello scenario. L’unico posto vicino alla scuola sembrerebbe essere una foresta, il Faraway, comparsa senza una ragione e all’improvviso cogliendo di sorpresa le ragazze.

L’apparizione di questo luogo, che sembrerebbe essere connesso a un altro mondo, ha portato con sé anche degli anelli che contengono dei grandi poteri e che Ao, Kokoro e Rena hanno trovato sulle proprie dita al loro risveglio. Questi sono capaci di realizzare cose fantastiche, come fare apparire delle armi e permettono anche alle protagoniste di trasformarsi, tutto tramite l’infusione delle loro emozioni negli anelli. Anche Yuki ne ha uno, ma per qualche strana ragione non può utilizzarlo. L’avventura segue in particolar modo Ao, in cerca delle sue memorie e di un modo per tornare alla sua realtà originale.

Blue Reflection

Tanto Atelier in combattimento ed esplorazione

Come già detto, Blue Reflection: Second Light è stato sviluppato da Gust, casa videoludica creatrice della proficua serie Atelier. Ciò può essere visto molto chiaramente nel gioco, dato che varie caratteristiche possono portare immediatamente a pensare ad Atelier Ryza, ma con alcune meccaniche che sono molto più semplici in questo caso. Il combattimento è quasi identico, il JRPG offre delle lotte in tempo reale in cui si deve riuscire ad attaccare nel momento giusto, ovvero quando l’icona del proprio personaggio raggiunge una certa posizione nella barra dei turni. Pensare a una buona strategia è fondamentale, soprattutto se i nemici sono più di uno e i danni che infliggono sono molti.

Si può contare su vari attacchi, che si distinguono per la quantità di Ether usata, l’energia che permette agli anelli di dare potenza alle armi. Ogni tattica, sia offensiva che difensiva, consuma Ether che però si rigenera molto facilmente quando gli attacchi riescono a colpire uno dietro l’altro. Riuscendo a compiere le azioni, i personaggi partecipanti nella lotta sono in grado di cambiare Marcia; arrivando alla terza marcia, le ragazze possono trasformarsi nelle loro forme Reflector, che possono infliggere ancora più danni, diventando anche più resistenti agli attacchi.

Blue Reflection

Passando invece all’esplorazione, le ombre della serie Atelier sono ben più marcate, a cominciare dal movimento dei personaggi. Questi possono risultare un po’ macchinosi: Ao per esempio non si muove in modo molto fluido ma riesce comunque a spostarsi tra gli scenari senza particolari problemi, soprattutto durante le fasi in modalità stealth, parti in cui gli avversari sono troppo forti per essere affrontati e perciò si deve passare inosservati. La fabbricazione degli oggetti, invece, è molto semplice: non serve risolvere dei particolari puzzle ed è solo necessario combinare gli strumenti in possesso per creare quello che serve, dopo aver ottenuto la ricetta dell’oggetto.

Scenari magici, personaggi da migliorare

Il mondo in cui le quattro protagoniste si trovano in Blue Reflection: Second Light è ricco di effetti speciali, come i riflessi del sole che splende sulla scuola oppure la pioggia battente che ha anche un effetto sui vestiti. Il Faraway, soprattutto, mostra delle sfumature molto godibili e alle volte rilassanti, con colori caldi incredibilmente piacevoli. Gli effetti di luce durante le battaglie, prodotti dagli attacchi, rendono le lotte ancora più spettacolari. C’è però qualche difetto: alcune texture, se viste da vicino, possono risultare poco curate, specialmente quelle usate sui personaggi e sui loro occhi, che spesso vengono messi in primo piano durante le scene di intermezzo. Una grande cura è stata applicata sulle colonne sonore, che accompagnano ogni momento dell’avventura e si applicano perfettamente allo scenario corrente. Possono risultare anonime in alcune battaglie, quando gli effetti speciali coprono la musica.

Blue Reflection

Conclusione

Con Blue Reflection: Second Light, Gust dimostra di poter compiere un lavoro al livello della serie Atelier anche su altri titoli, riuscendoci anche molto bene. Forse un difetto di questo gioco è proprio la troppa somiglianza alla saga delle alchimiste, la cui presenza di elementi di gameplay risulta ingombrante e non permette a Blue Reflection di vivere di un’identità propria. C’è ancora qualcosa da migliorare a livello di grafica, ma nulla che non possa essere corretto con una patch. Il titolo può essere trovato sul Nintendo eShop, al prezzo di €59,99.

Voto: 7

Pro
Meccaniche di lotta semplici
Scenari piacevoli
Gameplay abbastanza permissivo
Contro
Texture poco sviluppate
Movimenti macchinosi
Troppo Atelier

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JRPG Koei Tecmo Nintendo Switch

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